Ho pubblicato su Facebook il video dell’intervento a Tor Bella Monaca in cui parlo di scuola, insegnanti e dispersione scolastica.
In ricordo di Mario e Giuseppe Francese
Ho pubblicato una nota sul profilo ufficiale di Facebook nell’anniversario dell’omicidio di Mario Francese. E’ un brano dal titolo “La battaglia quotidiana tra il dovere dell’informazione e la pretesa del silenzio” tratto dal libro Liberi tutti. Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia uscito nel 2012 per Sperling & Kupfer.
Un grido d’allarme sullo stato della Giustizia
“La politica deve ascoltare il grido d’allarme sullo stato della giustizia e assicurare uno sforzo eccezionale affinchè la prossima legislatura finalmente diventi l’occasione per le urgenti e indispensabili riforme”. Lo afferma Piero Grasso, candidato del Pd alle elezioni politiche, commentando l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Grasso sostiene che “il dato più allarmante è quello sulle prescrizioni, arrivate a 128 mila, un numero esorbitante che denuncia il fallimento del sistema. Occorre sempre ricordare che l’impunità è la base di un circuito letale per il paese e la sua economia, perchè è una garanzia di intangibilità per corrotti, evasori fiscali e mafiosi. Anche il quadro che ci è stato dato sulla giustizia civile è impressionante per la assoluta mancanza o ritardata tutela dei diritti dei cittadini. Per questo, governo e parlamento non possono più rinviare l’appuntamento con le riforme: possiamo realizzarle se uniamo le intelligenze del paese e le persone di buona volontà, perchè basta questo per avviare un percorso di scrittura di nuove norme”.
Quanto al tema dei magistrati in politica, Grasso dice che “chi sceglie questo impegno non dovrebbe candidarsi nelle circoscrizioni dove ha esercitato la sua funzione e poi non dovrebbe più tornare più indietro. Il punto è solo questo, visto che anche i magistrati, come tutti i cittadini, hanno diritto a partecipare alla vita politica ma a condizione che sia una scelta definitiva, perchè tornare a fare il magistrato non sarebbe compatibile con l’immagine di indipendenza e imparzialità giustamente volute dalla nostra Costituzione. Non dimentichiamo la lezione di Calamandrei il quale sosteneva che quando la politica entra nella giustizia questa non è più tale perchè la giustizia oltre che essere deve sempre apparire imparziale”.
La legalità crea sviluppo, evadere è criminale
Intervista di Claudia Fusani per L’Unità
Nei luoghi difficili il giudice poi procuratore è nato, cresciuto e diventato grande. In omaggio al suo passato, in onore di un futuro prossimo, Piero Grasso, ex procuratore nazionale antimafia, capo lista nel Lazio al Senato per il Pd, ha deciso di cominciare la campagna elettorale dal municipio di Tor Bella Monaca. Un luogo che è bene descrivere con cifre e fatti: VIII municipio di Roma, 250 mila abitanti, oltre la metà dei residenti è precaria e con gravi problemi di reddito. Quartiere di negozi e servizi, ha oggi circa la metà delle saracinesche chiuse. E non sono turni di riposo. In un posto così la camorra, dicono le inchieste della magistratura, si è prima allungata e poi allargata: estorsioni, usura, traffico di droga, prostituzione, usura, gioco illegale, riciclaggio.
Ecco che la saletta di quartiere con le luci al neon zeppa di giovani, anziani, stranieri, dev`essere sembrata al procuratore quanto di più simile a una Scampia napoletana o a uno Zen palermitano trasportati nella Capitale. È un filo emozionato Grasso, si capisce da come posta il suo primo tweet, «per il mio primo comizio pubblico ho scelto Tor Bella Monaca». Ma in fondo stare qui vuol dire anche non correre il rischio di soffrire di certe nostalgie. Quella che segue è una chiacchierata pochi minuti prima di affrontare la prima piazza della sua campagna elettorale.
«Ho – spiega – idee e progetti maturati in 43 anni da magistrato. Le diagnosi sono fin troppo chiare, adesso è il tempo delle cure e di riforme decisive. Contro le economie criminali, ad esempio».
A quanto ammonta oggi il fatturato delle mafie? Le ultime stime di Transcrime parlano di reddito pari a 30 miliardi…
«Le economie criminali non sono solo le economie mafiose. La voce comprende anche le stime della corruzione, tra i 50 e i 60 miliardi l`anno; quelle dell`evasione fiscale, 120 miliardi l`anno di cui 40 solo per l`Iva. Ecco se sommiamo queste cifre siamo intorno ai 210 miliardi l`anno».
Circa il 20 per cento del nostro Pil.
«Di più, se potessimo recuperare anche solo la metà di quei soldi avremmo potuto evitare al paese tutte le manovre del governo dal 2011 a oggi. Avremmo un paese meno devastato dalla crisi».
Legalità come voce di sviluppo?
«Non ci sono dubbi. Ma per uscire dalle parole, dovremmo tutti, soprattutto in posti come questo, comprendere fino in fondo queste cifre. Diventerebbe così chiaro a tutti che evadere le tasse, non pagare l`Iva, anche queste sono forme di economia criminale. La conquista illegale, sotto ogni forma, di spazi di potere economico inquina tutto, il tessuto sociale, la politica e le istituzioni. Quindi il risanamento dell`economia, ma anche una maggiore uguaglianza sociale e contributiva, passano anche per il contrasto e l`aggressione alle economie criminali».
Ha detto, “diagnosi chiara, adesso è il tempo delle cure”. Quali?
«Le elenco: una legge contro l`autoriciclaggio, contro il falso in bilancio, la frode fiscale e le false fatturazioni che sono sempre strumenti per creare soldi a nero».
Sfugge, spesso, il peso della norma contro l`autoriciclaggio. Può spiegarla?
«Al momento il nostro codice esclude che si possa procedere per riciclaggio contro chi ha commesso l`attività criminosa da cui provengono i beni occultati cioè contro chi occulta o investe danaro provento di attività illecite. Esempio: la legge consente di indagare sul rapinatore che ha preso 100 milioni in banca ma non sulla successiva attività di occultamento o impiego magari in attività lecite, di quei 100 milioni. Questa successiva attività finisce con l`inquinare l`economia e va quindi punita ulteriormente, come avviene ormai in quasi tutti i paesi del mondo, trattandosi di un altro reato. Oggi è molto importante collegando l`autoriciclaggio con i reati di frode fiscale o di corruzione, avere uno strumento ulteriore per sequestrare e confiscare i capitali criminali».
Sembra ovvio e scontato. Perché non s`è fatto finora?
«Da anni richiedo invano al Parlamento questi provvedimenti. Adesso finalmente potrò proporre io la legge che ritengo più giusta in quadrando il reato di auto riciclaggio fra i reati contro l`economia pubblica, l`industria e il commercio».
Gli strumenti investigativi? Sufficienti?
«Manca ancora un vero coordinamento e accentramento delle fonti informatiche esistenti. Mi riferisco, soprattutto, al fatto di poter dare all`autorità giudiziaria le stesse potenzialità informatiche che ha l`Agenzia delle entrate. Sarebbe utile inoltre scambiare i risultati degli accertamenti amministrativi con quelli delle indagini patrimoniali».
Anche questo sembra l`uovo di Colombo. Perché non s`è fatto finora?
«Credo per una malintesa forma di garantismo in nome della privacy, che non consente all`autorità giudiziaria di entrare nel rispetto della legge nei segreti delle banche. In Italia deve passare il concetto che chi fa una dichiarazione dei redditi fasulla non è un furbetto ma uno che tradisce il proprio paese. È così negli Stati Uniti, così in Germania. Chi ha tradito la fede del mercato non può tornare sul mercato».
E per utilizzare al meglio i beni confiscati?
«Serve più managerialità presso l`Agenzia nazionale dei beni confiscati, più liquidità ma anche rivedere il codice delle leggi antimafia. Ogni tanto sarebbe utile anche vendere qualcosa. Se la mafia lo riacquista, lo sequestriamo di nuovo».
Caro Giovanni Tizian non sei solo: noi siamo con te
Voglio esprimere la mia forte solidarietà al giornalista Giovanni Tizian che subisce da tempo pesanti intimidazioni da parte della criminalità organizzata, come è emerso anche dalle intercettazioni nell’ambito di una inchiesta contro un giro d’affari della ‘ndrangheta.
Tizian sa che non è solo, svolge il suo lavoro con coraggio e determinazione, diventando così un pericolo per la criminalità organizzata e un esempio per l’Italia democratica che vuole combattere le mafie.
Sulle liste pulite il Pdl costretto a venirci dietro
Intervista di Carlo Fusi su Il Messaggero
Pietro Grasso, ex procuratore Antimafia, giudica un fatto positivo la decisione del Pdl di eliminare dalle liste elettorali alcuni dei suoi maggiori esponenti poiché inquisiti. Una decisione dovuta anche all’impopolarità che l’insistenza su quei nomi avrebbe comportato.
Dottor Grasso, dunque la scelta del Pdl a suo avviso è dettata solo da motivazioni elettorali?
«Guardi, io penso questo: che la decisione, diciamo così, di ripulitura delle liste Pdl sia dovuta a quanto fatto da noi, dal Pd. Il nostro è stato un grande passo in avanti. Nonostante non fosse necessario ai fini della legge sulle incandidabilità; nonostante non fosse necessario per il codice etico almeno sotto gli aspetti formali, il Pd ha avviato un circolo virtuoso. Questo ha prodotto una sorta di gioco al rialzo; ha innalzato l’asticella dell’etica. Una volta tanto, anziché giocare al ribasso, tappandosi il naso di fronte a chi portava più voti, si è cercato di dare un segnale di rinnovamento importantissimo».
D’accordo, ma cosa significa per il Pdl?
«Non mi posso mettere dal punto di vista del Pdl».
Diciamo così allora: che valutazione politica dà del no a candidare personaggi come Dell’Utri o Cosentino?
«Penso che il Pdl abbia evitato un danno. Un danno di perdita secca di voti. Gli elettori non avrebbero capito l’insistenza su certi nomi per i quali, per esempio, era stato chiesto dai magistrati l’arresto e solo il voto contrario del Parlamento l’aveva evitato».
Il riferimento è a Cosentino: per due volte la Camera ha detto no all’arresto…
«Vede, il Parlamento non deve essere il luogo dell’impunità: il Parlamento deve essere il luogo dove vanno persone specchiate. E non solo che Io siano: ma che anche appaiono specchiate. Perché i cittadini devono avere fiducia in coloro che li rappresentano e questi ultimi devono possedere un forte patrimonio di credibilità. Il Parlamento non deve essere un luogo dove difendersi dalla giustizia. Il Pdl, sotto questo profilo, ha fatto un passo avanti ed evitato un danno maggiore».
Ecco, alla luce di queste esclusioni, nel prossimo Parlamento la questione giustizia risulterà a suo avviso meno ingombrante che nel passato?
«Il controllo di legalità che i magistrati attuano è un valore che va difeso da tutti: altro che gridare al complotto. E’ un valore della democrazia, e naturalmente deve essere svolto in maniera equilibrata, non faziosa. Non si può incolpare la magistratura: la magistratura indaga su fatti che sono compiuti da individui. Capisco che questo controllo possa risultare non gradito, ma è giusto che ci sia».
Resta che le nuove Camere accoglieranno meno inquisiti ma un bel po’ di magistrati a partire da Antonio Ingroia…
«Guardi, se lei fa il conto vedrà che ce ne saranno assai meno che nelle passate legislature. Faccia invece il conto degli avvocati, la prego…».
Ne facevo una questione politica, non numerica: se cioè con più magistrati parlamentari diminuirà lo scontro tra politica e giustizia.
«Lo scontro si elimina se si accetta il controllo di legalità nei termini che ho detto».
Fonte: Il Messaggero
L’audio del mio intervento a Radio Città Futura
Mercoledì 23 gennaio sono stato ospite del programma Ora di punta in onda su Radio Città Futura
Crocetta è un combattente antimafia, non si farà intimidire
“Rosario Crocetta è un combattente dell’antimafia, lo conosco bene da molti anni e so che non si farà certo intimidire”
Lo afferma Piero Grasso, candidato del Pd alle elezioni politiche, dopo le minacce indirizzate al presidente della Regione siciliana e ad un imprenditore di Confindustria Sicilia.
Grasso esprime “solidarietà a Crocetta e all’imprenditore” e conclude: “La lotta contro la mafia ha potuto segnare numerosi risultati positivi anche grazie a persone come loro, sempre in prima fila a denunciare la cultura criminale in ogni sua espressione”.
Ho firmato per la campagna “Riparte il futuro”
Lo rendono noto gli stessi candidati democratici che sottolineano come ”la lotta alla corruzione e’ centrale nelle proposte con cui il Pd si candida a guidare il Paese”.
”Si tratta di una sacrosanta battaglia di civilta’ – aggiungono – necessaria per portare l’Italia alla guida della ripresa economica europea. La corruzione, l’infedelta’ fiscale, l’evasione e una gestione opaca della pubblica amministrazione
rappresentano infatti uno dei piu’ grandi limiti alle nostre potenzialita’ di sviluppo e di attrazione di capitali dall’estero”.
”Anche in quest’ultima legislatura – dicono ancora – il Pd ha messo in campo importanti proposte che sono tuttavia rimaste inascoltate dal governo e dalla maggioranza parlamentare guidata da Pdl e Lega. Nella prossima legislatura ripresenteremo alcune delle nostre proposte per rafforzare la normativa contro la corruzione e sosterremo anche il progetto di legge, promosso oggi da Libera, per rafforzare il contrasto al voto di scambio.
La campagna di Don Ciotti e’ un importante stimolo affinche’ nella prossima legislatura si possano fare importanti passi avanti per ridare credibilita’ e moralita’ alle nostre istituzioni”
È opportuno istituire una nuova Commissione stragi
“Il lavoro della Commissione antimafia è la premessa per continuare in parlamento la ricerca della verità sulle stragi dei primi anni ‘90. Le comunicazioni finali del suo presidente, Beppe Pisanu, raccolgono alcuni spunti e ne lasciano sullo sfondo altri, confermando, insieme alle numerose audizioni svolte, l’esistenza di questioni ancora aperte che devono trovare spiegazioni. L’attenzione dei più è stata concentrata sulla cosiddetta trattativa, un tema che non deve essere confinato solo alla questione dell’uso del 41/bis. La mafia ha sempre cercato interlocutori nelle istituzioni e non sappiamo, ad esempio, se il progetto di introdurre l’istituto della dissociazione per i mafiosi, o la legge sull’abolizione dell’ergastolo, siano state oggetto anch’esse di un dialogo tra i boss e pezzi delle istituzioni: dobbiamo capirlo e c’è molto lavoro da fare. Intanto, possiamo dire con certezza che la Commissione Antimafia ha stabilito che Cosa nostra fu parte di una strategia della tensione e che alcuni progetti criminali furono realizzati con il supporto esterno. Resta senza risposte il fallito attentato allo stadio Olimpico: perché non fu ritentato, cosa o chi intervenne? C’è abbastanza materiale per aprire una nuova inchiesta parlamentare che faccia luce sulle stragi terroristiche-mafiose: per questo ho parlato dell’opportunità di istituire una nuova Commissione Stragi”.
Lo ha detto Piero Grasso, candidato del Pd alle elezioni politiche.