Incontro con il Re Willem Alexander e Regina Máxima dei Paesi Bassi

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Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ricevuto oggi a Palazzo Giustiniani le Loro Maestà il Re Willem Alexander e la Regina Máxima dei Paesi Bassi, in visita di Stato nel nostro Paese.

Al centro del cordiale colloquio, le eccellenti relazioni di amicizia fra i due paesi, l’impegno nella promozione della legalità e nel contrasto al crimine organizzato,
l’integrazione di rifugiati e migranti legali, anche quale argine a fenomeni di radicalizzazione e terrorismo.

Prima edizione Master in analisi e valutazione delle politiche pubbliche

Discorso del Presidente Grasso in occasione dell’inaugurazione

Autorità, gentili ospiti,

è per me un grande piacere e motivo di particolare soddisfazione essere qui oggi per questa cerimonia di consegna dei diplomi di Master di secondo livello in Analisi e valutazione delle politiche pubbliche.

Si tratta infatti di una giornata significativa sotto molteplici profili. Lo è per chi ha compiuto un percorso formativo qualificante e di altissimo profilo, che ha fornito conoscenze e strumenti teorici e metodologici per poter affiancare il decisore politico con rigorose analisi basate sull’evidenza empirica, oltre all’analisi controfattuale e sperimentale. È questa una giornata significativa anche per le stesse Istituzioni che hanno collaborato alla realizzazione di questa prima edizione del Master. Abbiamo superato insieme le iniziali incertezze e i dubbi e, grazie alla determinante collaborazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e di centri di ricerca di eccellenza quali l’IRVAPP e l’ASVAPP – permettetemi di ringraziare in modo particolare il direttore del Master, prof. Michele Bernasconi – siamo riusciti a portare a termine con esiti straordinari, al di là delle stesse aspettative iniziali, questa prima edizione del Master.

L’importanza del progetto è apparsa chiara fin dall’inizio anche ai Presidenti dei Consigli regionali, e ciò ha portato alla firma di un Protocollo tra il Senato e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, con il duplice obiettivo di instaurare un rapporto di sistematica collaborazione per lo scambio e condivisione dei rispettivi patrimoni conoscitivi. Ringrazio pertanto – ed è un ringraziamento non formale – il Presidente Iacop e tutti i Presidenti dei Consigli regionali, con i quali più volte in questi mesi ci siamo incontrati e con i quali abbiamo lavorato con convinzione e determinazione.

Ringrazio, per aver accettato di essere qui, il dottor Pagano, Direttore esecutivo della Banca Mondiale, con la quale il Senato intende avviare – con il supporto dei Senatori Questori – un’attività di collaborazione continuativa. Il dottor Pagano terrà una lectio magistralis proprio per illustrare l’esperienza della Banca Mondiale in materia di analisi e valutazione. Sono state tutte collaborazioni di particolare importanza, avviate dal Senato sia con la finalità specifica della realizzazione del Master, sia con la prospettiva di un ampiamento del patrimonio conoscitivo e documentale a supporto della decisione politica.

In quest’ottica, con un intenso percorso durato circa due anni, l’Amministrazione del Senato ha completato la fase di formazione del proprio personale in materia di valutazione delle politiche pubbliche e ha avviato ulteriori attività di specializzazione per gruppi più ristretti di dipendenti, i quali hanno partecipato a importanti seminari e incontri internazionali. In questo quadro, si è inoltre stabilito di costituire l’Ufficio Valutazione Impatto (UVI), a supporto del quale lavorerà il Gruppo di lavoro in analisi e valutazione delle politiche pubbliche composto dal personale competente ed esperto in materia. Il Master di secondo livello assume, all’interno di questo complesso processo ancora in itinere, il ruolo fondamentale di assicurare alle Istituzioni la possibilità di avvalersi di collaboratori qualificati in grado di svolgere un compito essenziale e delicato.

Grazie.

Quel cappotto mai più indossato

Articolo de L’Osservatore Romano 

Una stagione travagliata della storia repubblicana dell’Italia è al centro del libro di Pietro Grasso, presidente del Senato, Storie di sangue, amici e fantasmi. Ricordi di mafia (Milano, Feltrinelli 2017, pagine 236, euro 17). Una stagione, da un lato, drammaticamente segnata dalla presenza tentacolare e funesta della mafia, dall’altro, caratterizzata dall’efficace risposta dello Stato, che è riuscito ad assicurare — in particolare con il maxiprocesso di Palermo — una svolta decisiva nella serrata lotta a Cosa nostra e ai suoi capi. «Di quel maxiprocesso — scrive nella prefazione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella — Grasso è stato giudice a latere, guidandolo con sicurezza». Un processo che si è configurato come un vero e proprio spartiacque: da quel giorno, infatti, l’opinione pubblica ha conosciuto compiutamente volti, nomi, gerarchie, riti, affiliazioni, linguaggi di Cosa nostra. Un processo suggellato da settemila pagine di motivazione della sentenza. Tra i tragici capitoli che scandiscono le tappe dell’esaustiva e illuminante rievocazione di Grasso acquista un particolare rilievo quell’«Epifania di sangue» del 1980, quando fu assassinato il fratello del capo dello Stato, Piersanti. «Quando penso a Piersanti Mattarella — scrive il presidente del Senato — mi rivedo giovane magistrato con un cappotto color cammello, mai più indossato dopo quel giorno, intento a ispezionare l’automobile crivellata di colpi». Quel giorno, sottolinea Grasso, «fu colpito anche un simbolo, un uomo che stava operando una svolta profonda non soltanto nell’amministrazione regionale ma anche nella politica italiana». Il libro si apre e si chiude con il ricordo appassionato di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, due maestri e due testimoni — scrive Sergio Mattarella — che sono diventati, anche per l’intrecciarsi del loro impegno e della loro vicenda umana, «il simbolo di tutti i caduti dello Stato e della società italiana nella guerra alla criminalità organizzata». E Grasso scrive loro due lettere immaginarie, dalle quali emergono «disperazione, rabbia, un dolore lancinante e un senso di perdita irrimediabile».

Mattarella sottolinea poi che il libro di Grasso riesce a far ben comprendere, senza mai farsi irretire dalle suggestioni della retorica, che la mafia non è un fenomeno ineluttabile, connaturato al Meridione e alla sua cultura. Ma è una «grave patologia che, generata da cellule maligne, attacca la parte sana della società». E per quanto sia difficile estirpare del tutto tale nociva patologia, non bisogna mai darsi per vinti, evidenzia Grasso in diversi passaggi del libro. E non a caso il presidente del Senato, all’inizio del volume, fa una mirata citazione da Il buio oltre la siepe di Harper Lee: «Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede»

Gli orrori della mafia e il coraggio di pochi

Articolo di Giovanni Marino per La Repubblica Napoli

C’è stato un luogo dove si è combattuta una guerra. Colpevolmente ignorata e dolosamente sottovalutata dai palazzi romani, da un governo cinico e assente nel migliore dei casi, pavido e colluso nel peggiore. Da una parte loro, gli assassini di Cosa nostra, guidati, all’epoca, in una staffetta grondante terrore e sangue, da Totò Riina e Bernardo Provenzano. Dall’altra gli uomini giusti e coraggiosi, giusti e coraggiosi come pochi, oggi un elenco di croci, purtroppo. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Ninni Cassarà, Boris Giuliano, Pio La Torre, Rocco Chinnici, Cesare Terranova, Gaetano Costa, Piersanti Mattarella e la lista non finisce qui. Il teatro della battaglia era Palermo. Città magnifica strangolata dalla mafia e, all’epoca, rintanata in se stessa, angosciata e omertosa, incapace, nel suo tessuto sociale, di qualsiasi significativa reazione. Tranne in quegli uomini. Costretti a divenare eroi. E martiri.

Racconta questa guerra – e il prosieguo di una lotta non ancora conclusa – l’intenso libro del presidente del Senato Pietro Grasso, a lungo pm antimafia, giudice a latere del primo storico maxiprocesso che inchiodò per la prima volta Cosa nostra alle sue atroci responsabilità, procuratore di Palermo e capo della Direzione nazionale antimafia. E basta leggere le 233 pagine di “Storie di sangue, amici e fantasmi”, edito da Feltrinelli, che si presenta giovedì a Napoli nello store di piazza dei Martiri alle 18 con Paola Saluzzi e le letture di Marco D’Amore, per capire come ogni anche minima discussione su una possibile scarcerazione di Riina per ragioni di salute sia pretestuosa e, assieme, semplicemente inaccettabile. Totò – Salvatore – Riina compare costantemente nel racconto di Grasso, e non potrebbe essere altrimenti. Così come Provenzano, a cui l’allora magistrato diede una lunga e pervicace caccia. Padrini nati e cresciuti con un unico obiettivo uccidere per prendersi la Sicilia e poi, in un folle e crudele piano, il paese. Grasso si rammarica di non esser riuscito a far luce su alcuni delitti eccellenti. Come quello di Piersanti Mattarella (suo fratello, oggi presidente della Repubblica, è autore della prefazione al volume). E rimpiange il fatto che Provenzano sia scomparso con tutti i suoi mille pesantissimi segreti che avrebbero potuto aprire squarci di verità su inconfessabili connection.

Interessantissimo il racconto del maxiprocesso vissuto in prima persona da Grasso, con una serie di aneddoti e impressioni che soltanto lui poteva fornirci. Emozionanti e cariche di suggestioni le due lettere che, idealmente, Grasso scrive ai suoi amici e compagni di lavoro: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E’ un bel libro, quello di Pietro Grasso, perchè fa rivivere “in diretta” una stagione che nessuno deve dimenticare. Perchè trasuda impegno civile. Perchè ricorda quei giusti che non ci sono più. E ne tramanda ai più giovani le gesta, il valore, l’innegabile talento. Con la speranza che, presto, l’aggettivo “pochi” venga sostituito da “molti”.

E il senso di un racconto struggente e reale sta forse tutto, o quasi, nella citazione (tratta da Harper Lee, Il buio oltre la siepe) che apre il libro: “(…)aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. E’ raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede”.

Presentazione del libro “Europa sfida per l’Italia”

Presidente Emerito, Autorità, cari amici,

ho accolto con molto piacere l’invito a ospitare in Senato la presentazione di questo bel volume collettaneo dedicato all’Italia nel suo rapporto con l’Europa. Durante la legislatura ci siamo trovati in tante occasioni proprio in questa sala a fare il punto sullo stato del processo di integrazione europea, che si trova nel sessantesimo anno dalla firma dei Trattati di Roma.

Sui Trattati si è costruito un patrimonio che deve essere difeso e sviluppato. Il libro ricorda quanto illusorio sia pensare che il ritorno al nazionalismo possa offrire una via migliore o anche solo percorribile per recuperare sovranità e per consolidare le nostre democrazie, in un mondo in tumultuoso cambiamento. Sono illusioni pericolose, che hanno segnato tanti appuntamenti elettorali degli ultimi anni in Europa e avranno un ruolo importante anche in quelli a venire. La sfida è, come si legge nell’introduzione del libro, convincere i cittadini che si potrà “conservare la nostra sovranità solo condividendola”: una sfida che ha segnato profondamente le recenti elezioni francesi, è al centro della campagna elettorale tedesca ed è un tema essenziale del dibattito pubblico italiano. Non mancano i paradossi. Come rileva il Prof. Cassese l’Unione Europea non è stata mai tanto al centro della sfera pubblica come in questo momento nel quale se ne mette in discussione l’esistenza: mentre internamente vive contestazioni, la nostra Unione continua a essere vista sulla scena internazionale attraverso la forza consolidata dei suoi valori: lo stato di diritto, la democrazia, l’ambiente, l’apertura agli scambi internazionali”, lo ricorda nel suo saggio il Pres. Monti.

La mia impressione è che, nonostante tutto, si stia nuovamente affermando la precisa consapevolezza dell’indispensabilità dell’Unione. Si sta aprendo a livello europeo una stagione nuova, densa di sfide, di opportunità e responsabilità per il nostro Paese che da sempre è cuore dell’Europa e del Mediterraneo. Mi pare di un certo interesse, per esempio, il documento di riflessione presentato dalla Commissione di recente sul rafforzamento dell’Unione economica e monetaria, che sviluppa molti dei temi proposti da tempo dal Governo italiano alla comune riflessione, di cui dà conto il Ministro Padoan nel suo contributo e analizzati nei saggi di Micossi, di Bini Smaghi e del Sen. Guerrieri.

Concordo con Perissich, che evidenzia come questi anni di continua recessione abbiano indotto i cittadini a sentire il vincolo europeo più come una costrizione che come uno stimolo. Io penso che per rovesciare questo sentimento il ruolo dei Parlamenti nazionali sia determinante. Moavero ricorda le novità introdotte dalla legge 234 del 2012 che hanno permesso confronti frequenti in Aula e in Commissione con il Governo sulle scelte e le politiche europee. Come si ricorda in diversi punti del volume, lavorare insieme resta ancora il modo migliore, io credo l’unico, per superare le poderose sfide che abbiamo davanti. Penso ai flussi migratori, alla difesa, alla sicurezza che richiedono risposte riconoscibili immediatamente dai cittadini. Penso al mercato unico, la cui costruzione deve essere portata in fondo prestando più attenzione, come ricorda Draghi, agli aspetti redistributivi dell’integrazione. Io sono convinto, e non mi stanco mai di ripeterlo, che sia necessario intervenire con la massima urgenza sulle crescenti diseguaglianze che hanno escluso troppe persone da società troppo incentrate sul perseguimento della ricchezza e del potere. Realizzare la coesione sociale è il modo migliore per rafforzare la fede europea dei cittadini e per prevenire le marginalizzazioni, che sono anche all’origine di radicalismi e illegalità. A questo fine serve certamente l’impegno dei Governi nazionali, attraverso politiche espansive che creino crescita e occupazione, ma serve anche avviare iniziative comuni europee più ambiziose che si rivolgano alla vita dei cittadini.

Il primo obiettivo politico è ricostruire un clima di fiducia per superare i freni che hanno fin qui impedito di passare a una nuova fase di integrazione. Serve un’analisi condivisa delle risposte che l’Unione ha dato alla crisi economica e finanziaria e che hanno avuto impatti molto differenziati sui vari Paesi e sulle diverse componenti sociali di ciascuno di questi. In questa direzione, occasioni di confronto fra Parlamenti nazionali e istituzioni europee sono preziose perché permettono di considerare le ragioni di ciascuno evitando che temi e problemi comuni siano lasciati a dibattiti nazionali, divenendo ostaggio delle contingenze politiche o elettorali. Ringrazio dunque i curatori e gli autori del volume e gli autorevoli relatori che contribuiranno a un confronto vitale per il Paese che sia al tempo stesso profondamente europeo e pienamente consapevole.

Grazie.

 

IX volume collana Diritto cinese e sistema giuridico romanistico

Caro Ambasciatore Li Ruiyu, cari professori, cari amici

ho davvero molto piacere di potere ospitare nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani la presentazione di questo nuovo Volume della Collana “Diritto cinese e sistema giuridico romanistico. Leggi tradotte della Repubblica Popolare cinese”, curato da Laura Formichella e Enrico Toti. L’iniziativa editoriale è stata avviata nel 2000 nell’ambito di un più ampio programma di diffusione in Italia della conoscenza del diritto cinese ed è tuttora l’unico esempio di traduzione di carattere scientifico di leggi cinesi in italiano, con testo a fronte. Dopo i precedenti volumi sui contratti, sui diritti reali, sulle società, sui marchi, brevetti e diritto d’autore, sull’ambiente, la pubblicazione di questo nono volume, dedicato alla legge sulla sicurezza alimentare testimonia in maniera emblematica i progressi compiuti nel nostro Paese nello studio e divulgazione della legislazione cinese. La Collana offre un contributo di fondamentale importanza ai fini non solo della comparazione giuridica e della ricerca scientifica, ma anche della conoscibilità stessa delle obbligazioni giuridiche da parte dei tanti imprenditori, professionisti e consulenti che contribuiscono ad alimentare gli scambi e le relazioni economiche tra Italia e Cina. Uno strumento molto utile anche per l’impresa. Le barriere che gli imprenditori incontrano all’ingresso in un Paese non sono solo quelle doganali, ma anche quelle giuridiche, amministrative, culturali, linguistiche che molto spesso ostacolano o ritardano il pieno inserimento nel tessuto produttivo locale.

I rapporti tra il nostro Paese e la Cina vivono una nuova e rigogliosa fase. Le visite istituzionali reciproche offrono chiara rappresentazione della dimensione e della saldezza di relazioni che intercorrono tra i nostri Paesi. Io ricordo con grandissimo piacere la mia bella visita nella Repubblica Popolare Cinese, che è stata seguita da quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente Gentiloni.

Una delle direzioni strategiche più importanti del futuro dei nostri rapporti attiene allo strutturale coinvolgimento italiano nelle nuove “Vie della Seta” o “Una cintura, una strada”. Ci sono una molteplicità di altri rapporti: economici politici, culturali, tecnici, giuridici. Il contributo che l’Italia può offrire al diritto e all’economia cinese si declina a sua volta in una molteplicità di ambiti, fra i quali sta acquistando una grande importanza il tema la sicurezza alimentare, un settore che a partire dal 2009 ha conosciuto in Cina un processo di profondo rinnovamento. Il Dodicesimo Piano Quinquennale cinese, conclusosi nel 2015, includeva fra i suoi principali obiettivi l’incremento degli investimenti stranieri nell’agricoltura al fine di assicurare una migliore qualità e sicurezza degli alimenti prodotti o consumati in Cina. Anche nell’ambito della cooperazione internazionale, il tema della qualità e della sicurezza alimentare è stato oggetto di numerosi accordi di cui protagonisti sono stati la Cina e l’Italia, un Paese produttore di alimenti di qualità e tecnologia di avanguardia.

Mi piace ricordare, proprio perché riguarda la mia terra d’origine, il recente accordo sull’esportazione degli agrumi di Sicilia. In questo specifico settore, il legislatore cinese ha tratto ispirazione dal Sistema di allarme rapido europeo, adottando sin dall’inizio un’interpretazione molto ampia del concetto di sicurezza alimentare, riferendolo a tutte le fasi di produzione, di trasformazione e di distribuzione dei prodotti alimentari. Questa circolarità nelle risposte legislative rispetto ai bisogni reali di tutela del consumatore in un’epoca di commerci globalizzati è un risultato di primario rilievo per la cooperazione commerciale tra i nostri Paesi, anche rispetto alla dimensione del mercato unico europeo. Alla globalizzazione dei mercati e alla globalizzazione delle minacce, anche di carattere criminale, noi dobbiamo opporre la globalizzazione della legalità e la globalizzazione dei diritti fondamentali. Penso in questo caso al diritto inalienabile di ogni persona alla salute e alla tutela individuale e collettiva dell’ambiente di vita e dell’ambiente ecologico. Sono certo che questa Collana costituirà uno strumento non solo di conoscenza e divulgazione, ma anche di promozione di una più matura cultura della legislazione, attenta alle ricadute globali delle scelte sovrane operate da ogni Paese.

Ringrazio dunque i curatori del Volume, Laura Formichella ed Enrico Toti, per la passione e l’impegno che da anni dedicano allo studio del diritto cinese. Sono particolarmente orgoglioso del prestigio, che ho accertato personalmente, che i due studiosi hanno saputo conquistarsi presso le università e le istituzioni cinesi dalle quali vengono giustamente considerati dei veri e propri “ambasciatori del diritto” fra Italia e Cina. Ringrazio l’Ambasciatore Li Ruiyu e i relatori che parteciperanno alla presentazione del Volume e auguro a tutti buon lavoro.

Incontro con il Vice Presidente della Repubblica di Honduras

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Il Presidente del Senato Pietro Grasso ha ricevuto oggi, a Palazzo Giustiniani, il Vice Presidente della Repubblica di Honduras, Ricardo Antonio Alvares Arias. Nel corso del cordiale incontro, oltre ai temi istituzionali, sono state approfondite le iniziative di contrasto alla lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione in Honduras, nella prospettiva di una sempre più intensa cooperazione centroamericana e internazionale.

Un patto di fine legislatura non sui tempi ma sui contenuti

di Liana Milella per La Repubblica

Presidente Grasso, allora, rischiamo di andare a una chiusura anticipata delle Camere. Ma tante leggi – Repubblica ne ha  individuato sei – potrebbero andare perdute. Lei vede una possibile soluzione?

“Chiedo alle forze politiche un patto di fine legislatura, non sui tempi – tre mesi in più o in meno non fanno la differenza – ma sui contenuti: prima del voto si approvino in via definitiva i provvedimenti importanti e si mettano in sicurezza i conti”.

Lei ha vissuto una presidenza tormentata, spesso non sono mancati i contrasti con i suoi colleghi proprio sui tempi dei lavori. Condivide il nostro elenco?
“Sì, condivido l’elenco di Repubblica. Io stesso ne feci uno molto simile in un’intervista del gennaio scorso. Alle vostre sei leggi vorrei aggiungere anche quella contro l’omofobia. Ricevo spesso lettere dolorose di ragazze e ragazzi che ne sottolineano l’importanza per un effettivo salto culturale. Aggiungerei anche la riforma della giustizia civile, che è qui al Senato, fondamentale per attrarre maggiori investimenti stranieri”.

Ritiene che il tempo rimasto, solo poche settimane nell’ipotesi più risicata, possa davvero bastare per affrontare leggi anche fortemente divisive, penso per esempio al processo penale oppure al reato di tortura? Oppure sarebbe meglio rinunciare?
“I tempi dipendono soltanto dalla volontà politica. Se in meno di una settimana si porta in aula alla Camera un testo importante come la legge elettorale, allora sembra davvero impossibile che ci vogliano anni per la legge sulla concorrenza, per il processo penale oppure per il Codice antimafia”.

Scusi se insisto, ma i tempi sono importanti. Dai suoi calcoli lei trae, invece, qualche buon segnale? Oppure bisogna rinunciare e aspettare ancora un’altra legislatura nonostante quelle già trascorse proprio come nel caso della tortura?
“Dalla mia recente esperienza politica ho capito che se i partiti ne hanno intenzione, di qui ad agosto, si può fare tutto. Maggioranza e opposizioni collaborino su questi temi, attesi da anni dai cittadini, cercando di migliorare i testi laddove ce n’è bisogno: rispettare questi impegni e mettere in salvaguardia i conti fa la differenza tra l’avventurismo e la responsabilità”.

Il suo è un appello ai partiti. Ma poi, sul piano dell’iniziativa concreta, il presidente del Senato che cosa può fare? Che iniziative può assumere? Fino a che punto può spingere per, non dico imporre, ma quantomeno caldeggiare l’approvazione di un provvedimento?
“Purtroppo i margini del presidente sul calendario dell’aula non vanno al di là della proposta e della moral suasion: è l’accordo tra i gruppi – che poi a loro volta determinano una maggioranza nella riunione dei capigruppo – a definire le tempistiche. Spero che le tensioni che si registrano nella maggioranza in questi giorni non si scarichino su questi temi: perché sarebbe davvero un errore imperdonabile “.

Lo scontro tra Renzi e Alfano è pubblico e nasce per la legge elettorale. Qual è il suo giudizio sul modello raggiunto? Pensa possa essere risolutivo per gli equilibri politici futuri e per avere una maggioranza stabile?
“Della legge elettorale non parlo. Il mio ruolo mi impedisce di entrare nello specifico. Sento solo il dovere di richiamare tutti a una grande attenzione: non vorrei che dopo due sonore bocciature per incostituzionalità ce ne potesse essere una terza”

Per quello che ha potuto osservare fino a oggi ritiene che questa legge andrà in porto? Oppure ci saranno degli ostacoli?
“Il mio modo di pensare è sempre stato: un passo alla volta dopo aver verificato la solidità del terreno. Registro che intorno alla legge elettorale è maturato un ampio consenso. Ora è in discussione alla Camera, io aspetto che arrivi in Senato, dove dovrà essere affrontata prima in commissione e poi in aula, in tempi rapidi, ma senza forzature “.

Ritiene che una nuova legge elettorale sia indispensabile? E se non si riuscisse a raggiungere l’accordo? Se alla fine si finisse per votare con quello che resta dell’Italicum e con il Consultellum?
“Avere una legge elettorale omogenea per entrambe le Camere è fondamentale. È una condizione necessaria, ma non sufficiente, per chiedere lo scioglimento delle Camere. I partiti valutino con la massima serietà e responsabilità i tempi per il bene del Paese, approvino in Parlamento le leggi tanto attese dai cittadini, mettano in sicurezza i conti… e poi buona campagna elettorale a tutti”.

 

 

Conferenza del Primo Ministro del Canada Justin Trudeau

Signor Primo Ministro, Autorità, cari colleghi, Signore e Signori,

desidero unirmi con molta cordialità al benvenuto della Presidente Boldrini al Parlamento italiano a lei, Primo Ministro Trudeau, alla sua delegazione e tutti voi. Per noi è un grande onore e un piacere potere ricevere qui nella sede della democrazia italiana, il Capo del Governo del Canada, un Paese cui l’Italia e gli italiani sono legati da amicizia, rispetto e affetto. Le relazioni fra Italia e Canada sono eccellenti, cementate anche dalla presenza di una comunità di un milione e mezzo di cittadini italo-canadesi e di centoquaranta mila residenti italiani iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero. Noi tutti apprezziamo quella lungimirante politica del multiculturalismo perseguita a partire dal suo Paese già dagli anni sessanta, che oggi assume un valore ancora più alto. L’Italia ha sempre sostenuto con amicizia e con convinzione anche i rapporti fra il Canada e l’Unione europea e considera la recente firma del Partenariato strategico e dell’Accordo economico-commerciale come una risposta positiva e costruttiva a preoccupanti tendenze isolazionistiche e protezionistiche, che paiono essere state in parte arginate al Vertice G7 di Taormina.

Noi viviamo un’epoca caratterizzata da divisioni, squilibri, fratture geopolitiche che hanno spesso segnato passi indietro rispetto alle conquiste degli ultimi decenni. E’ per questa ragione che considero particolarmente significativo un Partenariato che rafforza il dialogo politico e la cooperazione bilaterale, regionale e multilaterale e che riafferma il valore strategico delle relazioni tra l’Unione europea, i suoi Stati membri e il suo Paese. Questo accordo è la base per una collaborazione più estesa e di migliore qualità in materia di tutela dei diritti umani, non proliferazione, lotta al terrorismo, promozione della pace e della stabilità, economia, fiscalità, sviluppo sostenibile, tecnologia, scienza, ricerca e innovazione, cultura, istruzione, gestione delle catastrofi, giustizia, libertà, sicurezza, ambiente, migrazioni e altro ancora. Il Governo italiano pochi giorni fa ha approvato il disegno di legge per autorizzare la ratifica dell’Accordo economico-commerciale e il Senato se ne occuperà presto.

Concludo facendo accenno ad alcuni temi di cui lei è un autorevole interprete nel mondo e che accomunano eticamente e culturalmente i nostri Paesi. A proposito di politiche migratorie e di accoglienza dei rifugiati il Canada è all’avanguardia per quanto concerne la capacità di ricezione e integrazione, e questo a noi fa piacere perché in questi difficili anni l’Italia, soccorrendo, accogliendo e restituendo a ogni persona la sua dignità umana sta dando un esempio universale di umanità che ci aspettiamo venga raccolta da tutti con solidarietà e con responsabilità, a partire dai Paesi europei e mediterranei. Io condivido profondamente anche l’approccio del suo Paese al tema dell’integrazione e del riconoscimento agli stranieri dei diritti di cittadinanza, convinto come sono che la forza di un Paese dipenda anche dalla capacità di unire nel pluralismo tutti coloro che si impegnano per il bene comune, i diritti e la democrazia. Sono convinto, caro Primo Ministro, che sulla base di questi valori condivisi negli anni a venire la cooperazione fra Italia e Canada crescerà ulteriormente. Nel ringraziarla ancora per la sua visita la prego di rivolgere a nome mio personale e del Senato della Repubblica il nostro augurio affettuoso di pace, di diritti e prosperità al popolo canadese.

Grazie.

Vivo con senso di colpa del sopravvissuto

“Vi assicuro che non è bello vivere col senso di colpa di essere sopravvissuto: anch’io ho sfiorato qualche attentato, che per fortuna non è riuscito”.
Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel corso della presentazione in una libreria romana del suo ultimo volume ‘Storie di sangue, amici e fantasmi‘, assieme a Roberto Saviano e Lirio Abbate. 
Un libro pubblicato nel 25esimo anniversario della strage di Capaci. “Questo libro è dedicato a chi è nato dopo il ’92, magari figlio di chi non è in grado di raccontare quella storia. Ma è necessario – conclude – conoscere per evitare che si ripeta. Il sangue è quello dei tanti amici. In una storia fatta di troppi fantasmi: come quello di Bernardo Provenzano e di tutti coloro che hanno aiutato la sua latitanza durata 43 anni”.
Un estratto video della presentazione di Roma, qui