70 anni dalle stragi nazifasciste

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Sarà  l’intervento  del  Presidente  del Senato, Pietro Grasso, ad aprire i lavori del convegno “70 anni dalle stragi nazifasciste”. L’evento che vuole rinnovare  la  memoria sulle atrocità commesse dalla truppe nazifasciste in Italia, si terrà giovedì 24 aprile, nella sala Koch di Palazzo Madama. Dopo l’intervento del Presidente del Senato, seguirà quello dello storico Franco Giustolisi,  autore  del  volume  ‘L’armadio  della vergogna’ e di Marco De Paolis, procuratore militare che si è occupato delle indagini sulle stragi.

L’attrice Pamela Villoresi leggerà quindi alcuni brani tratti dal libro ‘Io ho  visto’,  di Pier Vittorio Buffa, dove sono raccolte testimonianze sulle stragi.  L’autore  sarà  presente  ai  lavori.  Parteciperanno  al convegno numerosi  testimoni  diretti delle stragi e Marcella De Negri, figlia di un soldato  italiano  trucidato  a  Cefalonia  dai  nazisti.  Rappresenterà  i militari   italiani  uccisi  nell’isola  greca  dopo  l’8  settembre  1943. Assisteranno  all’evento  anche  i sindaci di Boves, Marzabotto, Fivizzano, Roccaraso, Saonari e di Sant’Anna di Stazzema paesi che furono teatro delle stragi più atroci. I lavori inizieranno alle ore 15.

A un anno della presidenza di Napolitano

I Presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini hanno inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il seguente messaggio in occasione del primo anno della Sua rielezione:

“Ad un anno dalla seduta comune delle Camere che portò alla Sua rielezione, intendiamo rinnovarLe i sensi della più alta gratitudine, nostra e del Parlamento che rappresentiamo. La disponibilità da Lei offerta a continuare il servizio al Paese in una fase tanto delicata della vita politica e istituzionale è stata ed è una risorsa preziosa, sulla quale anche le Camere hanno potuto far leva per avviare l’elaborazione delle riforme che al nostro sistema sono necessarie.

Non solo il Parlamento, ma il Paese intero sa di poter contare su di Lei, e per questo continua ad avere nella Sua Presidenza il più solido e condiviso punto di riferimento.”

Le applicazioni delle cellule staminali in medicina rigenerativa

Intervento al III incontro del ciclo “Scienza, innovazione e salute”, 15 aprile 2014

Cari colleghi, gentili ospiti,

è per me un grande piacere ospitare nella Sala Zuccari del Senato il terzo incontro del ciclo Scienza, Innovazione e Salute, dedicato alle “Applicazioni delle cellule staminali in medicina rigenerativa”.
Vorrei ringraziare la Presidente Emilia Grazia De Biasi, tutti i componenti della Commissione igiene e sanità e gli autorevoli relatori per aver reso possibile questa giornata di ulteriore riflessione e di confronto.
Un particolare ringraziamento alla collega Elena Cattaneo per il suo contributo all’incontro di oggi e per la passione e la competenza con la quale si dedica alla ricerca scientifica anche nel suo ruolo di Senatrice, e per il suo sostegno al dialogo tra scienza e politica affinché la scienza non sia regolata dalle “emozioni ma dalla legislazione”.

Non dobbiamo avere paura di affrontare argomenti controversi ma centrali per la ricerca e per lo sviluppo di nuove e più efficaci strumenti di cura e di prevenzione. Per farlo in modo serio e costruttivo è fondamentale aprire i luoghi della legislazione ai saperi più importanti del mondo culturale, scientifico e sociale prima che il Parlamento sia chiamato a deliberare. Deve essere priorità della politica avvicinare la comunità scientifica all’esercizio del potere pubblico per costruire insieme le politiche del futuro, perché le scelte che prendiamo oggi avranno ripercussioni sul nostro futuro come medici, ricercatori, pazienti, cittadini.
Fiore all’occhiello sul tema di oggi è il Centro di Medicina Rigenerativa di Modena realizzato nel 2008, uno dei più grandi e avanzati d’Europa, interamente dedicato allo studio delle cellule staminali, che ha conquistato un ruolo di prestigio nella comunità accademica a livello internazionale.

Sono questi i nostri grandi successi, dei quali forse non si parla abbastanza o se ne parla troppo poco, presi come siamo dai tanti altri problemi che il nostro Paese si trova ad affrontare.
Scienza e politica sono due facce della stessa medaglia. Da un lato, la scienza deve essere al servizio dei bisogni sociali e trovare il proprio obiettivo ultimo nella difesa della qualità della vita. Dall’altro, è priorità della politica avvicinare la comunità scientifica all’esercizio del potere pubblico per costruire insieme il futuro.
Non dobbiamo poi dimenticare la difficile condizione dei ricercatori in Italia, che sono una ricchezza straordinaria del nostro Paese e vanno sostenuti, incentivati e messi in condizione di lavorare con dignità e serenità, perché la ricerca è un lavoro che si fa prima di tutto per passione. Chi fa ricerca ha il senso, più di ogni altro, dell’appartenenza alla comunità, ad una squadra che lavora per il raggiungimento di un comune risultato. E questo straordinario sentimento di appartenenza è un elemento che non va trascurato, ma sostenuto. La ricerca ha dal canto suo la responsabilità della conoscenza, gli scienziati hanno la responsabilità di scrivere le linee guida di un progresso che custodisce anche il futuro delle prossime generazioni.

E allora a noi istituzioni non resta che l’obbligo di tutelare questa straordinaria risorsa affinché non venga dispersa in altri Paesi. La tutela della dignità dell’uomo e il diritto alla salute non possono non tener conto delle nuove acquisizioni scientifiche. La ricerca scientifica non è un costo ma un valore, un fattore di crescita che punta su conoscenza e intelligenza, coniugando la tradizione culturale e scientifica con la produzione industriale. Un modo etico di investire e di far crescere il Paese. Bisogna incentivare lo sviluppo di una cultura scientifica altamente innovativa per rendere competitivo il nostro sistema, destinando specifiche risorse alla ricerca e assicurando trasparenza e adeguatezza nell’attribuzione e nell’uso delle stesse.
E’ con questa convinzione che auguro a tutti voi buon lavoro.

Osservatorio Mediterraneo sulla criminalità organizzata e sulla mafia

Cari amici, gentili ospiti, carissima Nonna Betta,

è per me un grande piacere poter ospitare qui, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, la presentazione dell’Osservatorio Mediterraneo sulla criminalità organizzata e sulla mafia. Vorrei ringraziare la Fondazione Mediterraneo e la Fondazione Caponnetto per aver dato vita a un’iniziativa che ci offre un momento di ulteriore riflessione sulla lotta alle mafie in Italia e nel mondo.

Questa giornata segna la nascita di un importante strumento per la lotta contro la criminalità organizzata come fenomeno non solo nazionale, ma che coinvolge l’intera area dei paesi del Mediterraneo. L’Osservatorio consolida quella che è ormai considerata un’accezione indiscussa del fenomeno mafioso, che oggi non può prescindere da una visione geopolitica, necessaria per poterlo leggere e interpretare in tutta la moltitudine degli aspetti che lo caratterizzano. Le mafie non si esauriscono in una questione di ordine pubblico interna agli Stati; hanno, invece, un carattere molto più ampio: politico, geopolitico, economico. Influenzano i rapporti fra gli Stati, corrodono la democrazia, inquinano l’economia.

Il modello mafioso italiano, che nel nostro Paese si è radicato ed esteso al di fuori delle regioni di origine, si è espanso in diverse aree del globo trovando terreno fertile, sia per vicinanza geografica che per facilità di contatti e di comunicazioni, nell’area dei Paesi del Mediterraneo. Basta guardare con una prospettiva geopolitica il Mare sul quale si protende il nostro Paese per comprendere quali minacce, e opportunità, si presentano per noi. La sponda sud del Mediterraneo e l’intera regione del Mediterraneo allargato sono scosse da tre anni da un violento tsunami che propaga instabilità in tutto il mondo. Profonde fratture geopolitiche si aprono fra Oriente e Occidente, fra Levante e Golfo, lungo linee di faglia vecchie e nuove. La principale è fra Oceano Indiano e Mediterraneo orientale: snodo geologico (competizione per gli idrocarburi), geoenergetico (competizione per le infrastrutture di esportazione), georeligioso (sunniti contro sciiti), etnico (arabi contro persiani), geopolitico (Iran contro Arabia Saudita). Poi le minacce del jihad globale. Infine, la collisione fra le obsolete strutture sociopolitiche dei regimi e le giovani energie che hanno innescato le rivoluzioni.

Quella che troppo presto e troppo retoricamente abbiamo voluto considerare una “primavera araba” ha esaurito la sua fase ascendente. I rivoluzionari, animati da impeto di libertà, non hanno saputo gestire gli esiti provvisoriamente favorevoli delle rivolte e le controrivoluzioni hanno spesso preso il sopravvento. La Tunisia, prima della serie, ha intrapreso una difficile transizione democratica anche per i perduranti problemi con l’estremismo religioso salafita. Poche settimane fa la firma di una nuova Costituzione, che pur non essendo perfetta riconosce molti principi e diritti, ha acceso una speranza che speriamo si sviluppi positivamente. In Egitto dopo i fatti di giugno è prevalso di nuovo lo “Stato profondo”, i poteri forti; le speranze dei milioni di rivoluzionari si sono arenate, mentre il Parlamento rimane sciolto e la costituzione è sospesa. La Libia si è somalizzata: nella quasi totale impotenza delle istituzioni formali dello Stato il territorio è conteso da incontrollabili milizie armate e al momento non si vede una prospettiva positiva. In Siria, oltre centomila persone sono morte e milioni sono in fuga, in una guerra civile che ha disarticolato per sempre il paese, un conflitto in cui si regolano partite egemoniche internazionali, regionali e locali in cui i movimenti estremistici stanno avendo la meglio, nell’impotenza della  comunità internazionale.

Le conseguenze di questo quadro drammatico sono complesse, e particolarmente per l’Italia. L’instabilità danneggia l’economia, aggrava la povertà endemica di molti paesi della regione; i conflitti producono movimenti di profughi in cerca di una vita migliore, o almeno di una vita possibile. La debolezza delle frontiere, l’anarchia istituzionale apre nuovi corridoi per i traffici di droga, di persone, di armi, di cui l’Italia è il primo terminale.

Se da un lato la criminalità si alimenta di una debolezza strutturale già presente sul territorio, dall’altro genera una serie di gravi conseguenze, come la sottrazione di risorse alla collettività, la riduzione delle prospettive di sviluppo, la diminuzione delle opportunità di occupazione, l’abbassamento della produttività del lavoro, l’aumento dei prezzi di dei beni al consumo. A questi fattori bisogna aggiungere anche l’elevato tasso di disoccupazione strutturale, che favorisce la possibilità per le organizzazioni criminali di esercitare un controllo pervasivo su una larga fetta della forza lavoro, circostanza che costituisce un potente strumento di gestione del territorio.

L’Italia gioca un ruolo importantissimo, sia attraverso i propri militari sia attraverso una importante azione diplomatica che si svolge nella regione e nelle sedi multilaterali. Ma non basta, il nostro Paese deve puntare molto di più sul Mediterraneo per giocarvi un ruolo di leadership e di guida come paese fondatore dell’Unione Europea, nel solco di una tradizionale capacità di dialogo che ci è riconosciuta in tutta la regione e che ci spetta per storia, per tradizione e per cultura.

In un contesto di questo tipo, la creazione dell’Osservatorio rafforza ancora di più il ruolo di guida del Mediterraneo che il nostro Paese è chiamato a svolgere.

I fenomeni criminali cambiano ad una velocità tale da adattarsi velocemente alle modifiche del mondo esterno. La globalizzazione dell’economia ha trasformato il crimine in un’impresa commerciale transnazionale. Per combattere l’espansione della criminalità organizzata è importante seguire e studiare il fenomeno con strumenti che possano registrare cambiamenti ed evoluzioni, affinché gli Stati adottino norme e strategie comuni per un coordinato sviluppo delle indagini e delle politiche. Alla globalizzazione del crimine dobbiamo contrapporre quella della legalità e per fare questo serve un’armonizzazione legislativa delle regolazioni nazionali.

E’, inoltre, compito delle istituzioni riaffermare il ruolo e la forza della decisione politica, perseguendo politiche pubbliche capaci di operare su quelle condizioni sociali economiche e culturali che maggiormente favoriscono il radicamento della criminalità organizzata. Solo con una percezione esatta della sua pericolosità, della sua vastità, solo con una collaborazione costruttiva tra tutti gli attori dei Paesi interessati, riusciremo finalmente a sconfiggere la mafia.

Per tutti questi motivi, oltre che per l’affetto che mi lega alla Fondazione “Antonino Caponnetto” e a Nonna Betta, auguro di cuore buon lavoro all’Osservatorio Mediterraneo sulla criminalità organizzata e sulla mafia.

Grazie.

 

Incontro con il Presidente del Parlamento somalo Jawari

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Il  Presidente  del  Senato,  Pietro  Grasso,  ha  ricevuto oggi, a Palazzo Giustiniani, il Presidente della Repubblica Federale della Somalia, Mohamed Sheik Osman Jawari.

This is not the way to fight corruption in Turkey

di Murat Yetkin per l’Hurriyet Daily News 

Pietro Grasso has for 43 years been one of the top men of law fighting the Mafia in Italy, at a time when corruption was a way of life, not only in social and economic but also in political areas. In the massive 1986-89 operation against the Sicilian mafia, in which Grasso played his first big anti-corruption role, 475 Mafioso were prosecuted and 19 life sentences were handed out. In 1999, as the chief prosecutor in Palermo, another 380 life sentences were given to Mafia members. In 2005, his appointment as the chief anti-Mafia prosecutor created a row within the Silvio Berlusconi government, but he took on the job after a ruling by the Constitutional Court. In 2006, thanks to his investigations, Bernardo Provenzano, the infamous Mafia “father,” was caught on his farm in Corleone after being on the run for 53 years. Grasso got into politics in the March 2013 elections on the Democratic Party list, and was elected as the president of the Senate, the number two position in the Italian system. One of the first actions he took under his new title was to be among the initiators of a new anti-corruption law, to curb the Mafia’s influence on politics. Grasso was among the key note speakers of the World Forum on Governance in Prague on April 9-11, with a theme of fighting against corruption. The Italian Senate president delivered an impressive lecture on crime and corruption and how politics could lead the way in the fight against it. At the forum, I asked him whether he was following the corruption claims in Turkey, in which a number of politicians and businessmen are accused. “As you’re aware,” Grasso began, “For the last year I’ve not been directly involved in the fight against corruption. I’m the president of the Senate now, not a prosecutor anymore.”

The audience thought he was avoiding giving an answer, perhaps because of his new political title, but Grasso said “but” with a little pause and a smile on his face, and continued as follows: “From what I know, no more than press reports, I’m not surprised that these cases of corruption in Turkey have emerged.” Again after a little pause: “I can say that corruption became visible; and also that there is an equally visible crackdown, not on corruption but on those who reported corruption.”

It was clear that Grasso has been following the developments in Turkey closely enough to be aware that a number of judges, prosecutors and police officers have been removed from their posts, accused by Prime Minister Tayyip Erdoğan of being in a plot against himself. Grasso had something to say on this as well, without mentioning any names: “The way to fight corruption cannot be to get rid of those who fight against corruption.”

It was also clear that he was aware that Erdoğan had managed to win the local elections despite all the corruption allegations, evident from the following sentences that had gave with a striking example:  “Even if the people actually agree with the way it has been handled and give their consent, let us not forget that people are not always right. Let us not forget that between Barabbas and Jesus, the people chose Barabbas”.

Why is it not a surprise for Grasso that corruption cases in Turkey have emerged? Was there any particular expectation that it could come soon? Grasso’s answer said there was nothing particular:  “This is not something particular to Turkey, it is valid for every country. What I say about it not being a surprise for me is not based on any particular information, but due to the general flow of developments. I hope Turkey will find a way to fight corruption; I hope Turkey will be in closer relations with the European Union.” Grasso also underlined that transnational crime “closely links corruption, trafficking, tax evasion and illegality in general.” He particularly singled out the “owner identity protection” banking system in Europe and the United States as being a part of the problem and attributed a major role to politicians acting with political ethics.

Nasce l’Osservatorio mediterraneo sulla criminalità organizzata e le mafie

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Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, interverrà oggi alla presentazione dell’Osservatorio  mediterraneo  sulla  criminalità  organizzata e le mafie (Omcom),  promosso   dalla   Fondazione Caponnetto  e  dalla  Fondazione Mediterraneo. “Omcom:  un  Osservatorio  per  una  visione  geopolitica  della lotta alla criminalità  organizzata”: questo il titolo dell’incontro che avrà luogo in Sala Zuccari (Palazzo Giustiniani) a partire dalle ore 15. Sono  previsti  gli interventi del Presidente della “Fondazione Caponnetto” Salvatore  Calleri,  del Presidente della “Fondazione Mediterraneo” Michele Capasso,  di Elisabetta Caponnetto e Enrico Granara. Il  convegno sarà trasmesso in diretta dal canale satellitare e dalla webtv del Senato.

Anniversario disastro Moby Prince: accertare tutta la verità

Desidero rinnovare  la mia vicinanza e il mio affetto alle famiglie colpite ed esprimere il mio più profondo cordoglio per le vittime di quel terribile incidente.

Non potremo mai dimenticare quella notte del 10 aprile 1991 nella quale 66 membri dell’equipaggio e 75 passeggeri persero la vita inghiottiti dalle fiamme a largo del porto di Livorno, nel corso della più grave tragedia che abbia colpito la Marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra. Le istituzioni e la società civile hanno il dovere di rimanere al fianco dei famigliari delle vittime, facendo chiarezza su quanto avvenuto.

Mi auguro che anche il Parlamento sappia dare il proprio contributo, utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione per poter accertare tutta la verità su una strage che per molti aspetti resta avvolta nel mistero.

Incontro con il Presidente della Repubblica Ceca Miloš Zeman

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Il  Presidente  del Senato, Pietro Grasso, incontrerà alle 15,30 di oggi il Presidente  della  Repubblica  Ceca,  Miloš  Zeman,  al  Castello di Praga.

Successivamente,  alle  16,15 è previsto il colloquio con il Presidente del Senato, Milan Stěch. Sono questi i due appuntamenti centrali della giornata odierna,  nell’ambito  della  visita  del  Presidente Grasso nella capitale della Repubblica Ceca.

Oggi, prima dell’incontro con il Presidente della Repubblica, Pietro Grasso interverrà  alla  Seconda Sessione Plenaria del “World Forum on Governance” sulla  corruzione,  organizzato  dalla  Brookings  Institution. Il Forum si svolge  presso  l’Hotel  Augustine,  con inizio previsto alle ore 13,30. Al termine  del  suo  intervento, il Presidente Grasso risponderà alle domande del moderatore Norm Ornestein e del pubblico. Nella  giornata  di  domani,  venerdì 11 aprile, alle ore 10, il Presidente Grasso  sarà  di  nuovo  al Castello di Praga per partecipare alla Sessione inaugurale della Conferenza celebrativa del decimo anniversario di adesione della Repubblica Ceca all’Unione europea. Alle  ore  12  circa,  il  Presidente  del  Senato  assisterà alla Sessione conclusiva del “World Forum on Governance” sulla corruzione.

La giornata si concluderà alle 19,15, nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Praga, dove il Presidente Grasso avrà modo di visitare l’allestimento della mostra dedicata a Tiziano Vecellio.

Assegnazione DDL riforma costituzionale

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E’   stato   presentato  al  Senato,  questa  sera,  il  disegno  di  legge costituzionale   di   riforma  del  bicameralismo  e  del  Titolo  V  della Costituzione. Il presidente Pietro Grasso ha immediatamente assegnato il disegno di legge alla 1a Commissione permanente del Senato.