Discorso all’inaugurazione del monumento del bicentenario dei Carabinieri a Vasto
Autorità, cittadini e cittadine di Vasto,
è per me un grande onore essere stato invitato oggi all’inaugurazione del Monumento in onore dell’Arma dei Carabinieri nel bicentenario dalla loro costituzione.
Voglio esprimere il mio sentito apprezzamento per questa iniziativa, che include anche la decisione di dedicare l’intera zona di via Alborato a Carabinieri caduti nell’adempimento del proprio dovere, tutti legati – con l’unica eccezione del napoletano Salvo D’Acquisto – alla provincia di Chieti. Avete voluto in questo modo lasciare nella memoria dei giovani e dei cittadini un’eterna traccia del sacrificio, oltre che del vice brigadiere Salvo D’Acquisto, anche del capitano Chiarredo Bergia, del brigadiere Sebastiano Preta, del vice brigadiere Camillo D’Onofrio, dei carabinieri Giustino Fusco e Silvino Michetti, che hanno perso la vita per garantire e tutelare i valori di libertà, giustizia e legalità che stanno alla base della nostra democrazia.
È un grande impegno quello che è stato profuso dalla cittadinanza di Vasto per far sentire la propria vicinanza ai Carabinieri, ai nostri servitori dello Stato che ogni giorno, con la loro costante, capillare e discreta presenza, con la loro serietà e, soprattutto, con la dedizione che è loro universalmente riconosciuta, tutelano la collettività.
L’Arma dei Carabinieri esisteva già, sin dal 1814, quando l’Italia ancora non era uno Stato unitario. Quando il loro motto era “usi ad obbedir tacendo e tacendo morir“, che mai come oggi appare assolutamente aderente alle storie dei militari che commemoriamo. Nel primo centenario della nascita il motto fu cambiato in quello attuale “NEI SECOLI FEDELE” e appare inciso a lettere maiuscole nello stemma araldico. Quello della fedeltà alla Patria rimane, del resto, la caratteristica insopprimibile dell’Arma, che a conferma di ciò ha intitolato la marcia d’ordinanza “La fedelisssima” e ha scelto come patrona la “Virgo Fidelis“, la cui ricorrenza cade nel giorno della Presentazione della beata Vergine Maria e coincide con la celebrazione della battaglia di Culqualber (Etiopia), per la quale la bandiera di guerra fu insignita della seconda medaglia d’oro al valor militare. L’Arma è rimasta sempre un costante punto di riferimento, radicandosi sul territorio sino a divenire parte integrante delle comunità locali, sin nei posti più sperduti e lontani. Rimane uno dei simboli che meglio rappresentano la nostra identità nazionale, costituendo un importante modello comportamentale, che gode del rispetto e dell’affetto di tutti i cittadini. Non per nulla é soprannominata la “Benemerita” e nell’ultimo rapporto dell’Eurispes é indicata come l’istituzione più amata dagli Italiani.
Io l’ho conosciuta sin da bambino, avendo uno zio maresciallo comandante di una caserma a Trapani ad un passo dal mare, che andavo a trovare d’estate, ma ho imparato ad apprezzarla sempre meglio nella mia lunga, ultraquarantennale, attività di magistrato, godendo della sempre alta collaborazione e dell’efficiente professionalità dei carabinieri sia nelle indagini di polizia giudiziaria che nella sicurezza della collettività, garantita attraverso le varie specialità istituite contro il terrorismo(GIS), la criminalità organizzata (ROS), le sofisticazioni (NAS), le frodi agroalimentari e comunitarie, la falsificazione del danaro, e le altre dedite alla tutela del patrimonio artistico, dell’ambiente, del lavoro e così via. Ma i nostri ragazzi dell’Arma, guidati con perizia e competenza dai loro superiori, nella duplicità di funzioni di forza armata, autonoma dal 2000, e di corpo di pubblica sicurezza, non operano solo sul territorio nazionale. Sono presenti anche all’estero, ove, assicurando la protezione delle rappresentanze diplomatiche e consolari e contribuendo alle missioni di cooperazione internazionale e di mantenimento della pace, sono divenuti vero e proprio punto di riferimento nelle aree di crisi, alla cui ricostruzione contribuiscono attivamente, guadagnandosi il meritato e, direi quasi affettuoso, apprezzamento delle popolazioni locali, sentimento di cui ho avuto tangibile prova nei miei viaggi all’estero.
Sono felice, dunque, di trovarmi in questo momento qui con tutti voi per rendere questo doveroso tributo a chi è motivo di orgoglio nazionale in Patria e all’estero.
Viva l’Arma dei Carabinieri! Viva la Repubblica!