Intervento del 30 ottobre 2019 sull’istituzione della Commissione straordinaria proposta dalla Senatrice Liliana Segre
Presidente, colleghi,
voglio innanzitutto ringraziare la senatrice Liliana Segre per aver presentato la mozione per l’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, che con convinzione ho firmato insieme a tanti colleghi.
Tali fenomeni non sono nuovi, né sono il frutto di Internet o dei social network, come una lettura superficiale vuol far sembrare. Covano da sempre nelle nostre società, crescono nell’ombra, e nei momenti di crisi possono far riemergere dalle tenebre del passato fantasmi, sentimenti, parole d’ordine, emulazioni e scorciatoie pericolose.
La predicazione dell’odio viene amplificata e propagata dai mezzi di comunicazione disponibili: se i totalitarismi del ventesimo secolo si sono serviti di radio, cinema e giornali, oggi a fare da megafono è senza dubbio Internet e i social network, dove il fenomeno esplode in tutta la sua evidenza come sintomo, ma non è lì che nasce.
Negli ultimi giorni una notizia ha colpito me, e credo tutti noi: una madre ha denunciato alle autorità un gruppo WhatsApp intitolato “The Shoah Party”, in cui venivano condivise frasi, video, immagini inneggianti al nazismo, al razzismo, all’antisemitismo, all’Isis e contenuti pedopornografici: un calderone del peggio che si può trovare online gestito da un quindicenne e con la maggior parte dei membri minorenni.
E’ evidente che la lunga serie di mancanze in questa storia parte dalle famiglie, dalla comunità educante, in generale dagli adulti. Così come è chiaro che la prima regola disattesa, nella complicità generale, è quella sull’età minima di iscrizione alle diverse piattaforme social.
Allo stesso tempo è fuorviante e ridicolo pensare di poter regolamentare tale accesso mediante documenti di identità: primo perché rappresenta una ulteriore cessione di dati a piattaforme private – i documenti appunto – con rischi di furti di identità, secondo perché Internet non ha confini, i social sono internazionali e qualsiasi tipo di limitazione su base nazionale potrà essere facilmente aggirata da un qualsiasi dodicenne di media intelligenza.
Da adulto credo che questo sia un problema enorme del tempo che viviamo. Dobbiamo usare parole di chiarezza, per non ridurre questo nostro dibattito e il lavoro della Commissione che oggi andiamo ad istituire ad un modo ipocrita per lavarci la coscienza da un lato, mentre dall’altro non facciamo nulla di concreto per sradicare l’ignoranza, la rabbia e le convinzioni che sono alla base di questi fenomeni.
Molti di noi avranno visto l’approfondimento che Report ha dedicato alle tecniche di manipolazione online gestite e pagate da gruppi politici e si saranno sorpresi nel vedere che alcune azioni erano mirate a un target di minorenni.
Possiamo fare Commissioni, convegni, discorsi profondi e alzate di scudi, ma finché verranno consentiti e sfruttati per convenienza elettorale tali modalità, cari colleghi, l’apporto della politica non aiuterà la soluzione ma anzi aggraverà il problema. Quante volte i profili social di esponenti politici hanno propagandato notizie di cronaca basate su elementi che si sono rivelati falsi, pur di lucrare consenso? Moltissime. E quante volte si è avuta una rettifica da parte degli stessi profili? Nessuna.
Lo sfruttamento di queste tecniche, lo stillicidio quotidiano in cui si mischiano notizie vere e false, termini ingiuriosi, minacce fasulle e dati spropositati, ha negli anni atrofizzato il nostro senso civico. D’altra parte, i discorsi e gli atti discriminatori e razzisti, non poche volte fomentati o compiuti da politici e amministratori, si vanno a tal punto moltiplicando e banalizzando che il razzismo rischia di divenire senso comune. Un senso comune costantemente rafforzato dal ruolo svolto dai mezzi di comunicazione di massa, potenti ripetitori e amplificatori di tale senso comune, che troppo spesso viene legittimato e incrementato.
Ciò che un tempo era socialmente inaccettabile ora viene rivendicato con orgoglio e accettato con indifferenza. Ma la discriminazione, il razzismo, il linguaggio d’odio va studiato e contrastato, analizzato per ciò che è e ciò che a volte diventa: non solo un insieme di idee, opinioni, rappresentazioni, stereotipi, pregiudizi, né solo un sistema di idee che orienta l’azione, ma la premessa per gravi comportamenti di discriminazione, segregazione, rifiuto, disprezzo e aggressione.
Anche grazie all’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, fenomeni come xenofobia e razzismo, saranno al centro dell’attenzione politica e istituzionale. Infatti, sono utili le raccolte di dati statistici e soprattutto gli approfondimenti basati sull’osservazione di casi empirici e sulla raccolta di testimonianze delle vittime e degli artefici, di situazioni di discriminazione e razzismo.
Senatrice Segre: conosciamo bene la sua storia, la sua forza: gli insulti che riceve ogni giorno non hanno il potere di turbarla, e questa è una ulteriore lezione che ci offre, ma mi consenta di testimonarle, oltre al ringraziamento per questa proposta, anche la nostra vicinanza e il nostro affetto.
La gerarchia dell’ostilità e del disprezzo generalmente cambia in relazione al clima sociale e politico, all’orientamento degli organi di informazione, all’atteggiamento delle istituzioni, a certi eventi nazionali e internazionali, e alla traduzione che ne fanno i mezzi di comunicazione di massa. Dobbiamo avere a cuore qualsiasi persona sia oggetto di razzismo, e la consapevolezza – ce lo insegna la storia – che ciascuno di noi, per una sola delle sue caratteristiche, potrebbe diventarne vittima.
Per vincere questa battaglia c’è bisogno di grande senso critico e di proposte concrete, con una attenzione prioritaria verso l’educazione e la scuola, che si è attrezzata già da tempo per affrontare questi problemi senza tacerli o sottovalutarli.
Per questi motivi annuncio il voto favorevole di Liberi e Uguali.