“La politica deve ascoltare il grido d’allarme sullo stato della giustizia e assicurare uno sforzo eccezionale affinchè la prossima legislatura finalmente diventi l’occasione per le urgenti e indispensabili riforme”. Lo afferma Piero Grasso, candidato del Pd alle elezioni politiche, commentando l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Grasso sostiene che “il dato più allarmante è quello sulle prescrizioni, arrivate a 128 mila, un numero esorbitante che denuncia il fallimento del sistema. Occorre sempre ricordare che l’impunità è la base di un circuito letale per il paese e la sua economia, perchè è una garanzia di intangibilità per corrotti, evasori fiscali e mafiosi. Anche il quadro che ci è stato dato sulla giustizia civile è impressionante per la assoluta mancanza o ritardata tutela dei diritti dei cittadini. Per questo, governo e parlamento non possono più rinviare l’appuntamento con le riforme: possiamo realizzarle se uniamo le intelligenze del paese e le persone di buona volontà, perchè basta questo per avviare un percorso di scrittura di nuove norme”.
Quanto al tema dei magistrati in politica, Grasso dice che “chi sceglie questo impegno non dovrebbe candidarsi nelle circoscrizioni dove ha esercitato la sua funzione e poi non dovrebbe più tornare più indietro. Il punto è solo questo, visto che anche i magistrati, come tutti i cittadini, hanno diritto a partecipare alla vita politica ma a condizione che sia una scelta definitiva, perchè tornare a fare il magistrato non sarebbe compatibile con l’immagine di indipendenza e imparzialità giustamente volute dalla nostra Costituzione. Non dimentichiamo la lezione di Calamandrei il quale sosteneva che quando la politica entra nella giustizia questa non è più tale perchè la giustizia oltre che essere deve sempre apparire imparziale”.