Noi su questa terra che balla … a proposito di terremoti

Eminenza Reverendissima, gentili ospiti,

è per me motivo di profonda soddisfazione rappresentare il Senato della Repubblica in questa meritoria iniziativa di presentazione del libro “Noi su questa terra che balla” il cui obiettivo principale è quello di fornire ai nostri bambini e ragazzi un’occasione di riflessione e di formazione. Eventi naturali ineluttabili, quali appunto i terremoti ed altre calamità in genere, pur nella loro imprevedibilità, rappresentano comunque fenomeni con i quali alcuni Paesi come il nostro possono convivere, gestendone gli effetti dannosi, attraverso lo sviluppo di un’adeguata cultura della prevenzione. A tale riguardo, le Istituzioni hanno il compito di promuovere la diffusione nelle scuole di programmi di educazione civica, intesa non solo come il pur importante approfondimento dell’organizzazione della nostra società, ma anche di una modalità di approccio agli eventi naturali rispettosa delle caratteristiche del territorio. Questo è del resto lo spirito del principio di tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione, sancito dall’articolo 9 della Carta costituzionale.

A tale proposito, mi preme ricordare come il 29 settembre scorso, a poche settimane di distanza dagli eventi sismici verificatisi nell’Italia centrale, l’Aula del Senato sia stata impegnata nella discussione del progetto “Casa Italia”, incentrato proprio sulla necessità di programmare l’utilizzo del suolo e l’attività edilizia in maniera rispettosa dell’assetto geomorfologico del territorio, prendendo spunto anche dall’iniziativa lanciata dal senatore a vita Renzo Piano sul cosiddetto “rammendo delle periferie”. Assieme a queste politiche di lungo periodo, sulle quali si registrano attualmente le criticità più profonde, è altresì compito dello Stato attivare gli strumenti per la gestione immediata ed efficiente delle emergenze, garantendo l’incolumità e la sicurezza della collettività.

È proprio su questi aspetti che il nostro Paese è riuscito a dare il meglio di sé, attraverso l’encomiabile lavoro svolto, in questa come in moltissime altre circostanze, dagli operatori e dai volontari della nostra Protezione civile, oltre che delle Forze armate, delle Forze di polizia, dei Vigili del fuoco e di tutti i tutori dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il livello di professionalità e di competenza raggiunto in tale ambito ci pone sicuramente all’avanguardia tra i paesi avanzati. Oltre ad essere motivo di orgoglio per tutti noi, rappresenta anche l’adempimento di quei doveri inderogabili di solidarietà sociale sanciti dall’articolo 2 della Costituzione.

Non posso quindi che ribadire la sincera gratitudine mia personale e del Senato per l’iniziativa del “Treno dei bambini“, nata sotto l’impulso di Sua Eminenza il Cardinale Ravasi e realizzata sulla base della collaborazione tra il Cortile dei Gentili e le Ferrovie dello Stato, il cui significato è insito nello stesso titolo, ossia nell’elevare i bambini delle zone terremotate a “Custodi della Terra”.

Saranno infatti i giovani a dover tutelare e valorizzare l’inestimabile patrimonio culturale e naturalistico del nostro Paese, nell’ottica di una rispettosa e diligente custodia volta a trasmetterlo intatto e, se possibile, ancor più valorizzato alle generazioni che seguiranno.  Mi piace sottolineare come i grandi Padri nostra cultura letteraria, da Plinio il Vecchio a Lucrezio, fino al più recente esempio di Giacomo Leopardi, abbiano posto il tema di come la condotta umana possa stemperare gli aspetti di entità “matrigna”, che la natura può alle volte palesare, per ricondurla ad una dimensione di amorevole madre del genere umano: è questo d’altra parte uno dei richiami di Papa Francesco nella recente Enciclica Laudato Si’, nella quale ci ammonisce a non pensare di poter essere proprietari e dominatori della Terra, autorizzati a saccheggiarla, ma al contrario a vedere sempre in essa “una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia”.