Riprendersi il futuro: povertà e disagio minorili nell’Italia che cambia

Grasso con l'on. Michela Vittoria Brambilla, Presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

Presidente Brambilla, Autorità, gentili ospiti,

è con grande piacere che il Senato ospita il convegno “Riprendersi il futuro. Povertà e disagio minorili nell’Italia che cambia”, in occasione del quale saranno presentati gli atti dell’indagine conoscitiva della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Permettetemi di rivolgere un saluto particolare e un benvenuto a Ortiz Marìa Estela, Presidente e Segretario generale del Consiglio Nazionale dell’Infanzia del Cile, e a tutti i componenti della delegazione cilena che abbiamo il piacere di ospitare.

La giornata di oggi è una importante occasione di approfondimento e confronto su un tema cruciale che, lo abbiamo ribadito molte volte, dovrebbe essere sempre al centro dell’azione delle Istituzioni. Quando pensiamo alla povertà e al disagio minorile, istintivamente la nostra mente va a luoghi distanti dal nostro vivere quotidiano: in effetti, secondo l’ultimo rapporto Unicef, nel mondo il 20% più povero dei bambini ha il doppio delle probabilità di morire prima dei cinque anni del 20% più ricco; inoltre, quasi un bambino su quattro nei Paesi meno sviluppati è coinvolto nel lavoro minorile e milioni di loro subiscono sistematicamente discriminazioni, violenze fisiche e sessuali, abuso e incuria, sfruttamento. In realtà, e con le dovute proporzioni, povertà e disagio minorile non sono rilevabili solo ed esclusivamente nei paesi in via di sviluppo ma anche nei paesi industrializzati come il nostro.

Solo pochi giorni fa abbiamo ospitato in Senato la relazione dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza  che ci ha illustrato come il perdurare della crisi economica abbia prodotto effetti dirompenti sulla qualità della vita delle fasce più deboli della nostra società e, in particolare, proprio dei minori. Non avere la possibilità di fare almeno un pasto al giorno contenente carne o pesce, la mancanza di indumenti nuovi, di avere libri da leggere, l’opportunità di fare sport e altre attività ricreative: questa la difficile quotidianità che troppi bambini e adolescenti affrontano anche nel nostro Paese. Diventa allora quanto mai importante approfondire in ogni sua sfaccettatura l’impatto e le conseguenze di questa drammatica situazione; per questo ritengo che il lavoro di analisi e studio operato dalla Commissione, che ringrazio, sia davvero prezioso perché potrebbe rivelarsi un formidabile strumento per ridefinire le nostre politiche di tutela dei minori.

I bambini e i ragazzi rappresentano il più grande investimento strategico che un Paese possa fare: è ormai ampiamente riconosciuto che l’assenza di lungimiranti politiche di assistenza dei minori che vivono in condizioni difficili, tanto sul piano della loro sicurezza materiale quanto su quello della loro educazione, si traduce, in prospettiva, in oneri futuri particolarmente impegnativi per l’intero sistema Paese. Lascio allora la parola agli autorevoli relatori di oggi che, ne sono certo, ci aiuteranno a comprendere quanto è stato fatto sino ad ora e cosa dovremmo fare per evitare che anche solo un bambino rischi di rimanere indietro, o sia svantaggiato per tutta la sua vita, solo perché meno fortunato di altri.

Grazie.