Autorità, gentili ospiti, cari ragazzi,
è con grande piacere che anche quest’anno il Senato ospita la presentazione della Relazione Annuale dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza sull’attività svolta nel 2014, un appuntamento importante che ogni anno ci consente di fare una riflessione su quanto è stato fatto e quanto ancora c è da fare affinchè, per collegarmi al titolo di questa quarta relazione, le promesse mancate siano realizzate e il futuro non si inventato ma costruito.
Permettetemi innanzitutto di ringraziare il Presidente dell’Autorità e tutti i suoi collaboratoti per l’attività che hanno svolto in questi 4 anni, costruendo, giorno dopo giorno, con determinazione e profonda convinzione, questa nuova figura del Garante. Non deve essere stato facile avviare una nuova struttura, per quanto agile, conquistare un posto all’interno dello scenario istituzionale e insieme la fiducia degli interlocutori, a partire dai più giovani. Un saluto speciale a tutti voi ragazzi che oggi siete qui insieme a noi. Oggi vogliamo parlare con voi, del vostro diritto a partecipare, del vostro diritto ad essere ascoltati, voi che siete il nostro presente e costruirete il futuro di questo Paese.
Un ringraziamento ai nostri due moderatori d’eccellenza Alberto Matano e alla giovane Sabrina Nocerino che ringrazio di cuore perchè ha seguito con l’associazione Radio Kreattiva, il “Diritti al futuro” Tour del Garante, raccontando le tappe dal punto di vista degli adolescenti. So, cara Sabrina, che il tuo sogno è quello di diventare giornalista e ti auguro di realizzarlo.
Un ringraziamento anche a Marco Mengoni, non solo per la sua presenza qui oggi ma per la capacità con la quale comunica ogni giorno con i giovani, trasmettendo loro, attraverso le canzoni, messaggi positivi, interpretando i loro bisogni, le loro paure, traducendo le loro emozioni. Non è un caso che l’Autorità abbia, attraverso un sondaggio, individuato in lui il maggior “sentiment positivo” tra i ragazzi italiani.
L’Autorità Garante è stata istituita nel 2011 diventando uno strumento fondamentale per la tutela delle persone di minore età, un interlocutore in grado di assicurare la promozione e la piena attuazione dei loro bisogni, dei loro interessi, dei loro diritti con azioni concrete non solo a livello nazionale ma radicate nei singoli territori grazie alla figura dei Garanti regionali.
Molto è stato fatto ma ancora tanto c’è da fare. Le numerose segnalazioni di scarsa tutela di bambini e adolescenti a voi pervenute a livello regionale e nazionale sono espressione del ruolo e del significato che il Garante ha assunto in questi anni. Una maggiore fiducia nelle istituzioni da parte dei diretti interessati che oggi più di ieri hanno il coraggio di denunciare, di chiedere aiuto. Ma sono anche espressione di una maggiore sensibilità di chi, pur non essendo direttamente coinvolto, sente il dovere di segnalare situazioni di disagio adolescenziale, perché in realtà il benessere dei minori ci deve coinvolgere tutti.
Occuparsi dell’infanzia è e deve essere prioritario, un dovere imprescindibile di ciascun Paese democratico. Il modo di guardare all’infanzia e all’adolescenza infatti condiziona le scelte politiche pubbliche e il rapporto tra vita pubblica e privata. L’infanzia dunque va messa al centro dell’azione politica se vogliamo che l’Italia possa avere un grande futuro.
Un dato mi ha molto impressionato nei giorni scorsi: nel 2014 le nascite sono state cinquemila in meno rispetto al 2013, colpa certamente di una situazione economica che desta preoccupazioni e condiziona le scelte dei nuclei familiari. Bisogna impegnarsi dunque a investire quanto più risorse possibili nei servizi a tutela e a sostegno dell’infanzia; penso agli asili nido, per esempio, ma anche a politiche di sostegno concreto alla famiglia. Si sente spesso dire che la fiducia e la speranza siano le precondizioni per quel colpo di reni necessario al rilancio del nostro Paese, e credo che nessuna spinta possa essere più forte di quella di diventare genitore: è la scommessa più grande sul futuro che si possa immaginare, spinge ciascuno di noi a impegnarsi, ad assumere responsabilità e a darsi da fare.
Penso anche, però, alle tante situazione di abbandono e di solitudine, ai tanti bambini stranieri che arrivano nel nostro paese scappando da luoghi di guerra e di violenza. Accanto a chi nella tragedia ha la fortuna di arrivare avvolto tra le braccia di un genitore, di un parente, di un amico, ci sono bambini che arrivano in condizioni di estrema solitudine. Bambini impauriti, disorientati, spaventati, sguardi nei quali si leggono storie drammatiche. Questi bambini ci chiedono aiuto e l’Europa tutta deve tendere la mano, adoperarsi perchè i loro diritti siano rispettati, difesi, coltivati. Noi dobbiamo essere il ponte che permette loro di attraversare e superare la sofferenza.
Per il benessere dei minori accanto alla famiglia un ruolo altrettanto importante è affidato alla scuola che sappiamo essere al centro del dibattito odierno. E’ proprio sulla scuola che si deve puntare. La scuola è un luogo di scambio, a scuola si impara, a scuola si cresce. Oltre la riforma in discussione, che affronta soprattutto gli aspetti organizzativi e gestionali della scuola, vorrei riflettere con voi sul lavoro che ogni giorno dirigenti, docenti e studenti svolgono nelle classi del nostro Paese su temi quali i diritti, i valori costituzionali, il rispetto delle persone nella loro diversità, l’inclusione, l’ascolto. Un patrimonio davvero inestimabile.
Ascolterò con grande attenzione la relazione ma nei giorni scorsi alcuni dati sono trapelati sulle agenzie. Uno mi ha davvero scosso: la fiducia delle ragazze e dei ragazzi nello Stato e nella politica diminuisce con l’aumentare dell’età. Significa che gli insegnanti e le famiglie riescono a trasmettere loro il “senso dello Stato”, ma più il loro pensiero si fa critico ed autonomo più se ne allontano. Da una parte sicuramente si può immaginare il naturale – e salutare – periodo di “contestazione” proprio dell’adolescenza, ma dall’altra questo dato deve interrogarci: come possiamo migliorare questo dato, quali azioni possono invertire questa tendenza, quale impegno possiamo assumere per far si che cresca invece di diminuire la voglia di partecipare alla vita politica del nostro Paese?
Ma al di la degli interventi normativi, al di la delle impiego delle risorse noi tutti, come persone e come Istituzioni, abbiamo un primo importantissimo dovere: dobbiamo ascoltarli di più, parlarci di più, dedicare loro più tempo. Costruire una società che tenga più in conto le loro aspettative e le loro opinioni significa lavorare per un Paese che sia più aperto al futuro. Assicurare i diritti fondamentali dei minori, accompagnare la loro crescita, garantire loro ogni protezione da abusi e pericoli costituiscono doveri inderogabili di un Paese civile e insieme – Parlamento, Governo, Autorità, docenti, famiglie, studentesse e studenti – dobbiamo fare di più.
Ringrazio l’Autorità, i Garanti regionali, tutti gli operatori sociali e sanitari, le associazioni di volontariato, gli educatori e tutti coloro che ogni giorno si impegnano per la tutela e i diritti delle persone di minore età, tutti coloro che si attivano quotidianamente per trasformare le parole in fatti, le intenzioni in azioni. Sono tanti i temi e i luoghi dove migliorare la nostra presenza a tutela dei minori, italiani e stranieri, e dobbiamo dimostrare ogni giorno di avere tutti, davvero, “il coraggio di essere umani”.
Grazie.