Cari amici, gentili ospiti,
lasciatemi iniziare in modo irrituale: oggi è davvero una bella giornata qui in Senato, dedicata al valore salvifico della musica, al Sistema Abreu e al ricordo di una persona speciale quale il Senatore a vita Claudio Abbado.
Voglio innanzitutto ringraziare i senatori Luigi Manconi e Elena Ferrara per avermi proposto di organizzare questo convegno e il concerto che più tardi ascolteremo; ringrazio Alessandra Abbado e tutta l’Associazione Mozart14 per lo straordinario lavoro che svolgono e di cui oggi sentiremo i frutti; ringrazio il Direttore del conservatorio di Foggia, che ha ospitato il convegno di cui oggi presentiamo gli atti, i curatori dello splendido volume, tutti i relatori, l’ambasciatore del Venezuela, e due cari amici: Roberto Grossi, Presidente del “Sistema” in Italia, e Nicola Piovani, maestro, premio Oscar, ma soprattutto amico del Sistema e direttore dell’Orchestra nel primo concerto in assoluto dell’ensemble nazionale del Sistema, proprio qui in Senato, nel Natale del 2013, insieme al Coro delle Mani Bianche, a dimostrazione che la musica riesce a superare ogni diversità.
E’ molto bello, e molto vero, il titolo di questo convegno, ispirato proprio al pensiero del Maestro Abbado: la musica cambia la vita. Lo sanno bene tutti coloro che sono stati “toccati” dal Sistema Abreu, i 400 mila giovani che dal 1975 a oggi – a partire dal Venezuela e poi in tantissimi Paesi del mondo, Italia compresa – sono stati sottratti alla povertà e alla criminalità grazie alla potenza dell’arte. Accostarsi alla musica rappresenta una preziosa opportunità di crescita personale, soprattutto per quei bambini e ragazzi che vivono ai margini ma non per questo sono privi di risorse e di talenti.
Ho avuto il piacere di incontrare un paio di volte il Maestro Abreu, e di parlare con lui proprio del suo impegno e della sua amicizia con il Senatore Abbado. Condividevano, più che un sogno, un progetto concreto: quello, appunto, di coinvolgere i giovani in difficoltà grazie alla passione per la musica, mai vista come una manifestazione elitaria ma come una ricerca instancabile del senso dell’esistenza e del senso dell’etica, come dono agli altri, come impegno civile.
La loro amicizia era, se mi consentite, inevitabile: uno come Claudio Abbado, che portò la musica nelle fabbriche, che aprì la Scala a studenti e operai, non poteva che essere in profonda “armonia” con la filosofia del “Sistema Abreu”. Entrambi volevano condividere con quante più persone possibili l’amore per la musica, che consideravano, a ragione, un bene di tutti. Esempio emblematico di questo spirito è il fatto che Abbado riuscì a unire l’Europa ben prima della caduta del Muro di Berlino, fondando nel 1978 l’Orchestra giovanile della Comunità Europea, in cui riuscì a far suonare giovani musicisti delle due germanie, sovietici e italiani, francesi e polacchi.
Quando Abbado diresse l’Orchestra Mozart di Bologna, da Lui fondata, per i detenuti del carcere e gli assistiti della Caritas, disse queste parole: «Sono sempre stato convinto che la musica contenga in sé una forza in grado di travalicare i confini. Non c’é solo un valore estetico nel fare musica. La musica è necessaria al vivere civile dell’uomo».
Proprio in ossequio al suo alto pensiero civile oggi, dopo questo convegno, avremo il piacere di assistere al Concerto del Coro Papageno nell’Aula legislativa del Senato, un coro formato da detenuti della Casa circondariale Dozza di Bologna e da volontari. E’ un bel modo questo per celebrare la Festa europea della musica, dedicata quest’anno al tema dell’integrazione: ne è testimonianza il repertorio, che raccoglie brani di tutte le culture, e le presenze che avremo in Aula, da Monsignor Gianrico Ruzza, Vescovo Ausiliare di Roma Centro, a Renzo Gattegna, Presidente delle Comunità Ebraiche Italiane; da Abdellah Redouane, Segretario Generale del Centro Islamico Culturale d’Italia, ai promotori del progetto dei corridoi Umanitari per i profughi: Alessandra Trotta, Responsabile del progetto per la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, e Marco Impagliazzo, Presiedente della Comunità di Sant’Egidio.
Un segno concreto e tangibile di come la musica possa unire le persone e le culture. Ciò di cui abbiamo fortemente bisogno in questi giorni di tensioni a livello europeo e mondiale. Buona Festa della musica a tutti.