Prometeo è davvero liberato? Scienza, Tecnologie e Società nel Terzo Millennio

Cari colleghi, gentili ospiti,

è per me un grande piacere e un onore ospitare nella Sala Zuccari del Senato questo momento di confronto su un tema di grande interesse per tutti i cittadini: il rapporto tra scienza, tecnologia e società. Vorrei ringraziare ancora una volta la collega Elena Cattaneo per il suo contributo all’incontro di oggi e per il costante e intenso impegno che ha dedicato e continua a dedicare all’approfondimento del rapporto tra istituzioni e ricerca scientifica, un rapporto complesso e spesso conflittuale perché basato su presupposti diversi. Voglio fare una breve riflessione sul titolo di questo incontro, sul Prometeo Liberato, che Shelley scrisse ispirandosi a Eschilo a pochi passi da qui, nei pressi delle Terme di Caracalla, cambiandone completamente il finale: nella sua versione Prometeo, che ricordiamo nella mitologia è colui che plasma l’uomo e che gli dona il fuoco, viene liberato da Ercole, simbolo della Forza, e sposa Asia, simbolo della Natura.

Possiamo dire che già in questa visione romantica abbiamo un tracciato di quello che rappresenta la seria ricerca scientifica: una sfida a superare i limiti della conoscenza attuale, svolta con passione, tenacia e forza, con serietà e fatica, basata sul rispetto dei principi etici, al servizio dell’uomo e della tutela della vita umana e dei diritti fondamentali, in primis il diritto alla salute. Ma allo stesso tempo la società e la tutela dei diritti non possono non tener conto delle nuove acquisizioni scientifiche. E al legislatore spetta il compito di adeguare, contemperando costi e benefici, la normativa vigente alle novità della scienza, e di disciplinare il mondo scientifico evitando, come invece purtroppo a volte avviene, ritardi, contraddizioni e confusioni nelle norme.

Posso solo immaginare lo stato di salute del vostro fegato, per tornare al mito di Prometeo, ogni volta che in queste aule o nella comunicazione viene dato credito a facili imbonitori, a guaritori che, sfruttando il dolore e la speranza, guadagnano il loro momento di celebrità sulla vita e sulla malattia di persone e famiglie disperate.

Scienza e tecnologia sono al servizio dell’uomo, della vitalità economica e degli interessi della società, alla ricerca di soluzioni per i problemi della nostra società come l’inquinamento, la ricerca di nuove fonti energetiche, l’esplosione demografica, nuove cure e nuovi strumenti di diagnosi.

Alla politica, che pure è e deve essere al servizio dei beni sociali e della qualità della vita, e che deve utilizzare per questo anche le risorse del metodo scientifico, spetta invece il compito di sostenere e alimentare significativamente la ricerca scientifica e quella tecnologica, risorse e ricchezze della nostra società. La politica deve perciò guardare al progresso e ai grandi temi del Paese scevra dagli interessi di parte e dal facile consenso del momento.

Come ho già avuto modo di dire la ricerca scientifica è un valore, non un costo, nasce e si fonda sull’intelligenza e sulla conoscenza, alimenta il patrimonio culturale e fa crescere e progredire il paese. Vanno dunque assicurate alla ricerca ed alla tecnologia risorse trasparenti ed adeguate affinché si sviluppi una cultura scientifica dell’innovazione rapida e ai più alti livelli, attraverso una battaglia che coinvolga scuola, formazione e comunicazione.

Con questo spirito, nel mio ruolo di uomo delle istituzioni, farò quanto possibile affinché scienza e innovazione tecnologica ottengano linfa vitale dalla politica così da poter essere sempre pronte a venire incontro ai bisogni della società e far crescere e valorizzare quel capitale umano di cui il nostro Paese è così ricco ma di cui non fa sufficientemente tesoro.

Buon lavoro.