Progetto Articolo 9 della Costituzione

Caro Professor Rovelli, Autorità, care ragazze e cari ragazzi,

è sempre una grande emozione per me vedere l’Aula piena di giovani appassionati e partecipi in occasione di cerimonie come quella di oggi. Sono profondamente convinto che aprire le porte del Senato alle scuole serva a far crescere il rapporto tra le Istituzioni e i cittadini di domani e, quindi, a far entrare il futuro in uno dei luoghi più importanti della nostra democrazia. Grazie a tutte le realtà – Parlamento, ministeri, fondazioni, media – che hanno permesso al progetto “Articolo 9 della Costituzione” di rinnovarsi di anno in anno e giungere così alla sua quinta edizione, un percorso che ha saputo coinvolgere decine di migliaia di studenti. E’ un risultato straordinario: sono davvero fiero della strada che abbiamo fatto finora, e molto curioso di vedere i risultati dell’edizione che si apre oggi.

Quando leggiamo la prima parte della Costituzione emergono con forza i tre valori che guidarono la mano dei Costituenti, tre principi che dobbiamo seguire per realizzare ogni progetto, per raggiungere ogni obiettivo in campo sociale e politico: l’ambizione, l’utopia e la responsabilità. L’ambizione intesa come continua ricerca, volontà di superare le sfide che la vita ci pone, di impegnarsi a fondo nel proprio campo e di arrivare a raggiungere grandi obiettivi senza cedere a scorciatoie o compromessi; l’utopia, che significa sognare in grande e immaginare il futuro, è la spinta che ci muove in ogni cammino, l’orizzonte cui deve rivolgere il cuore e lo sguardo chi inizia la grande avventura della propria vita adulta; la responsabilità di andare avanti senza tradire gli ideali e i principi che ci legano, quelli che sono espressi nei primi 12 articoli della Costituzione, valori in cui credere e che ci danno la forza nei momenti di difficoltà.

L’articolo 9 recita: “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione“. Fateci caso, parla soprattutto di bellezza: la bellezza della cultura, della ricerca scientifica, del nostro patrimonio storico e artistico, e chiede di impegnarci tutti a custodirla, accrescerla e promuoverla.

I padri costituenti vollero inserire questo articolo proprio nei principi fondamentali perché racchiude in sé il nucleo della nostra comunità nazionale, cresciuta grazie alla ricchezza della sua terra e grazie al talento delle sue donne e dei suoi uomini. Dobbiamo essere consapevoli della nostra fortuna. Possiamo infatti godere – da nord a sud – dello spettacolo impareggiabile dei nostri mari, delle montagne, delle isole, di città uniche e di borghi che il mondo intero ci invidia. Non solo. Abbiamo anche contribuito, e continuiamo a farlo, al progresso e al sapere dell’umanità in tutti i campi della cultura: dalla fisica alla letteratura, dal teatro alla conquista dello spazio, dalla medicina alla musica.

Con l’articolo 9 i padri costituenti vollero ribadire il profondo legame che la neonata Repubblica avrebbe dovuto mantenere con le sue nobili radici e, al tempo stesso, indicare proprio nella tutela e nell’accrescimento di quel patrimonio la strada maestra da percorrere.

Il progetto che per i prossimi mesi vedrà impegnati gli studenti più giovani intende dare l’opportunità di confrontarvi con le grandi invenzioni del passato ed i loro autori. Gli studenti più grandi saranno invece chiamati a esplorare i percorsi della ricerca scientifica contemporanea, a interrogarsi sui temi più rilevanti per il futuro del nostro Pianeta, a prendere coscienza delle domande alle quali speriamo di dar presto risposta.

Usate questa esperienza per sorprendervi nello scoprire e coltivare i vostri talenti, per alimentare la vostra curiosità verso il mondo. Tra di voi può esserci il prossimo Guglielmo Marconi o Carlo Rubbia, la prossima Rita Levi Montalcini o Elena Cattaneo: uomini e donne di scienza che hanno dato lustro all’Italia e che per questo sono stati nominati senatori, sedendo sugli stessi banchi sui quali siete seduti voi oggi.

Le Istituzioni – dalla scuola ai ministeri fino al Parlamento – sono e saranno sempre dalla vostra parte. Dobbiamo farlo se abbiamo a cuore il benessere e il futuro del nostro Paese; dobbiamo farlo per dare piena attuazione all’articolo 34 della Costituzione, che impone allo Stato il compito di assicurare il diritto ai “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” di “raggiungere i gradi più alti degli studi”.

Ancora una volta, quindi, il progresso si può realizzare solamente attraverso l’unione di intenti e la condivisione di obiettivi e strategie. Non esiste altra strada se non quella di essere, sentirsi e agire come una comunità coesa e solidale: studenti, famiglie, professori, Istituzioni. A proposito di docenti: lontano dai clamori mediatici, con grandi difficoltà e sacrifici, troppo spesso non riconosciuti, fate un lavoro straordinario. Grazie davvero.

Oggi assisteremo ad una lezione speciale, quella del professor Carlo Rovelli, che ringrazio per aver accettato il nostro invito. Le sue “sette brevi lezioni di fisica” sono state un successo editoriale straordinario, e ci hanno aiutato a rompere il vecchio muro tra scienza e cultura, viste troppo spesso come mondi separati.

Un libro che spiega anche a chi non ha competenze specifiche la bellezza di un’equazione in grado di illuminare un pezzo di conoscenza in più sul nostro mondo, la difficoltà di avere a che fare con l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, la necessità di essere visionari per essere grandi scienziati e, insieme, l’umiltà che hanno avuto alcuni grandi geni nel proporre le loro scoperte. Due cose soprattutto possiamo trarre dal suo sforzo di divulgazione. La prima è la consapevolezza che più scopriamo più c’è da scoprire, che ogni risposta ci espone a mille nuove domande. La seconda è che anche i migliori, quelli che cambiano il corso della scienza, ad esempio Einstein, affrontando grandi sfide vanno incontro a grandi delusioni, ad anni di studi pazzi, tentativi ed errori.

Fate tesoro di questi insegnamenti. Abbiate il coraggio di provare, di fallire e ricominciare da capo, di mettere anima e cuore nelle vostre idee, di rischiare. Fatelo esprimendo al meglio il vostro talento, mettendo in gioco la competenza di cui disponete con la stessa ambizione, utopia e responsabilità dei padri costituenti. Solo così sarete davvero protagonisti della vostra esistenza e non spettatori di quella altrui, solo così potrete un giorno costruire un’Italia e un mondo migliori.

Ripongo in voi una grande speranza, sono sicuro che come sempre saprete stupirci.  Buon lavoro e buona ricerca!