In ricordo di Paolo Giaccone. Onorarne la memoria con un impegno costante a favore della legalità e della giustizia

“Ricorre oggi, 11 agosto, il 31mo anniversario della morte di Paolo Giaccone. Uomo semplice, affabile, professionista affermato, considerato uno dei più grandi esperti di medicina legale”.

Così il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in una dichiarazione.
“La sua onestà intellettuale, da tutti unanimamente attestata – aggiunge il Presidente Grasso – lo ha sempre accompagnato nelle perizie medico legali, fino a sacrificare la vita per questo. Una sua perizia inchiodava un assassino all’ergastolo, gli fu chiesto di modificarla e lui si rifiutò: questo armò la mano mafiosa che lo uccise”.

“Paolo Giaccone amava il suo lavoro, lo ha svolto con la devozione e la passione di chi crede fortemente in ciò che fa. A lui si devono la creazione del Centro trasfusionale AVIS, fondato nel 1963 presso l’Istituto di Medicina Legale, e le iniziative volte ad attribuire alle associazioni di donatori siciliane un ruolo strutturale nel Servizio sanitario nazionale. Tutta la sua attività professionale, tutta la sua vita sono state permeate da questo spirito altruistico”.

“Oggi il Policlinico di Palermo porta il suo nome, ma spetta a ciascuno di noi onorarne la memoria traducendo la sua eredità di medico e di cittadino in un impegno costante e quotidiano a favore della legalità e della giustizia. Desidero – conclude il Presidente del Seato – rivolgere un pensiero memore grato e commosso ai familiari, e in particolare alla figlia di Paolo, Milly, alla quale mi stringo con affetto anche per la gravissima perdita della piccola Giorgina subita pochi mesi fa”.

Scopelliti ucciso per aver svolto con rigore e abnegazione il proprio dovere

“Nel giorno del ventiduesimo anniversario della sua scomparsa, desidero rinnovare la memoria e onorare il sacrificio di Antonino Scopelliti”.

Così il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in una dichiarazione. “Uomo libero, onesto e coraggioso – aggiunge il Presidente Grasso – barbaramente ucciso il 9 agosto 1991 per aver svolto con rigore e abnegazione il proprio dovere. Come lui stesso affermava ‘il buon giudice, nella sua solitudine, deve essere libero, onesto e coraggioso’. Fu assassinato a scopo intimidatorio e preventivo, come rilevò immediatamente Giovanni Falcone, per impedirgli di rappresentare la pubblica accusa in Cassazione nel primo maxi processo contro Cosa Nostra ed essere di monito per chi lo avrebbe sostituito”.

“La sua eccezionale carriera di magistrato requirente, iniziata a soli 24 anni, culminata nel ruolo di sostituto Procuratore generale presso la Suprema Corte di Cassazione, lo ha portato ad occuparsi di alcuni tra i processi che hanno segnato la storia del nostro Paese, dal primo processo Moro al sequestro dell’Achille Lauro, dalla strage di Piazza Fontana alla strage del Rapido 904. Per questo il suo insegnamento, come quello di altri magistrati uccisi dalla mafia, rappresenta un’eredità preziosa specialmente per le giovani generazioni. Il suo sacrificio, conclude il Presidente del Senato, come quello di molti altri, non è stato vano. La lotta a ogni forma di criminalità organizzata prosegue, anche in suo nome, grazie alle forze comuni dello Stato e della società civile che in questi ultimi anni, finalmente, si sono raccolte per combattere questa piaga, contro la ‘perfidia e la protervia dei malvagi'”.

Ramadan. Rinnovo la mia vicinanza ai musulmani in Italia

“In occasione della ricorrenza dell’Eid, desidero rinnovare ai musulmani in Italia la mia vicinanza. Il mese del digiuno islamico ha sempre rappresentato un’occasione di profonda riflessione e di accrescimento spirituale dell’animo di ogni credente”. Così il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in un messaggio.

“Oggi più che mai – aggiunge il Presidente Grasso – l’uomo ha bisogno di riscoprire i valori che l’Islam, il Cristianesimo e l’Ebraismo custodiscono da secoli. La comune adesione a tali valori ci consentirà di abbattere il muro della divisione tra Oriente e Occidente, consegnando a noi e ai nostri figli una società libera dalle discriminazioni. Sono certo che il nostro Paese saprà accogliere con convinzione questa sfida, facendosi promotore di un sempre più fertile dialogo tra le diverse confessioni che convivono nel territorio italiano”.

In ricordo di Don Sturzo

“In occasione dell’anniversario della morte di don Luigi Sturzo, mi unisco al ricordo di questo grande uomo il cui insegnamento continua a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per il pensiero politico contemporaneo”. E’ quanto si legge nel messaggio che il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha inviato a Roberto Mazzotta, Presidente dell’Istituto don Luigi Sturzo.

“Il suo impegno civico, la sua passione nutrita di grandi e antichi ideali – aggiunge il Presidente Grasso – costituiscono un’eredità preziosa per la storia di questo Paese. Ancora oggi le sue parole, il suo appello ‘A tutti gli uomini liberi e forti’, risuonano nelle nostre coscienze, avvalorando gli ideali di giustizia e libertà”.

“In queste ore il nostro Paese, attraversato da una crisi economica e sociale gravissima, sembra scomporsi e abbandonarsi a correnti disgregatrici. Don Luigi Sturzo ci invita ancora una volta ad ‘attingere dall’anima popolare gli elementi di conservazione e di progresso’, a credere in uno Stato capace di mettere in atto le riforme necessarie nel campo del lavoro, della formazione e dello sviluppo economico e sociale. Sono convinto – conclude il Presidente del Senato – che il suo ricordo aiuterà tutti noi a fare della politica un autentico servizio al prossimo e alla comunità”.

Cordoglio per la scomparsa di Carpi

”E’ con profondo dolore che ho appreso la notizia della scomparsa del senatore Umberto Carpi, membro autorevole di questa Assemblea nella XII e XIII legislatura”. Così si è espresso il Presidente del Senato Pietro Grasso esprimendo alla famiglia il più sentito cordoglio.

Il Presidente Grasso ha ricordato ”la sua straordinaria sensibilità civile, formatasi in un periodo di grande fermento per il nostro Paese, che lo ha portato in modo del tutto naturale alla politica attiva, prima come cittadino partecipe, poi come parlamentare, infine con un delicato incarico di Governo”.

”In tutti questi ambiti – ha proseguito il Presidente del Senato – come nel suo amato mondo universitario, ha sempre messo al servizio della collettività le sue poliedriche competenze, mostrando una libertà intellettuale di cui dobbiamo far memoria”.

Cassarà e Antiochia esempi di memorabile attaccamento ai valori della giustizia e del lavoro

“In occasione del 28mo anniversario del barbaro assassinio di Antonino Cassarà e dell’agente di scorta Roberto Antiochia, desidero rinnovarne la memoria e ricordarne il sacrificio. I loro nomi sono per noi tutti esempio di mirabile attaccamento ai valori quotidiani della giustizia e del lavoro, pagati con il prezzo estremo della vita”. Così il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in una dichiarazione.

“Eroe contemporaneo dalle grandi doti morali, – aggiunge il Presidente Grasso – spinto fino al sacrificio estremo da un sentimento di profondo attaccamento allo Stato e alla nostra terra di Sicilia, Ninni Cassarà, nel suo ruolo di vice dirigente della Squadra mobile di Palermo, era riconosciuto come uno dei migliori investigatori della Polizia del capoluogo siciliano. Aveva contribuito all’operazione ‘Pizza Connection’, che aveva portato all’arresto di decine di mafiosi tra Italia e Stati Uniti, e sotto il coordinamento del pool antimafia della Procura di Palermo aveva diretto molte operazioni decisive per la lotta alla criminalità organizzata. Investigatore tenace ed instancabile, le sue doti di altissimo profilo lo avevano reso prezioso collaboratore di quei magistrati, tra tutti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che all’epoca avevano intrapreso con coraggio e determinazione il difficile e impervio cammino della lotta alla mafia”.

“Ai familiari – conclude il Presidente del Senato – rinnovo la mia commossa vicinanza. Agli uomini della Polizia, che hanno saputo sapientemente proseguire nel cammino tracciato da Ninni Cassarà e Roberto Antiochia, va la mia più sincera gratitudine”.

In ricordo di Gaetano Costa. La sua storia deve diventare oggi la nostra storia

“Ricorre oggi, 6 agosto, il 33mo anniversario della morte di Gaetano Costa, Procuratore Capo di Palermo barbaramente assassinato per mano mafiosa il 6 agosto 1980. Magistrato prima per passione che per professione, dimostrò fin dai primi anni della sua carriera professionalità, indipendenza ed equilibrio, ma soprattutto una grande umanità e una particolare attenzione per i soggetti più deboli”. Così il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in una dichiarazione.

“Lo ricordo come mio Procuratore – aggiunge il Presidente Grasso – durante il periodo delle indagini sull’omicidio Mattarella: un uomo che ha trascorso la sua esistenza vivendo ogni giorno in prima persona il giuramento di fedeltà alla Costituzione e l’impegno di uomo dello Stato. Mi auguro che il ricordo di questa straordinaria figura, alla quale venne riconosciuta la medaglia d’oro al valore civile, continui a essere vivo nella memoria di ognuno di noi. Perché il suo sacrificio non sia stato inutile, la sua storia deve diventare oggi la nostra storia”. “Il suo profumo di libertà, la sua sete di trasparenza – conclude il Presidente del Senato – devono andare oltre la sua esistenza e giungere a tutti noi, dandoci il coraggio di continuare quella lotta all’illegalità per la quale lui e tanti altri eroi sono morti”.

In ricordo di Antonino Agostino e la moglie. La ricerca dei sicari è una sfida cui tutti noi siamo chiamati

“In occasione del 24mo anniversario della morte di Antonino Agostino e della moglie, Ida Castelluccio, desidero stringermi ai familiari in un affettuoso abbraccio. L’omicidio di quel 5 agosto 1989 rimane inciso nei nostri cuori per la sua disumana ferocia, rivolta ad una coppia di giovani sposi in attesa del loro primo figlio. Antonino era un validissimo servitore dello Stato, colpevole solo di aver legato il suo nome a quello di Giovanni Falcone. A lui si devono, infatti, le prime indagini sul fallito attentato del 21 giugno 1989 che, secondo molti, lui stesso insieme ad Emanuele Piazza avrebbe contribuito ad impedire”. Così il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in una dichiarazione.

“Il coraggio e la determinazione di questo giovane – aggiunge il Presidente Grasso – continuano a rappresentare oggi una esemplare testimonianza di vita per coloro che operano nelle forze dell’ordine. A tutti noi rimane il compito di non rendere vano questo sacrificio, battendoci con tutte le forze perché finalmente possa prevalere la verità e possa essere resa giustizia. Da 24 anni i genitori di Agostino ce lo stanno chiedendo con tutte le forze, incapaci di trovare risposte alla loro sofferenza e di dare una spiegazione al silenzio delle Istituzioni. Non possiamo più tacere di fronte a questo grido di dolore”.

“La ricerca del nome e del volto dei sicari che uccisero Agostino ed Ida – conclude il Presidente Grasso – è una sfida cui tutti noi siamo chiamati, perché se ci arrendiamo al dubbio e alla menzogna finiremo per far prevalere le ragioni della criminalità organizzata su quelle della legalità e della giustizia”.

Strage treno Italicus: “Rafforzare la cultura della convivenza pacifica”

“Sono passati 39 anni dalla tragica notte del 4 agosto 1974, quando una bomba esplose nella vettura 5 dell’espresso Roma-Monaco di Baviera. Nell’attentato morirono 12 persone e oltre 50 rimasero ferite. L’immagine del vagone dilaniato, tanto dolorosa da sembrare quasi irreale, è viva e presente nella memoria di tutti noi”. E’ quanto afferma il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in una dichiarazione.

“La ferocia criminale che, durante gli anni di piombo, ha contrassegnato l’azione del terrorismo in tutta Italia, stravolgendo la vita tante persone, non può e non deve essere dimenticata. Non si può abdicare – aggiunge il Presidente del Senato – davanti alla memoria di eventi così terribili. E’ nostro dovere lottare quotidianamente per cercare la verità, per ribadire e rafforzare la cultura della convivenza pacifica, della tolleranza politica, culturale e religiosa, delle regole democratiche, dei principi, dei diritti e dei doveri sanciti dalla Costituzione. Lo dobbiamo a coloro che non ci sono più – conclude il Presidente Grasso – ai familiari delle vittime, attorno ai quali mi stringo con affetto, a noi stessi, alle generazioni future”.

Strage di Bologna. Non si deve smettere di chiedere verità e giustizia

“In occasione del 33mo anniversario della strage di Bologna, desidero condividere con i familiari il ricordo doloroso di quel lontano 2 agosto, quando una violenza inaudita ha strappato alla vita 85 innocenti”. Così il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in un messaggio inviato a Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna.

“Ricordare è indispensabile – aggiunge il Presidente Grasso – affinché si continui a lottare contro l’oblio e contro il terrorismo e affinché si prosegua nella ricerca instancabile della verità storica e processuale. Molti errori sono stati compiuti, troppi depistaggi e ritardi nella ricostruzione dei fatti hanno rischiato di incrinare irreparabilmente il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Ma in questi 33 anni la forza e la determinazione di voi familiari ha fatto sì che la memoria di questa data continui a trasmettere a tutti noi un messaggio forte: non esiste ragione che possa essere anteposta al diritto alla vita e alla giustizia dei cittadini, non si può e non si deve smettere di chiedere verità e giustizia”.

“Sono certo che anche il Parlamento saprà dare il suo contributo, utilizzando ogni strumento possibile per fare luce sulle ombre del nostro passato e continuando a lavorare sul piano legislativo per rendere più efficiente il nostro sistema giudiziario. Con questa intima convinzione – conclude il Presidente Grasso – rinnovo, come cittadino e come Presidente del Senato, la mia vicinanza e il mio affetto alle famiglie colpite, esprimendo il mio più profondo cordoglio per quanti persero la vita in quel tragico evento”.