Il cuore della scienza: le storie degli scienziati che scelgono l’Italia

Cari Amici, gentili ospiti,

è con grande piacere che oggi ospitiamo nella Sala Zuccari un’iniziativa che richiama l’attenzione di tutti noi su un tema estremamente importante e delicato: quali opportunità e iniziative il nostro Paese possa mettere in campo per fronteggiare il fenomeno della cosiddetta “fuga dei cervelli”, l’emigrazione verso i Paesi esteri di tante eccellenze, soprattutto giovani, in particolare nel campo della scienza. Ebbene, una risposta assai brillante al problema è senza dubbio offerta da coloro che profondono il loro impegno per fornire supporto e risorse alla ricerca scientifica di base, ovvero ai ricercatori che – percorrendo strade innovative – fanno avanzare la conoscenza e apportano un contributo concreto allo sviluppo della società.

Il piacere di ospitare questo momento di confronto si tramuta in orgoglio al pensiero che la “Armenise Harvard Foundation”, così efficacemente impegnata nel sostegno ai giovani ricercatori, sia nata dal coraggio e dallo spirito d’iniziativa di un illustre italiano, il conte Giovanni Auletta Armenise, il quale è riuscito così a dare vita a un proficuo rapporto tra l’attività della prestigiosa Harvard Medical School e quella delle principali istituzioni scientifiche italiane. Ma soprattutto voglio sottolineare come la finalità primaria della Fondazione sia quella di incoraggiare i giovani ricercatori, che abbiano terminato il loro ciclo di studi all’estero, a ritornare nel loro Paese d’origine e ad avviare l’attività di ricerca in propri laboratori. A tale scopo sono destinate le borse di studio della Fondazione, che assicurano il necessario supporto durante la difficile fase dell’inizio della carriera dei ricercatori. Sono davvero lieto di poter annunciare che venerdì scorso sono state esaminate le nuove applications e intervistati i candidati, e che sono stati identificati i due nuovi vincitori, cioè due nuovi ricercatori che “accenderanno un laboratorio” in Italia nel 2015, i cui nomi saranno resi pubblici a breve.

Ringrazio, pertanto, il presidente della Fondazione Armenise, Giampiero Auletta Armenise, per questa giornata di riflessione dedicata agli scienziati – italiani e stranieri – che hanno scelto di lavorare nel nostro Paese. Spero davvero che altre Fondazioni e altri imprenditori possano guardare prendere la Fondazione Armenise come esempio e avviare analoghe iniziative nei campi della cultura e della scienza. E ancora una volta torno a ringraziare la collega Elena Cattaneo, instancabile promotrice di eventi culturali come quello odierno. La ringrazio non solo per il costante impegno che continua a dedicare alla ricerca scientifica, ma anche per il modo in cui, nel suo ruolo di Senatrice, ha dimostrato di saper coniugare le tematiche della scienza con le finalità della politica.

Quest’ultimo è argomento a me particolarmente caro, che più volte ho richiamato nel corso del mio mandato. Affinché la ricerca scientifica possa essere una risorsa e una ricchezza per l’intera nazione, è indispensabile che abbia il sostegno della politica e delle istituzioni. La politica è scelta, pertanto l’individuazione di specifiche risorse da destinare alla scienza, secondo criteri di trasparenza e adeguatezza nella fase di attribuzione delle stesse, è compito proprio delle istituzioni. Nel contempo, tale scelta non può conformarsi a criteri di mera convenienza politica od economica, perché l’obiettivo finale è la crescita e la valorizzazione del capitale umano, che rappresenta la vera ricchezza di una società.

Del resto, se la ricerca è un fattore di crescita fondato su conoscenza e intelligenza e diretto a creare un utile collegamento tra cultura scientifica e mondo produttivo, il suo valore assume anche un profilo etico laddove si volge a sostenere l’eterna lotta dell’uomo contro le malattie. Non posso, quindi, che porre in risalto il principale interesse che animò colui che diede vita alla Fondazione Armenise, vale a dire la ricerca di base nel campo della medicina; quella ricerca che contribuisce in maniera fondamentale a migliorare la vita degli uomini e che non configura solamente un nobile intento, bensì anche la via maestra alla concreta realizzazione di uno dei princìpi della nostra carta costituzionale, ovvero la tutela della salute.

Il rapporto tra politica e scienza, peraltro, si sviluppa nelle due direzioni. Alla prima, infatti, spetta il compito di favorire iniziative benemerite come quelle della Fondazione Armenise, anche creando incisivi meccanismi economici e fiscali a favore di istituzioni scientifiche, università e laboratori. Alla scienza compete la funzione di dare forma alla società del futuro con le sue innovazioni e di dare corpo alle aspirazioni degli uomini a una vita sempre migliore. La ricerca scientifica ha, infatti, la responsabilità della conoscenza; quella conoscenza che appare indispensabile per il progresso delle generazioni future.

Al tempo stesso, mi piace osservare come l’attività di ricerca assuma un valore particolarmente positivo nel nostro Paese, in quanto contribuisce a rinsaldare il senso del bene comune, dell’impegno diretto al benessere della collettività. Chi fa ricerca, infatti, coglie in modo particolare il significato dell’appartenenza a una comunità e di un lavoro di squadra volto al raggiungimento di un risultato comune. Anche per questo la lotta all’emigrazione delle eccellenze si conduce non solo ricorrendo alle risorse economiche, ma anche garantendo l’alta levatura dell’ambiente scientifico in cui si trovano a operare i giovani ricercatori.

Fare ricerca in ambienti di lavoro prestigiosi, con colleghi preparati e stimolanti, è naturalmente molto attrattivo. Non disperdere questa straordinaria risorsa e semmai attrarre intelligenze dall’estero deve essere per tutti noi obiettivo irrinunciabile. Dobbiamo lottare affinché l’Italia abbia un sistema Paese che non solo produca eccellenze, ma le attiri anche. Dobbiamo impegnarci ad invertire una tendenza all’emigrazione, che ci priva dei giovani migliori, della ricerca e delle eccellenze scientifiche che possediamo; in altri termini, ci priva del nostro futuro.

Grazie davvero e buon lavoro.

 

Convegno “Salute mentale, OPG e diritti umani”

“Salute mentale, OPG e diritti umani”: è il titolo del convegno organizzato dalla  Commissione  Igiene e Sanità del Senato che sarà ospitato martedì 11 novembre dalla Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, a partire dalle ore 10. Interverrà,  in apertura, il presidente del Senato, Pietro Grasso. I lavori saranno  introdotti  e  coordinati  dalla senatrice Emilia Grazia De Biasi, presidente  della  Commissione  Sanità.  Sono  previsti  gli interventi del sottosegretario  di  Stato per la Salute Vito De Filippo, del vice ministro della  Giustizia   Enrico  Costa,  dei  vice  presidenti  della Commissione Sanità,   Maria  Rizzotti e Maurizio  Romani,  di rappresentanti  delle Associazioni per la salute mentale e della Società Italiana di Psichiatria.

Roma, 8 novembre 2014

Incontro con Estela Carlotto, presidente di “Abuelas de Plaza de Mayo”

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Il  presidente  del  Senato,  Pietro  Grasso,  riceverà  domani,  venerdì 7 novembre, Estela Carlotto, presidente dell’organizzazione “Abuelas de Plaza de Mayo”.

L’appuntamento è alle ore 10,30 a Palazzo Madama. Il  presidente  Grasso  nel suo recente viaggio in Argentina ha visitato la sede  dell’Associazione “Casa por la identidad de abuelas de Plaza de Mayo” e  consegnato  al  governo  argentino  l’ultima  tranche  di  documenti che raccolgono  le denunce e le testimonianze dei familiari dei “desaparecidos” contenute negli archivi del Ministero degli esteri italiano.

“Sono  particolarmente  orgoglioso  che  l’Italia  sia  il  primo, e finora l’unico,  Paese  che  ha  messo a disposizione del governo argentino questa importante  documentazione”  ha  detto,  in  quell’occasione, il presidente Grasso. “Prima  di  consegnarli,  ho  voluto sfogliare i faldoni ingialliti e vi ho letto le storie di tante famiglie, di madri e di padri, di fratelli e amici che  non  si sono arresi alla scomparsa dei propri cari. Storie di famiglie che  potevano  essere felici, e che sono state condannate  da una dittatura feroce ad un dolore straziante” ha concluso il Presidente.

Incontro con Vice Presidente del Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale Cinese

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Il  Presidente  del  Senato,  Pietro Grasso, ha incontrato  a Palazzo Madama  il Vice Presidente del Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo Cinese, Di Zhang Ping. Durante  l’incontro,  durato più di 30 minuti, sono state definite le modalità  operative  per  la  cooperazione  tecnica  tra  il  Senato  della Repubblica e l’Assemblea Nazionale del Popolo Cinese.

Europa. Rispondere alle sfide con urgenza e responsabilità

Intervento alla Conferenza Interparlamentare per la Politica Estera e di Sicurezza Comune e la Politica di Sicurezza e Difesa Comune

Autorità, Gentili ospiti, Cari colleghi,

buongiorno. Con vero piacere vi auguro un cordiale benvenuto al Senato della Repubblica, anche a nome della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, per questa riunione della Conferenza interparlamentare per la Politica estera e di sicurezza comune e per la Politica di sicurezza e di difesa comune. Istituita dalla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti UE di Varsavia poco più di due anni fa, e giunta al quinto appuntamento, questa Conferenza ha acquisito un ruolo centrale nel quadro della cooperazione interparlamentare e della dimensione parlamentare dei semestri di Presidenza del Consiglio dell’Unione.

Il mandato di questa riunione e il rapporto sempre più stretto, di dialogo, confronto e verifica, con l’Alto Rappresentante per la PESC e la PSDC, il Servizio europeo di azione esterna e gli altri soggetti cui è demandata l’attuazione della politica estera e di difesa dell’Unione, ne fanno un importante attore nel nuovo quadro istituzionale che è andato delineandosi con sempre maggiore chiarezza dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona.

Viviamo un momento cruciale per la vita dei nostri cittadini e per il futuro del grande progetto europeo e delle nostre stesse civiltà. L’Unione è stretta, da una parte, fra profondissime fratture geopolitiche nel Grande Mediterraneo e ai nostri confini orientali; e dall’altra da una crisi economica in aggravamento. E vive un pericoloso accendersi di scetticismi, nazionalismi e disaffezione per gli ideali e i valori che ci uniscono e hanno segnato questi appassionanti decenni di vita europea. Io, da convinto europeista, credo fermamente che a queste sfide dobbiamo rispondere conformandoci a quel senso di estrema urgenza e di profonda responsabilità cui siamo chiamati a gran voce – Parlamenti, Governi, politici, dai nostri cittadini e dalle circostanze.

E proprio a noi parlamentari, che incarniamo nella nostra opera quotidiana i più alti valori dello Stato di diritto e della democrazia rappresentativa, spetti oggi più che mai una responsabilità speciale: interpretare il desiderio di sicurezza, di progresso e benessere delle persone che ci hanno affidato i loro destini, con un impegno costante di sprone e controllo democratico dell’operare dei nostri governi. Dobbiamo rispondere alla crisi del progetto europeo rilanciando con determinazione il rinnovamento interno delle istituzioni e rafforzando il peso dell’Unione all’esterno in modo da governare i mutamenti geopolitici che si stanno verificando alle nostre porte, invece di subirli.

Non possiamo nasconderci che l’Unione non ha espresso fin qui quello straordinario potenziale politico, umano ed economico che deriva dalle nostre dimensioni, dalla nostra storia e dai nostri doveri nei confronti della comunità internazionale. Conosciamo gli scenari problematici, che toccano entrambe le aree della politica di vicinato. Il Grande Mediterraneo è scosso da conflitti ed instabilità che propagano effetti nell’intero sistema globale. I vuoti geopolitici che si sono prodotti negli ultimi mesi ai nostri confini non hanno precedenti storici. Libia, Siria, Iraq, Yemen, Mauritania, Somalia e molti altri territori oggi subiscono la spinta devastante dell’estremismo e del terrorismo, di ideologie distruttive riunite dal desiderio di abbattere le democrazie, le libertà, i diritti, la dignità umana nella regione e nell’Occidente. Ne risultano ondate migratorie di difficile sostenibilità per il mio Paese e per l’Unione Europea; degrado, povertà, morti e sofferenze indicibili per milioni di esseri umani.

Dobbiamo rispondere con un processo politico strategico di medio e lungo termine, finalizzato non solo a promuovere la sicurezza territoriale, attraverso strumenti militari, ma ancora di più a determinare l’emersione ed il consolidamento delle istituzioni, l’inclusione politica e il mutuo riconoscimento degli attori statuali, lo sviluppo economico, lo scambio culturale, la pacifica convivenza dei credi religiosi e delle identità.

Processi lunghi, faticosi e costosi che richiederanno una chiara visione ed una forte costanza del proposito. Non meno preoccupante la situazione ai confini orientali dell’Unione, per la crisi ucraina che sta mettendo a dura prova non solo la sicurezza e la stabilità dei Paesi membri più esposti ma anche la tenuta economica dell’intera Unione, con il serio rischio che le nostre imprese perdano per sempre quote di mercato e approvvigionamenti energetici vitali in questa difficile congiuntura economica.

Oggi possiamo nutrire una speranza, a partire dalla firma dell’accordo di Minsk, che sia percorsa la via del dialogo fra Ucraina e Russia per una rapida stabilizzazione della tregua.

In questo quadro credo che sia necessario superare per sempre l’epoca dell’attendismo e conferire forza e sostegno all’azione politica della nuova Alta Rappresentante, che saluto con particolare orgoglio non già perché italiana ma perché impersona nel migliore dei modi la vocazione convintamente europeista che deve unirci.

A questo fine sarà determinante rafforzare il Servizio europeo di azione esterna; adottare una nuova Strategia europea di sicurezza, basata sui mutati equilibri geopolitici globali; dare puntuale seguito alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2013, che fra luci e ombre ha approvato una tabella di marcia per una politica di difesa europea più integrata e sostenibile; proseguire nelle politiche di allargamento e vicinato, e nell’aiuto allo sviluppo; investire nella politica commerciale comune, perseguendo con determinazione accordi bilaterali con gli Stati Uniti, con i partner asiatici e i paesi del Mercosur.

Sono convinto che il dibattito franco e serrato che seguirà contribuirà ad approfondire le questioni e dare il via a quel salto di qualità che dobbiamo ai nostri cittadini, alla nostra storia e ai nostri valori. A tutti voi, i miei migliori auguri di buon lavoro.

Grazie.

 

Semestre europeo. Conferenza interparlamentare di politica estera, sicurezza e difesa comune

Il  presidente  del Senato Pietro Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini apriranno giovedì 6 novembre la Conferenza interparlamentare sulla Politica  estera  e di Sicurezza comune (Pesc) e la Politica di Sicurezza e Difesa  comune  (Psdc).

La riunione si terrà nell’Aula di Palazzo Madama, a partire dalle ore 10,30. Parteciperanno  l’Alto  Rappresentante  per  la  politica  estera, Federica Mogherini,  il  ministro  degli  Affari esteri Paolo Gentiloni, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, le delegazioni parlamentari dei Paesi membri della  UE,  del Parlamento europeo, dei Paesi candidati alla UE e dei Paesi europei della Nato. Si tratta del quinto incontro che si svolge a Roma – il terzo  ospitato  in  Senato – nell’ambito della dimensione parlamentare del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea.

La  Conferenza  per la PESC e la PSDC ha la responsabilità di esercitare il controllo parlamentare nell’ambito della politica estera, di sicurezza e di difesa comune. I lavori, articolati in quattro sessioni divise tra giovedì e venerdì, sono preceduti,  nel  pomeriggio  di mercoledì 5, con inizio alle ore 17, da una riunione  dei  Parlamenti del sud dell’Unione europea e dei paesi candidati sul  tema “La politica di vicinato come fattore di stabilizzazione: il caso della  Libia”.

Alla riunione – presieduta dal presidente della Commissione Affari  esteri  del  Senato,  Pier  Ferdinando  Casini   –  interverrà  il presidente della Commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre. Giovedì  mattina,  dopo  gli  interventi  di benvenuto dei presidenti delle Camere,  prenderanno la parola i presidenti delle Commissioni Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, della Camera, Fabrizio Cicchitto, e del Parlamento  europeo,  Elmar  Brok.

Alle  ore  11,30  circa  è  previsto l’intervento  del  ministro  della  Difesa,  Roberta  Pinotti, sul tema “Le prospettive  della difesa europea: rafforzamento dell’approccio cooperativo con i partner strategici”. Subito  dopo  avrà  inizio  la prima sessione – “Il Mediterraneo e le crisi alle  frontiere  dell’Unione europea.  Sfide regionali e globali: dal Medio Oriente  all’Ucraina” – con  l’intervento del ministro degli Affari esteri, Paolo Gentiloni.

Alle  15  di  giovedì  avrà luogo la seconda sessione, dedicata alla “crisi libica”,  con  gli  interventi  del presidente della Commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre, e del capo della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia, Bernardino León.

La  terza  sessione,  a  partire  dalle  ore  16,30,  sarà dedicata al tema “L’Unione  europea  come  attore  globale: priorità e strategie nell’ambito della  PESC e della PSDC”; interverrà l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini. Nella  mattina  di venerdì 7 i partecipanti si divideranno in tre Gruppi di lavoro:  “Prospettive  parlamentari  sul  futuro dei Battlegroups europei”, “Rafforzare le relazioni UE-Africa”, “Stabilità regionale e allargamento ai Balcani occidentali”.

Alle 11 inizierà  la  quarta sessione,  dedicata alle “prospettive della difesa  europea”,  con particolare riguardo al rafforzamento dell’approccio cooperativo  con  i  partner  strategici. Interverranno il presidente della Commissione  difesa  della  Camera,  Elio Vito,  e il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi.

L’ordine del giorno della sessione conclusiva della Conferenza,  con inizio alle  ore  12,30  di  venerdì 7, prevede la presentazione dei risultati dei Gruppi  di  lavoro,  l’adozione  del  Regolamento e delle Conclusioni della Conferenza. I lavori saranno trasmessi in diretta dal canale satellitare, dalla webtv e dal  canale  YouTube  del  Senato. Il  programma  dettagliato e altre informazioni sono disponibili nel sito ue2014.parlamento.it.

 

Gentiloni saprà affrontare con determinazione le sfide del paese

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Il  presidente  del  Senato,  Pietro  Grasso, si congratula con l’onorevole Paolo  Gentiloni,  appena  nominato  Ministro  degli  Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il  Presidente,  nel  ringraziare  per l’operato svolto Federica Mogherini, rivolge  al  Ministro Gentiloni affettuosi auguri di buon lavoro, certo che saprà  interpretare al meglio l’incarico  di  alto prestigio e di responsabilità e affrontare con determinazione e competenza le sfide internazionali che attendono il nostro Paese e l’Europa in questo difficile momento.

Il  presidente  Grasso  desidera infine estendere gli auguri di buon lavoro anche  all’  on.  Davide  Faraone,  nuovo  sottosegretario  all’Istruzione, Università  e  Ricerca,  e all’ on. Paola De Micheli, nuovo sottosegretario all’Economia e Finanze.

 

Cantata delle Parole Chiare: il Teatro di Eduardo in Senato

Signore e Signori,

è con grande emozione e grande gioia che vi do il benvenuto nell’Aula di Palazzo Madama in occasione della celebrazione del trentesimo anniversario della scomparsa di Eduardo. Lo cito con il solo nome di battesimo perché è così che tutti lo ricordiamo. Dopo che Sandro Pertini lo nominò senatore a vita per i suoi altissimi meriti nel campo artistico e letterario, disse a Enzo Biagi una frase che mi ha sempre colpito: «Non chiamatemi Senatore, ci ho messo una vita per diventare Eduardo».

Sono certo che non volesse sminuire il valore di quella nomina considerandola solamente onorifica, ma in effetti nessuna qualifica e nessun titolo, se non parzialmente, può contenere tutte le sfumature di un uomo che era anche scrittore, regista, attore, poeta, uomo di cultura. Abbiamo voluto intitolare questo percorso “Cantata delle parole chiare. Voci dal teatro di Eduardo in Senato” proprio perché è stato un uomo profondamente radicato nella realtà – della quale ci ha offerto, con estrema originalità, spaccati magistralmente rappresentativi – facendo della sua Napoli lo specchio del mondo. Disse di se: “A partire dal 1945 in poi non c’è stata commedia scritta da me che non abbia riflettuto aspetti della realtà sociale italiana” L’artista Eduardo, dunque, non è mai disgiunto dall’Eduardo impegnato nell’analisi e nella critica dei paradossi della realtà. Al teatro De Filippo assegnava una funzione morale, una funzione pedagogica, una funzione di rinnovamento. Esempio ne sia il dibattito stimolante che seguì la prima di Filumena Marturano, dove veniva affrontata la problematica a lui cara della condizione dei figli illegittimi e l’idea stessa di famiglia.

A testimonianza del suo impegno a favore dei più deboli ascolteremo fra poco  dalla sua inconfondibile voce una piccola parte dell’intervento che tenne in quest’Aula il 23 marzo 1982, in cui illustrava la sua interpellanza a favore dei ragazzi dell’Istituto penale minorile di Napoli. Questo articolato intervento  tocca, di fatto, anche molti altri temi ed è, in sé, un piccolo capolavoro, non solo letterario, anche morale e civile. A lui dobbiamo una definizione suggestiva del Teatro: “Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male”.  Chi ancora oggi si accosti all’opera senza tempo, eterna, di Eduardo non può che esserne profondamente toccato. Noi non possiamo che essergliene grati. Grati per tutto ciò che con la sua ricca produzione ci suscita: le emozioni, i pensieri, le lacrime e i sorrisi. Rimarrai sempre nelle nostre menti e nei nostri cuori.

Grazie Eduardo.

 

Foto: Ansa

Palazzo Madama ricorda Eduardo De Filippo

La Cantata delle parole chiare. Voci dal teatro di Eduardo in Senato

Aula ore 11 A sorpresa si aggiunge un videomessaggio del premio Nobel Dario  Fo.  La diretta televisiva diventa mondiale grazie ai canali di Rai Italia Avrà inizio alle ore 11 nell’Aula di palazzo Madama, con l’intervento del Presidente del Senato Pietro Grasso,  ”La Cantata delle parole chiare. Voci dal teatro di Eduardo in Senato”, la cerimonia dedicata a Eduardo De Filippo a trent’anni dalla sua scomparsa.  A ricordarlo ci sarà anche il Premio Nobel Dario Fo. La sua sentita testimonianza, affidata ad un video, si è aggiunta a sorpresa alle tante già previste. L’opera del grande artista, mai disgiunta dall’impegno politico e civile, rivivrà nell’emiciclo attraverso le voci di grandi  interpreti: Anna Bonaiuto, Mariangela D’Abbraccio, Luca De Filippo, Carlo Giuffrè, Gianfelice Imparato, Silvio Orlando,  Umberto Orsini, Angela Pagano, Massimo Ranieri, Mariano Rigillo, Fausto Russo Alesi, Lina Sastri e Toni Servillo, che interpreteranno brani tratti dalle opere, poesie e lettere di Eduardo. Il Maestro Nicola Piovani eseguirà un estratto riarrangiato della sua opera tratta dal poemetto scritto da Eduardo De Filippo dal titolo “Padre Cicogna”. La cerimonia sarà trasmessa in diretta televisiva, realizzata da Rai Parlamento, da RaiTre,  Rai5 e dai tre canali di Rai Italia (Rai Italia1:  New York e Toronto ore 9.30 locale, Buenos Aires ore 10.30 locale; Rai Italia2: Pechino ore 11.30 locale, Sidney il 1 novembre  ore 01,30 locale; Rai Italia3:  Johannesburg 15.30), dal canale satellitare, webtv e canale  Youtube del Senato.

Foto: Ansa

Estados-mafia la evolución del crimen organizado

El actual presidente del Senado italiano recibió una distinción en la UBA por su lucha contra la Cosa Nostra, que –asegura– en muchos países está enraizada en el poder. Tiene línea directa con el Papa.

El presidente del Senado de Italia, Pietro Grasso, fue distinguido con el título honoris causa esta semana por la Universidad de Buenos Aires. Se lo destacó por su gran trayectoria como juez en su país, donde su avance contra el crimen organizado es un ejemplo. Grasso fue uno de los magistrados que juzgaron a la Cosa Nostra, una megacausa que investigaba a cientos de acusados por múltiples delitos relacionados con la mafia. Entre 2000 y 2004 estuvo a cargo de la Fiscalía Pública de Palermo, donde logró detener a 1.779 delincuentes, siempre vinculados a actividades mafiosas. En su presentación en la Facultad de Ciencias Económicas, Grasso comparó su actividad como juez con su actual cargo como senador, explicó los métodos con los que actúan las organizaciones delictivas y hasta contó anécdotas que su profesión le dejó marcadas a fuego.

Destino.

Grasso recuerda que desde chico, cuando apenas tenía 12 años, ya tenía en claro que quería ser juez. Nacido en Licata, una ciudad al sur de Sicilia –uno de los lugares considerados “cuna” de la mafia–, el magistrado explica que su intención “fue siempre defender la democracia”. Con el paso de los años, entendió que su actividad como fiscal no se reducía a la justicia y la seguridad. “La mafia es un fenómeno humano. La política tiene la tarea de erradicarla”, dice. Y agrega: “La mafia debe ser superflua, no un fenómeno cultural. En el mundo hay muchas organizaciones de la mano de la mafia. La corrupción es un método de poder. Estas organizaciones quieren generar mucho dinero en corto plazo”, dice. Pero también habla de las características culturales y sociales de la mafia: asegura que existe una relación en la que, en una ciudad, aunque la mafia no tenga miles de integrantes, todos tienen o tuvieron algún tipo de relación con ella. “Hubo cambios que adoptaron en los últimos años estas organizaciones: en primer lugar, comenzaron a trabajar en ‘células’ o equipos” de pocas personas que se arman y desarman en cada operación. “Cada uno cumple un rol. Una vez que finaliza el trabajo, se disuelven”, grafica. “Para llevar cocaína a Europa desde América se compone un pequeño equipo. Cuando se entrega el cargamento, se separan. Siempre los jefes se cuidan de no aparecer, por eso caen presas las ‘mulas’. Estas células son conformadas por personas de nacionalidades distintas. Ellos son los que corren mayor riesgo”, enfatiza.

Puertas adentro.

Otra de las grandes preocupaciones de Grasso es el crecimiento de lo que denomina “Estados-mafia”, cuya democracia se ve afectada por organizaciones que invaden con sus delitos. “Las mafias pueden controlar territorios e intervenir económicamente: influyen en la geopolítica”, opina Grasso. “Hay muchas vinculaciones con los intereses políticos, económicos y empresariales. Esto incluye a profesionales, ya sean abogados, médicos o contadores. Hay grupos interesados que acompañan, se apoyan y reciben apoyo de las mafias, que les permiten dominar territorios y tener legitimación. Lejos están de ser ‘los protectores de los vulnerables’”, profundiza el ex magistrado.

Asesor papal.

Cuando el entonces cardenal Jorge Bergoglio escribió su libro Curarse de la corrupción, publicado en 2005 aunque redactado en 1991, contó con la opinión de Grasso, por entonces fiscal nacional antimafia. Y en varias de las ocasiones en las que el Sumo Pontífice hace referencia a la corrupción, critica a las mafias o apunta contra las organizaciones criminales, suele estar presente el presidente del Senado italiano. “La corrupción no es una suma de pecados; son delitos que atentan contra la humanidad misma. Los corruptos dan de comer pan sucio. Eso lo pagan todos, pero principalmente los más humildes. La corrupción se convierte en una lucha para la democracia”, dice Grasso que conversó con el papa Francisco. En este sentido, para el presidente del Senado es importante destacar que el avance de las mafias es más perjudicial para los humildes porque genera pobreza. Incluso, una de las premisas que implementó al frente de la dirección de oficinas anticorrupción fue que todo el dinero que se recuperara cuando se apresara a una mafia sería “devuelto” al pueblo con inversión y obras.

Defender la democracia.

Desde marzo de 2013, Grasso es presidente del Senado italiano. Al asumir, dijo: “Siempre he buscado la verdad y la justicia”. El lunes pasado, en Buenos Aires, repasó que, aunque esté en un puesto legislativo, su tarea es similar a la que desempeñaba como magistrado o fiscal anticorrupción: “Defender la democracia”. Fue reconocido por investigar el crimen organizado. Asimismo, fue asesor de la Comisión Antimafia, así como fiscal nacional. Es autor de una decena de libros y textos relacionados con organizaciones criminales. Como senador, es autor de proyectos que buscan ir contra la corrupción.

 Una vida de lucha contra el delito

La vida de Grasso está atravesada por su trabajo denunciando a las mafias y organizaciones delictivas. En Buenos Aires, recordó que en un intervalo de un juicio le consultó a uno de los “informantes” si era posible que la mafia se terminara algún día. “Me contestó que la mafia ya no son sólo los grupos de mafiosos, sino quienes los rodean; sus amigos, conocidos, los que hicieron un favor para agradecer otro favor. En Sicilia las mafias suman unas cinco mil personas, pero en toda la provincia viven cinco millones. El problema es que están muy relacionados”. Tan personal es su relato que incluye uno relacionado con su esposa, profesora de Historia en Sicilia, donde dictaba una materia llamada Educación de Legalidad y enseñaba contenidos relacionados con el delito. Dos de sus alumnos eran de familia mafiosa, y uno de ellos abandonó la escuela antes de recibirse para dedicarse a los “negocios” de su padre, que había sido apresado. Cuando se enteró, la esposa de Grasso le recriminó, en broma: “¿Así que ahora encarcelas a los padres de mis alumnos?”. El otro estudiante fue el caso opuesto: cuando terminó la escuela, se escapó de su casa para evitar el “mandato familiar” que le indicaba que debía convertirse en mafioso. Cuenta Grasso que todos los años les enviaba una carta. En la última misiva que recibieron, les envió una copia de su título de ingeniero, les contó que había conseguido trabajo en un puesto jerárquico en una empresa y les agradeció por ayudarlo a no caer en las redes del delito.

Foto: Perfil