Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ricevuto oggi nel suo studio a Palazzo Madama il Presidente del Parlamento regionale del Kurdistan iracheno, Youssef Mohammad Sadiq. Al centro del colloquio, la drammatica situazione nell’area siro-irachena e il contrasto internazionale alle minacce dell’ ISIS e del terrorismo.
Sergio Mattarella Presidente della Repubblica
Signor Presidente della Repubblica, Caro Presidente,
sono sinceramente felice di poterle augurare il benvenuto al Palazzo del Quirinale, dove per i prossimi sette anni eserciterà la funzione di Capo dello Stato e di rappresentante dell’unità nazionale.
Il Parlamento riunito in seduta comune integrato dai delegati regionali l’ha eletta con un’amplissima maggioranza, a testimonianza della profonda stima per la sua persona e per l’esemplarità della sua storia politica e istituzionale. Lei saprà, signor Presidente, interpretare mirabilmente le gravose responsabilità cui è chiamato, con la serietà, il rigore e la dedizione che ha dimostrato in ogni suo incarico al servizio del Paese, e saprà rispondere alla fiducia e alle speranze che gli italiani ripongono in lei quale severo custode e attivo promotore dei principi costituzionali di libertà, giustizia, eguaglianza, rispetto dei diritti della persona. L’affetto e la riconoscenza dei cittadini le saranno di incessante incoraggiamento in questo suo ruolo di supremo garante dei valori fondanti della Repubblica. Sono certo infine, signor Presidente, che potrà sempre contare sul costante sostegno delle Istituzioni repubblicane, a cominciare dal Parlamento, dove da questo momento tornerò ad esercitare le mie funzioni.
Caro Presidente, quando ci siamo conosciuti, trentacinque anni fa, eravamo persone diverse: io un giovane magistrato, lei un giovane professore di diritto. Mai avremmo potuto immaginare, in quel momento di dolore e di smarrimento, che gli imprevedibili percorsi della vita ci avrebbero condotto nella solennità del Salone dei Corazzieri del Quirinale per questa cerimonia.
E’ quindi davvero con emozione e con sentimenti insieme di affetto, amicizia e deferente rispetto che le rivolgo, a nome mio e dei cittadini italiani, i migliori auguri.
Buon lavoro, signor Presidente.
Incidente base NATO di Los Llanos a Albacete
Il Presidente del Senato nell’esercizio delle funzioni del Presidente della Repubblica, Pietro Grasso, ha appreso con grande rammarico del tragico incidente occorso nella base NATO di Los Llanos a Albacete ed esprime il proprio cordoglio ai familiari delle vittime, al Segretario generale dell’Alleanza Atlantica e ai Capi di Stato dei Paesi alleati coinvolti, oltre che affettuosa vicinanza ai feriti.
Giornata della memoria. Il nostro futuro è l’Europa
Care ragazze, cari ragazzi,
è a voi che voglio rivolgermi in questo mio brevissimo intervento.
Abbiamo ascoltato parole molto belle e molto profonde stamattina dalla presidente Boldrini, dal presidente Gattegna, dalla Ministro Giannini e dai vostri compagni Alessandro, Lavinia e Giuseppe. La data del 27 gennaio è stata scelta perché, come sapete, proprio oggi, 70 anni fa, vennero aperti i cancelli di quel monumento all’orrore che è stato il campo di Auschwitz.
Un anno fa sono tornato in visita in quel luogo e ho rivisto, insieme a 130 studenti come voi, i campi, le baracche, i forni crematori. Ho cercato di vederli anche io con gli occhi di quei ragazzi, lucidi e sgranati dall’orrore mentre sentivano le testimonianze dei sopravvissuti. Flagellati da raffiche di vento gelido e pioggia, ma coperti tutti da calde giacche, abbiamo ascoltato le parole di Andra e Tatiana Bucci e di Sami Modiano, che ci raccontavano l’inferno al quale sono sopravvissuti vestiti solo del “pigiama a righe” di cotone loro concesso. Mentre le due sorelle Bucci, allora bambine, dicevano che si erano salvate solo perché, avvertite del possibile inganno, sono riuscite a dire un no straziato alla falsa proposta di rivedere la loro mamma, ho visto riflessa nei volti dei ragazzi la traccia indelebile che avrebbe lasciato quel racconto, al punto da diventare essi stessi testimoni capaci di tramandare quanto accaduto.
L’orrore della Shoah è nell’aver perseguito intenzionalmente, scientificamente e razionalmente un fine di sterminio attuato nell’indifferenza generale. La chiamarono “soluzione finale”: l’eccidio del popolo ebraico, innanzitutto, ma anche rom, sinti, oppositori politici, omosessuali, disabili fisici e mentali.
I protagonisti oggi non possono che essere i sopravvissuti, alcuni dei quali ho avuto il privilegio di insignire con la Medaglia d’Onore pochi minuti fa. Uomini e donne che dopo anni di straziante silenzio hanno deciso di partecipare agli eventi meritoriamente organizzati dal MIUR e dalla comunità ebraica, che tornano in quei luoghi, rinnovando il loro dolore senza fine, per far si che le giovani generazioni non possano più dimenticare o negare l’olocausto dopo averli sentiti, dopo avere riscontrato le impronte della storia.
Oggi è “la giornata della memoria”, ma questa non deve essere considerata solo una ricorrenza che siamo costretti a rispettare. Una memoria diffusa e un pensiero costante ci devono portare a un comportamento coerente, come mirabilmente ottenuto con l’iniziativa delle “pietre d’inciampo”, blocchi in pietra ricoperti di ottone incorporati nel selciato stradale delle città a ricordo delle deportazioni avvenute in quei luoghi. Un “inciampo” non fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere sulle atrocità naziste ogni volta ci si passa vicino. La memoria deve essere coltivata anche al di fuori delle commemorazioni ufficiali, deve dare fastidio, deve essere scomoda, come un pungolo per superare l’indifferenza, che come ci ha ricordato il presidente Gattegna, citando il professor Wiesel, è l’opposto dell’amore, dell’arte, della fede, della vita.
Dobbiamo essere vigili e attivi di fronte agli atti, purtroppo ancora oggi frequenti e numerosi, di esclusione, di marginalizzazione, di disumanizzazione dell’altro, come hanno ben sottolineato i lavori degli studenti vincitori del concorso. Perché è grazie alla memoria di ieri che possiamo difendere la nostra civiltà dagli atteggiamenti che hanno originato allora, e muovono ancora oggi, la macchina del razzismo, con la sua fabbricazione del nemico e la sua rozza pedagogia di ignoranza e ostilità verso il diverso: di volta in volta, clandestino, omosessuale, ebreo, islamico, nomade.
Un saluto affettuoso lo rivolgo infine ai sopravvissuti che sono oggi in quest’Aula, perché è insieme a loro, che così profondamente hanno sofferto, che dobbiamo comprendere la nostra storia, onorarla, e costruire il futuro. E il nostro futuro si chiama Europa. Dopo l’orrore nasce il sogno di una comunità unita, senza più guerre, senza più odi reciproci. L’Europa unita ci ha garantito il più lungo periodo di pace all’interno del continente, ci ha resi parte di un progetto più grande di quello nazionale. Lo abbiamo visto nella marcia in risposta agli attentati terroristici in Francia: quella è la foto dell’Europa, quello è il confine ideale che dobbiamo difendere ogni giorno, fatto di pace, libertà, giustizia, rispetto dei diritti umani, accoglienza e sicurezza. Non dobbiamo permettere a nessuna paura e a nessuna minaccia di chiuderci in un angolo, non dobbiamo ascoltare la voce della violenza, che semina terrore per instillare odio, ma dare una risposta ferma, decisa e unitaria, perché la storia non ripeta gli stessi errori. Il ripudio del fascismo e della vergogna delle leggi razziali, la forza del diritto, della libertà e della dignità umana, il rigetto di qualsiasi idea di antisemitismo e negazionismo sono il fondamento più profondo dell’Italia repubblicana e dell’Europa unita.
Nonostante tutto io rimango ottimista per il futuro. Quando nel giugno scorso, nel corso della mia visita in Israele e di un’emozionante cerimonia, ho aumentato la fiamma perenne della memoria nella sala del memoriale di Yad Vashem, quando ho visto gli innumerevoli alberi piantati a ricordo di ciascuno nel Giardino dei Giusti tra le Nazioni, e i loro nomi incisi nel muro d’onore del Memoriale, al pensiero che oltre 24 mila persone, di diversi Paesi e di diverse religioni – tra cui oltre 600 italiani come Perlasca e Bartali, per citare i più noti- hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare dal genocidio nazista uomini, donne e bambini che non conoscevano, ho intravisto la luce della speranza. Quei Giusti hanno rappresentato le stelle in una notte profondissima e scura. Ognuno di loro è stato il segno, il simbolo, la speranza di un nuovo mondo fatto di comprensione, di umanità, di amicizia, di non violenza, di tolleranza e di pace. Un mondo che dobbiamo costruire e difendere ogni giorno.
Incontro con Israel Meir Lau, Rabbino Capo di Tel Aviv
Il Presidente del Senato nell’esercizio delle funzioni del Presidente della Repubblica, Pietro Grasso, ha ricevuto stamattina a Palazzo Giustiniani il Rabbino Capo di Tel Aviv e Presidente di “Yad Vashem”, Israel Meir Lau. Erano presenti il Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, il Presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, e il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni.
Incontro con la Presidente della Repubblica del Kosovo, Atifete Jahjaga
Il Presidente del Senato nell’esercizio delle funzioni del Presidente della Repubblica, Pietro Grasso, ha ricevuto oggi a Palazzo Giustiniani la Presidente della Repubblica del Kosovo, Atifete Jahjaga. Era presente il Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Benedetto Della Vedova.
Incontro con Giovanni Legnini, Vice Presidente del CSM
Il Presidente del Senato nell’esercizio delle funzioni del Presidente della Repubblica, Pietro Grasso, ha ricevuto oggi nel suo studio di Palazzo Giustiniani il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini.
Messaggio a Papa Francesco
Il Presidente del Senato nell’esercizio delle funzioni del Presidente della Repubblica, Pietro Grasso, ha inviato a Sua Santità Francesco il seguente messaggio:
“Santità, a nome mio personale e del popolo italiano desidero porgerle il più cordiale bentornato dal suo viaggio apostolico in Sri Lanka e nelle Filippine. Sono certo che il messaggio pastorale lanciato nel corso della sua missione è destinato ad avere una lunga e profonda eco nei paesi da lei visitati e tra le popolazioni incontrate. Confido infatti che le sue parole a favore della libertà religiosa, della pace e del dialogo pronunciate in Sri Lanka infonderanno nuova linfa al difficile percorso di riconciliazione avviato nel paese, mentre la sua presenza e la testimonianza della vicinanza caritatevole della chiesa porteranno conforto alla popolazione delle filippine. Con profonda considerazione le rivolgo il mio affettuoso pensiero”.
Incontro con il Ministro Paolo Gentiloni
Il Presidente del Senato nell’esercizio delle funzioni del Presidente della Repubblica, Pietro Grasso, ha ricevuto oggi nel suo studio di Palazzo Giustiniani, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni.
Incontro con il Generale di Corpo D’Armata Tullio Del Sette
Il Presidente del Senato nell’esercizio delle funzioni del Presidente della Repubblica, Pietro Grasso, ha ricevuto oggi nel suo studio di Palazzo Giustiniani il nuovo Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo D’Armata Tullio Del Sette.