Incontro con delegazione Usigrai

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Il  Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ricevuto oggi a Palazzo Madama una  delegazione dell’Usigrai, guidata dal Segretario Vittorio di Trapani e composta  da  Daniela  de  Robert,  Renato  Orso e Ilaria Sotis, componenti dell’esecutivo. La delegazione ha illustrato al Presidente Grasso i contenuti di “RaiPIU'”, la  piattaforma  proposta dall’Usigrai per la riforma dell’informazione del servizio pubblico radiotelevisivo. La  piattaforma  è stata sottoposta a referendum interno tra i  giornalisti Rai  –  ha  affermato la delegazione dell’Unione Sindacale Giornalisti  Rai –  registrando  una affluenza del 73 per cento degli aventi diritto e  l’82 per cento di “sì”. Accogliendo il documento per una lettura approfondita, il Presidente Grasso si  è  complimentato “per le modalità di consultazione adoperate: un metodo innovativo di partecipazione e di proposta in vista di cambiamenti delicati nel servizio pubblico”.

Incontro con delegazione del progetto “Niente per niente”

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Il  Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ricevuto oggi a Palazzo Madama il  Presidente  della Fondazione Adventum, pastore Franco Evangelisti, e il Presidente  dell’Ambulatorio  Antiusura,  Luigi  Ciatti,  accompagnati  dal Direttore   della  rivista  Coscienza  e  Libertà,  Davide  Romano,  e  dal responsabile   della  comunicazione  e  dei  rapporti  istituzionali  della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), Gian Mario Gilio, in occasione  del  lancio  del progetto contro l’usura e il sovraindebitamento dal  titolo  “Niente  per niente”. L’iniziativa vedrà coinvolte in un primo momento  le  scuole romane  per  poi  estendersi  a  livello  nazionale; l’obiettivo è la formazione dei più giovani all’uso corretto del denaro.

Senato celebra 750° anniversario di Dante con Benigni e Piovani

Il  Senato della Repubblica celebra Dante Alighieri. Sarà l’Aula di Palazzo Madama,   lunedì  4  maggio,  con  inizio  alle  ore  11,  ad  ospitare  la ‘Celebrazione   per   il   750°   della  nascita  di  Dante’,  promossa  in collaborazione  con  il  “Centro  Pio  Rajna  – Centro studi per la ricerca letteraria,  linguistica  e  filologica”  e  con la  Casa di Dante in Roma. L’iniziativa  darà  il  via  alle  manifestazioni nazionali previste per la ricorrenza (1265-2015). Il saluto del Presidente del Senato, Pietro Grasso, aprirà la cerimonia che si  terrà alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con  la  partecipazione  straordinaria  di Roberto Benigni. L’attore premio Oscar  darà  ‘voce  al  Poeta’  con  la lettura e l’illustrazione del Canto XXXIII  del  Paradiso.  Il  Maestro  Nicola  Piovani al pianoforte, Rossano Baldini  alle  tastiere  e  il soprano Rosa Feola eseguiranno, per la prima volta,  il  Canto  dalla  ‘Vita  nuova’, composizione originale del Maestro Piovani   per   l’anniversario   della  nascita  di  Dante,  realizzato  in collaborazione  con  il  Ravenna  Festival  ed il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Interverranno  il  Cardinale  Gianfranco  Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio  della  Cultura,  il ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini, e il professor Enrico Malato, presidente del Centro Pio Rajna. Per  l’occasione  nella  Sala  Garibaldi  di Palazzo Madama saranno esposti importanti  documenti  sull’opera di Dante, con moderne edizioni di opere e preziose  riproduzioni  in  facsimile  di antichi codici miniati, nonché un contributo  originale  dell’artista  trentino  Domenico Ferrari, che per la prima volta espone L’Inferno di Dante illustrato da 36 incisioni. Il  Presidente  Grasso  ringrazia  gli  Artisti  che  con  la loro gratuita partecipazione  hanno  reso possibile una straordinaria iniziativa, insieme al  professor Malato e al Cardinale Ravasi, Presidente della ‘Casa di Dante in Roma’. ‘Lunedì  4  maggio  –  afferma  il  Presidente  Grasso  –  il  Senato della Repubblica  sarà  la  “Camera  Alta” della cultura italiana, inaugurando le celebrazioni  previste  per  il  750mo  anniversario della nascita di Dante Alighieri. Ringrazio gli Artisti che hanno aderito alla nostra iniziativa e che,   per  un  giorno,  nell’Aula  di  Palazzo  Madama,  ci  restituiranno l’orgoglio  di una straordinaria eredità artistica e culturale. E’ un fatto di  grande  rilievo che sia proprio un’Aula parlamentare ad ospitare questa cerimonia. Il mio augurio è che questo sia di buon auspicio per il successo delle  manifestazioni programmate in Italia e all’estero in occasione della ricorrenza’. La  celebrazione  sarà trasmessa in diretta televisiva da RaiUno, a cura di Rai Parlamento, dal canale satellitare e dalla webtv del Senato.

Incontro con Gerard Larcher, Presidente del Senato francese

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Il  Presidente  del  Senato  Pietro  Grasso  ha  ricevuto  oggi,  a Palazzo Giustiniani,   Gerard  Larcher,  Presidente  del  Senato  della  Repubblica francese.

Incontro con il Presidente del Parlamento albanese Meta

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Il  Presidente  del  Senato  Pietro  Grasso  ha  ricevuto questa mattina, a Palazzo  Giustiniani,  il  Presidente  del  Parlamento  della Repubblica di Albania, Ilir Meta.

 

Incontro con Myria Vassiliadou, coordinatrice Anti-Tratta dell’Unione europea

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Il  Presidente  del  Senato,  Pietro  Grasso, ha ricevuto oggi pomeriggio a Palazzo  Madama  la  coordinatrice  Anti-Tratta  dell’Unione europea, Myria Vassiliadou. Nel  corso del cordiale colloquio si è approfondito il tema delle possibili azioni a livello europeo per contrastare la tratta di esseri umani.

Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea

Signor Presidente della Repubblica,

Vorrei unirmi alle parole della Presidente Boldrini per esprimere lo sgomento e il dolore insopportabili per la morte nel Canale di Sicilia, a nord della costa libica, di centinaia di migranti in cerca di speranza e di vita. Drammaticamente nelle ultime ore è giunta notizia di un analogo naufragio di migranti davanti alla costa orientale di Rodi e di altre due imbarcazioni al largo della Libia che l’Italia sta soccorrendo in questi momenti. Una vera catastrofe umanitaria. Sono certo di parlare a nome di tutti i presenti dicendo che al turbamento delle coscienze e ai sentimenti di umana pietà devono seguire azioni immediate della nostra Unione Europea che da oggi deve intraprendere un nuovo corso politico, lungamente atteso, perché questo non accada mai più.

Desidero ringraziarla, Signor Presidente, a nome mio e dei colleghi Presidenti dei Parlamenti dell’Unione Europea per averci voluto ricevere al Palazzo del Quirinale, il luogo che simboleggia la nostra unità nazionale. La sua profonda sensibilità per i temi europei sarà di stimolo e incoraggiamento per tutti noi, che nel ruolo di Presidenti delle Assemblee rappresentative dell’Unione, ci impegniamo per rendere più intensi e produttivi il dialogo e la cooperazione fra i parlamenti e fra questi e le istituzioni europee, perseguendo con determinazione l’affermazione dei comuni valori europei. Sono certo di interpretare un’opinione condivisa sottolineando che quanto più incisivo e recepito sarà il contributo delle istituzioni democratiche che rappresentano direttamente i cittadini, tanto più saldo sarà il difficile processo di costruzione della casa comune europea.

Signor Presidente, il bilancio delle iniziative di cooperazione interparlamentare che il Parlamento italiano ha tenuto nel semestre di Presidenza conclusosi nello scorso dicembre, è estremamente positivo. Nel difficile momento storico che l’Unione vive per il peso della crisi e per gli effetti delle fratture geopolitiche e di sicurezza ai nostri confini, abbiamo ritenuto doveroso affrontare temi cruciali, direi esistenziali, che toccano il nostro modello di crescita e sviluppo; la nostra capacità di agire da attore geopolitico secondo il peso e le responsabilità che ci competono; la nostra determinazione nel procedere verso più intense forme di integrazione economica e politica. Le riunioni si sono così articolate sui temi della governance economico-finanziaria; della politica estera e di sicurezza comune; dei diritti fondamentali; dello sviluppo agricolo e industriale; della crescita e dell’occupazione. Un impegno corale del Senato della Repubblica e della Camera, che posso assicurarle è stato ampiamente ripagato dalla qualità e dall’intensità dei dibattiti e del lavoro. E vorrei oggi cogliere l’occasione per ringraziare i Presidenti dei Parlamenti dell’Unione per avere assicurato la loro attiva e dedicata partecipazione.

Signor Presidente, individuare nuove vie per rilanciare la crescita e lo sviluppo è una necessità vitale che risponde a due esigenze parimenti urgenti: contrastare gli effetti duraturi della crisi sui nostri sistemi produttivi, i livelli di occupazione e la vita quotidiana dei cittadini dell’Unione; e avversare il forte senso di sfiducia che questi ultimi spesso nutrono per le istituzioni e per il progetto europeo, come ha mostrato la crescita di movimenti e forze politiche populiste e anti-europee. I risultati conseguiti sono di grande importanza: così il rafforzamento degli strumenti di governance, preventivi e correttivi; il giusto accento sulle riforme strutturali che gli Stati membri sono chiamati ad adottare per consolidare le finanze pubbliche; la creazione dell’Unione bancaria. Io sono fermamente convinto che non si debba abbandonare la via delle regole e del rigore, ma che sia altrettanto necessario individuare nuove e originali risposte che rilancino e ammodernino in profondità il modello europeo di crescita, per una maggiore competitività dell’Unione nel consesso internazionale.

Il tema dei diritti è strettamente connesso alla riflessione sul rilancio dell’Unione europea come modello di crescita equilibrata e come attore globale. La crisi ha posto al centro dell’attenzione e del dibattito la necessità di consolidare o garantire i diritti soggettivi che sono iscritti nei Trattati e nella Carta europea dei diritti fondamentali: penso al diritto al lavoro, o ai diritti elencati sotto la voce comune “solidarietà”. Fenomeni come la criminalità organizzata transnazionale e il terrorismo, impongono una riflessione sulla necessità di strumenti comuni idonei a rispondere alle istanze dei sicurezza dei cittadini, senza mai intaccare la tutela delle libertà e dei diritti fondamentali che fa dell’Unione un modello di riferimento internazionale. A proposito dei negoziati in corso sui trattati internazionali, fra cui quello di libero scambio con gli Stati Uniti, a me sembra che debbano prevedere un ruolo incisivo e partecipativo dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo, e un accesso pieno alle informazioni e ai documenti.

La Conferenza in corso si concluderà, infine, con una sessione sul rafforzamento del dialogo politico, un processo che negli ultimi anni si è consolidato e costituisce ormai la vera spina dorsale nell’interlocuzione tra parlamenti nazionali e istituzioni dell’Unione. Lo dimostra la circostanza che dei 600 contributi trasmessi in media dai parlamenti nazionali alla Commissione e al Parlamento europeo solo poco più del 15% sono pareri motivati, espressi secondo la procedura di allerta precoce per il controllo del principio di sussidiarietà. A me sembra che i parlamenti degli Stati membri vadano sempre più orientandosi verso un dialogo che entra nel merito delle scelte politiche e legislative dell’Unione. E’ nostro compito, come Presidenti, rendere i contributi sempre più efficaci e puntuali, esercitando una forte azione di stimolo sui nostri due interlocutori principali: sulla Commissione europea, affinché le risposte ai documenti trasmessi dai parlamenti nazionali siano il più possibile rapide e circostanziate; sul Parlamento europeo, perché tenga sempre più conto di quegli stessi documenti all’atto di predisporre le relazioni sulle proposte legislative.

Signor Presidente, concludo riaffermando il nostro profondo e sincero europeismo, davanti a lei che incarna l’unità e i valori di una Nazione che sente l’Europa iscritta indelebilmente nella mente e nell’anima. Il legame che ci unisce all’Unione e ad ognuno dei Paesi fratelli che la animano viene da lontano, da un’identità condivisa, forgiata dalla storia e cementata dalla memoria della barbarie che ha sconvolto il continente troppe volte e che abbiamo giurato di non consentire mai più. Le nostre origini, Signor Presidente, ci vincolano tutti a un futuro comune. Credo che questa semplice consapevolezza potrà guidare noi parlamentari, cui spetta l’alto dovere di rappresentare i cittadini negli organi democratici, a ricordare che non ci occupiamo solo di norme, direttive e regolamenti, ma soprattutto di viva e pulsante umanità.

A nome di tutti, ancora grazie Signor Presidente.

 

Incontro con il Presidente del Bundesrat

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Il  Presidente  del Senato, Pietro Grasso, ha ricevuto oggi a Palazzo Giustiniani  il Presidente del Bundesrat della Repubblica Federale tedesca, Volker Bouffier. La  tragedia  di  ieri  nel  Canale di Sicilia è stata al centro del cordiale colloquio.  Il Presidente Grasso ha ribadito la necessità di un maggiore  impegno europeo per affrontare il dramma dei migranti e colpire i trafficanti responsabili delle stragi nel Mediterraneo. Nel  corso  dell’incontro  sono stati anche approfonditi i temi della riforma costituzionale in Italia e del funzionamento del  sistema parlamentare  tedesco  ed  è  stata  stabilita  una  base rafforzata per la cooperazione fra le due camere alte.

Cordoglio per il rabbino Elio Toaff

“Di  Elio  Toaff vogliamo ricordare in questo momento soprattutto la grande umanità  e la costante fiducia nel dialogo per superare le incomprensioni e avvicinare  gli  uomini  di  religioni  e  convinzioni  diverse”. 

Così  il Presidente  del  Senato,  Pietro Grasso, ricorda l’ex Rabbino Capo di Roma, scomparso ieri.

“Guida spirituale nei momenti più difficili del dopoguerra, ha attraversato la storia del nostro Paese lasciando una eredità ideale cui oggi rendiamo, con gratitudine, il dovuto omaggio. Resteranno per sempre nel nostro ricordo le immagini dell’incontro con Papa Giovanni  Paolo II nella Sinagoga di Roma e le parole importanti che furono pronunciate in quell’occasione.

Ai suoi familiari e alla comunità ebraica – conclude  il  Presidente  Grasso  –  invio, anche a nome dell’Assemblea del Senato,  i  sentimenti  della  più  sincera vicinanza e del nostro profondo cordoglio”.

40 anni di Amnesty International Italia

Autorità, colleghi, Signore e Signori,

ho accolto con vero piacere l’invito a prendere parte alle celebrazioni per il 40° anniversario di Amnesty International Italia, un’istituzione che ci ha accompagnato in questi decenni, rendendoci un Paese migliore. Siamo in buona compagnia: oggi Amnesty International è presente in più di 150 Paesi nel mondo, e conta oltre sette milioni di attivisti per la difesa e la tutela dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale. La candela accesa di Amnesty, quel filo di luce avvolto nel filo spinato, è un simbolo universale di impegno e di speranza.

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”: le prime indimenticabili parole della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che il 10 dicembre 1948, ormai quasi settant’anni fa la ha innescato la lenta e silenziosa rivoluzione dei diritti umani. Ancora oggi quando sfoglio quel documento non posso fare a meno di commuovermi: ad ogni pagina, ad ogni parola mi pare di sentire le voci dolenti di chi è stato ucciso dai suoi stessi fratelli, di chi ha patito indicibile dolore, discriminazioni, abusi, torture per consentirci di essere oggi qui a certificare la realizzazione della profezia di Kant: che la violazione di un diritto in un paese è sentita come tale in ogni altra parte del mondo. Un processo, quello dei diritti, che ha posto al cuore della comunità internazionale e di ogni Stato, due principi che dobbiamo mantenere saldissimi. Il primo: l’eguaglianza degli esseri umani rispetto ai diritti, che vieta di distinguere fra cittadino e straniero, fra uomo e donna, fra credente e laico, fra bianco e nero, fra “normale” e “diverso”. Il secondo: la centralità della dignità umana. Kant ha scritto nel 1785, nella Fondazione della metafisica dei costumi: “l’umanità, l’essere uomo, è essa stessa una dignità: l’uomo non può essere trattato dall’uomo come un semplice mezzo, ma deve essere sempre trattato come un fine. In ciò appunto consiste la sua dignità, o personalità”.

L’effettività di questi principi è rimessa al nostro dovere di donne e uomini delle istituzioni, ma anche al lavoro degli attivisti di Amnesty che vigilano sull’effettiva applicazione dei diritti umani con ricerche sistematiche e con mobilitazioni dell’opinione pubblica, anche attraverso quel fondamentale strumento di informazione costituito dal Rapporto annuale sullo stato dei diritti umani nel mondo.

L’ultimo Rapporto, del 25 febbraio scorso, offre elementi dettagliati sulla situazione dei diritti umani in 160 paesi e territori nel 2014. Salil Shetty, Segretario generale di Amnesty International, lo apre con la sconfortante constatazione che “lo scorso anno sarà ricordato per i violenti conflitti e l’incapacità di tanti governi di proteggere i diritti e la sicurezza dei civili”. Da un lato va giustamente evidenziata l’incoraggiante notizia dell’entrata in vigore, il 24 dicembre scorso, del Trattato internazionale sul commercio di armi, che sono felice il Parlamento italiano abbia ratificato per primo. Dall’altro lato, si deve constatare che il diritto internazionale e i diritti fondamentali vengono regolarmente calpestati in aree sempre più vaste del mondo, in misura che non ha precedenti. L’imbarbarimento dei conflitti non riguarda solo le aree più note di conflitto del Medio Oriente, ma decine di paesi “dimenticati” in ogni continente nei quali le discriminazioni, la violenza, le deportazioni, le torture affermano una legge dell’odio che è tanto più disumana quanto più viene ignorata e tollerata dal cosiddetto mondo “civile”. Lo stesso mondo civile che dimentica migliaia di migranti sospinti dalla disperazione, dalla fame, dalla guerra e dalla cupidigia dei trafficanti che il Mediterraneo ingoia ogni giorno.

Ma il nostro dovere è di proteggere in ogni situazione i diritti umani anche qui, nel nostro Paese. Penso alla definitiva chiusura in Italia dei vergognosi ospedali psichiatrici giudiziari, strutture fatiscenti caratterizzate da un inaudito degrado in cui i malati/reclusi erano spesso privi dei necessari interventi terapeutici e vivevano in condizioni umane e igieniche indegne. Penso al sovraffollamento carcerario, stigmatizzato dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo. Penso all’emergenza abitativa per gli indigenti. Penso ad ogni più piccola discriminazione, razzismo, intolleranza, di cui quotidianamente veniamo a conoscenza.

A proposito di lavoro da fare: dopo un primo passaggio in Senato e le modifiche della Camera affronteremo di nuovo, spero presto e definitivamente, il disegno di legge per l’introduzione del delitto di tortura nell’ordinamento italiano, un testo senza dubbio perfettibile ma non più rinviabile: è da troppo tempo che i cittadini italiani – e i tanti firmatari del vostro appello – aspettano di veder inserito questo termine nel nostro codice penale. Nella mia veste di Presidente del Senato, non posso entrare nel merito delle scelte che il Parlamento sarà chiamato a compiere rispetto a questi temi, ma voglio sottolineare l’importanza del ruolo della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, di cui saluto il Presidente, senatore Luigi Manconi, strenuo difensore dei più deboli.

Continuo a sostenere, inoltre, con profonda convinzione, le iniziative didattiche rivolte ai più giovani, che il Senato organizza sul tema dei diritti umani e dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. Voglio credere, infatti, che quei semi che riusciremo a far germogliare nei loro piccoli cuori siano semi di speranza in un futuro che possa non vedere gli orrori di cui oggi siamo testimoni. Con queste convinzioni e con questi sentimenti, intendo ribadire la stima e l’ammirazione per le donne e gli uomini di Amnesty che si impegnano strenuamente operando, spesso in situazioni di grave pericolo, per la salvaguardia dei diritti umani. Confido che i rappresentanti della Sezione italiana vorranno trasmettere a tutti gli attivisti il messaggio di vicinanza mia e dell’Istituzione che rappresento.