Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia

Intervento alla presentazione del volume a cura della Fondazione Nilde Iotti

Cari amici, gentili ospiti,

è per me un grande piacere ospitare nella Sala Capitolare del Senato la presentazione del libro “Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia”.

Vorrei innanzitutto ringraziare la Fondazione Nilde Iotti nella persona della Presidente, Livia Turco, per averne curato la pubblicazione, e le autorevoli autrici del libro.
Ma vorrei porgere il mio più sincero apprezzamento a tutte coloro che con lo loro attività contribuiscono, ogni giorno, a promuovere la partecipazione delle donne al dibattito politico e culturale del nostro Paese.

Oggi il nostro ricordo va ad una donna che ha lasciato un segno indelebile nella vita politica e istituzionale del nostro Paese.

Nilde Iotti, definita “la madre della nostra repubblica”, partecipe, per più di cinquant’anni alle legislature del Parlamento repubblicano e prima ancora all’Assemblea Costituente, è stata protagonista indiscussa della rivoluzione socio – culturale dell’Italia. Donna parlamentare altamente qualificata, deputata europea, straordinaria Presidente della Camera dei deputati, prima Presidente donna che ha ricoperto questo incarico per più tempo, è stata tutto questo, sempre con equilibro, autorevolezza, determinazione, passione e con quella naturale eleganza che la contraddistingueva in ogni suo gesto, in ogni sua espressione.
La sua personalità esprimeva un’autorevole serenità.

Quando morì, nel 1999, Le Monde le dedicò una nota con questo titolo: “Se ne va la gran signora della politica italiana”, una sintesi reale di colei che ha impersonato un’alta concezione della politica, che è stata il punto di partenza delle più importanti conquiste legislative dall’inizio della Repubblica alla conclusione dell’ultima legislatura. Dal 1950 al 2012, è stato un susseguirsi di leggi che hanno cambiato la vita delle donne e del Paese.

Il libro ripercorre in maniera chiara e puntuale questo percorso storico-legislativo che ha avuto le donne come principali protagoniste e sottolinea il profondo cambiamento sociale, culturale e giuridico della vita repubblicana.

Basti pensare al 1963, anno dal quale le donne possono finalmente accedere alla magistratura; al 1968 anno dal quale l’adulterio femminile non è più considerato reato; al 1970, quando viene approvata la legge sul divorzio; abbiamo dovuto attendere il 1996 per trasformare la violenza sessuale in reato contro la persona e non contro la moralità pubblica. E soltanto nel 2012 si è completata la piena parità giuridica tra figli nati dentro e fuori dal matrimonio.

I traguardi raggiunti sono tanti ma ancora c’e’ molto da fare. Senza le donne, senza le battaglie che hanno combattuto, il nostro Paese non sarebbe quello che è oggi. Le donne sono ragione di speranza e di futuro per il nostro Paese, una ricchezza di risorse straordinaria. Ma le battaglie delle donne devono diventare le battaglie di tutti!

Sono sempre più numerose le donne, oggi, che hanno raggiunto posizioni di rilievo non solo in Italia ma anche in tutto il mondo. E’ di questi giorni la nomina del Presidente Obama di Janet Yellen alla guida della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti:la prima donna a presiedere l’istituzione centenaria le cui scelte indirizzano il corso dell’economia mondiale.

Sono traguardi importanti, frutto di un percorso avviato anche a livello normativo, ma il vero cambiamento è dovuto a quella rivoluzione culturale che è già in atto da tempo.
Il ruolo della donna nella società, nel lavoro, nell’impresa, nelle principali professioni, nella politica, è essenziale ed imprescindibile: non credo sia un caso che nelle graduatorie dei posti assegnati per concorso il numero di donne sia superiore a quello degli uomini, mentre dove i posti vengono assegnati per nomina diretta la percentuale sia inversa!

Ma al riconoscimento delle doti e delle qualità del mondo femminile, non è seguito ancora e in modo completo quel salto di qualità ulteriore che è costituito dal raggiungimento di posizioni di vertice, in completa parità con gli italiani di sesso maschile senza il bisogno di quote, e politiche di flessibilità e di sostegno a entrambi i partner, necessarie per poter conciliare al meglio il lavoro e la famiglia.

E’ necessaria dunque una collaborazione di tutti, istituzioni, scuola, famiglia, perché la piena affermazione della dignità della donna e il rispetto della sua persona diventino imperativi categorici o meglio, senso comune.

Ricordo che è passato all’esame del Senato il decreto legge contro il femminicidio, approvato alla Camera, che prevede nuove aggravanti e tutela più ampia nei confronti delle donne che subiscono maltrattamenti e violenza domestica. Un passo importante perché la violenza sulle donne esce da una dimensione strettamente femminile e diventa, come è giusto, un problema sociale che richiede un intervento strutturato e non emergenziale.

Con l’auspicio che a questa iniziativa ne seguiranno altre per valorizzare e raccontare sempre di più il mondo femminile, il mio augurio va a tutte le donne, nella speranza che sia sempre più garantita, in ogni ambito, la piena realizzazione sia morale che professionale.
Grazie di cuore.