Lavoro, lavoro, lavoro

Lavoro, lavoro, lavoro. Non è il ritornello di una brutta canzone intitolata Jobs Act ma dei pensieri costanti degli italiani che non ne trovano uno decente, che lavorano a part-time, a termine o che, dopo un ciclo di studi, si trovano a fare lavoretti. Oppure a essere impiegati senza una paga adeguata. È anche il pensiero fisso di noi di Liberi e Uguali. Vogliamo restituire dignità e diritti a chi lavora e abbiamo idee e proposte per crearne di nuovo. Vogliamo un contratto unico, investimenti in economia verde, assunzioni e rinnovo della pubblica amministrazione, cura del territorio, incentivi a chi innova e assume. E poi un fisco più giusto.

Ecco le nostre idee:

– ripristinare il divieto di licenziamento senza giusta causa (art.18);

– un contratto unico: dopo un periodo di prova il lavoro diventa a tempo indeterminato e a piene tutele;

– lavoratori autonomi e partite IVA hanno diritto ad una paga giusta ed alle stesse tutele dei lavori salariati (maternità, inattività, cessazione temporanea, invalidità o infortunio);

– parità retributiva tra donne e uomini;

– diritto alla genitorialità (più servizi per l’infanzia e di conciliazione lavoro/famiglia per madri e padri)

– sblocco delle assunzioni pubbliche (50mila posti nelle amministrazioni a vantaggio di laureati e diplomati soprattutto nel Mezzogiorno);

– Riduzione dell’orario e redistribuzione del lavoro: l’automazione renderà obsoleti nei prossimi 15 anni più di tre milioni di occupati nei settori tradizionali.

– banca pubblica che finanzi investimenti di lungo periodo.

– holding di gestione delle partecipazioni pubbliche che promuova investimenti di lungo termine in settori innovativi e in ricerca e sviluppo, al fine di aumentare la produttività del sistema.

– Svincolo dei dividendi delle partecipate dal Tesoro da investire in ricerca e sviluppo.

RICERCA È SVILUPPO
La mancanza di spesa in ricerca deteriora la capacità competitiva, con una conseguente perdita dei lavoratori più produttivi e qualificati. LeU propone un piano pluriennale per portare la spesa in R&S dal 1% fino al 3% del PIL in 5 anni.

L’EUROPA CHE VOGLIAMO
Altre risorse dipendono da un cambio di marcia in Europa: basta chiedere flessibilità a Bruxelles in modo episodico; NO AL FISCAL COMPACT, introduciamo la GOLDEN RULE EUROPEA: le risorse investite in infrastrutture e tutela ambientale devono uscire dal computo dei parametri di Maastricht.

BASTA DELOCALIZZAZIONI
Basta multinazionali che delocalizzano dopo aver ottenuto sgravi fiscali e soldi pubblici. Serve una nuova normativa e un intervento europeo: le imprese che non rispettano gli impegni presi devono restituire i contributi pubblici ricevuti e pagare una sanzione.

UN GRANDE PIANO VERDE
Per immaginare l’Italia del futuro serve una conversione ecologica dell’economia, capace di liberare l’enorme potenziale di cui dispone il Paese. Un Grande Piano Verde, per energia, rifiuti, trasporti, edilizia, agricoltura, è la via maestra per il rilancio delle eccellenze industriali italiane, per la creazione di posti di lavoro diffusi, stabili, per la promozione delle economie sane.

· efficientamento energetico per mobilità e trasporti

· manutenzione e messa in sicurezza del territorio

· bonifica di zone di territorio compromesso da inquinamento

· recupero di strutture pubbliche da destinare ad uso abitativo

· Programma di riqualificazione energetica su interi edifici su tutto il territorio nazionale, in modo da ottenere risparmi dei consumi energetici dell’ordine del 60-70%.

· Crescita della mobilità sostenibile: rinnovo e integrazione dello stock di treni per i pendolari e di autobus urbani e extraurbani.