Care colleghe, cari colleghi, gentili ospiti,
anche a nome della Presidente Boldrini desidero augurarvi il più caloroso benvenuto nella città di Roma e nell’Aula del Senato, per il IV Vertice dei Presidenti dei Parlamenti dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo. Saluto e ringrazio il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni che ci onorerà di un suo intervento introduttivo. La sua presenza, e il costante interesse del governo al lavoro della nostra Assemblea nel corso della presidenza italiana danno la misura dell’attenzione e della passione con cui questo Paese si rivolge al Mediterraneo e a tutti i Paesi che ne fanno parte. Sentiamo la speciale responsabilità di edificare il futuro dei nostri figli insieme a voi perché siamo da sempre cuore geografico, culturale e politico del Mediterraneo e dell’Europa, il luogo di incontro delle grandi civiltà e culture oggi rappresentate in quest’Aula. La storia della cooperazione euro-mediterranea, non possiamo nascondercelo, è un chiaroscuro: spesso è mancata la determinazione politica. Noi pensiamo che si debba ripartire da qui e nutriamo fiducia nelle forti potenzialità di dialogo e azione dell’Unione per il Mediterraneo e dell’Assemblea parlamentare, in particolare in questo momento di conflitti, tensioni e frammentazioni.
Desidero ringraziare di cuore i colleghi Tajani, Aal e Kahraman per il sostegno che il Parlamento europeo, il Parlamento egiziano e il Parlamento turco hanno voluto assicurare al lavoro della Presidenza. Abbiamo inteso concentrarci particolarmente su progetti concreti per incrementare le sinergie con l’Unione per il Mediterraneo e dare alla nostra organizzazione un taglio più pratico ed effettivo. Una importante acquisizione dei nostri incontri è la convinzione maturata insieme dell’assoluta ineluttabilità della coesione e della necessità di imprimere a questo importante esercizio multilaterale nuova energia, senso e slancio politico per avanzare nei numerosi dossier dell’agenda politica, economica, ambientale e sociale trattati nelle commissioni, e costruire fiducia reciproca. La Presidenza italiana ha dedicato una particolare attenzione ai temi migratori, alla prevenzione e repressione del terrorismo, all’istruzione e allo sviluppo sociale e al lavoro, alla crescita inclusiva e allo sviluppo sostenibile. Mi limito a poche brevi considerazioni. L’Italia, come sapete, sta gestendo i flussi migratori soccorrendo, accogliendo, restituendo a ogni persona la dignità di essere umano.
Ma non ci siamo fermati a questo: lavoriamo con intensità e costanza a Bruxelles, nel Mediterraneo, alle Nazioni Unite per stabilizzare le crisi geopolitiche, a partire da quella libica, per sostenere lo sforzo dei Paesi di transito e per aiutare lo sviluppo dei Paesi da cui provengono i migranti. Un messaggio universale di umanità che noi ci aspettiamo sia raccolto dall’Unione europea ma anche da tutti i Paesi della sponda sud. Quanto al terrorismo internazionale, in seno all’Assemblea è emersa la necessità di una strategia articolata che unisca alle azioni militari, per contenere i gruppi terroristici sul terreno, iniziative politiche per garantire futuro nei territori instabili a tutte le componenti etniche, religiose e sociali; cooperazione nella circolazione di informazioni ed elementi di indagine per prevenire la violenza e punire i responsabili in processi equi. Chiudo con il tema delle diseguaglianze che mettono in pericolo in modo crescente la coesione sociale, allontanano troppe persone dalla cittadinanza attiva e creano le condizioni per l’illegalità e per il radicalismo.
Ciascuno di noi nel proprio Paese si deve adoperare per rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini e impediscono la partecipazione di ciascuno alla vita comune. Ma non basta: dobbiamo proiettare questo dovere nello spazio geopolitico mediterraneo. La responsabilità che compete alla politica, particolarmente a noi parlamentari, è pensare e realizzare un progetto di futuro nel quale la cittadinanza non si edifica sulla religione, sulla nazionalità, sulla lingua o sull’etnia, ma sulla condivisione di valori, sogni e speranze e sulla volontà di impegnarsi per il bene comune. Lascio la parola alla Presidente Boldrini per il suo intervento.
Grazie e benvenuti!