Decreto sicurezza bis trasforma i tweet di Salvini in legge

Discussione generale del 5 agosto 2019 sul decreto sicurezza bis

Presidente, Colleghi,

ancora una volta questo Governo umilia il ruolo del Parlamento; ancora una volta ci costringe a ratificare un provvedimento – perché è questo che succederà, lo sappiamo tutti – senza poterlo realmente discutere. Non vi è bastato lo scempio della scorsa settimana sul seggio siciliano vacante. Il passaggio in Commissione del Sicurezza Bis è stato fugace e altrettanto succederà qui, dove ovviamente metterete la fiducia: testo blindato, emendamenti ignorati, il compito dei senatori si limiterà a timbrare, qualcuno felice e altri meno, il volere dei capi, anzi del Capitano. Un passo alla volta state trasformando il tempio della democrazia in quell’aula sorda e grigia, in quel bivacco di manipoli evocato in un periodo di cui alcuni, anche qui dentro, provano nostalgia.

Eppure, colleghi della maggioranza, non voglio rinunciare alla possibilità di dirvi che questo Decreto rappresenta il punto più basso della vostra azione di Governo. Mi correggo, il più basso… finora.

Non basta infatti aver messo qualche cosa buona, come l’incremento di risorse per i vigili del fuoco o quelle relative alle operazioni sotto copertura. Non bastano le disposizioni – che in parte mi sento di condividere – sulle manifestazioni sportive. Nulla, davvero nulla, può equilibrare i primi articoli di questo decreto.

Introdurre il pagamento di una multa per chi salva delle vite umane in mare è contro il senso stesso di civiltà. È frutto del clima di odio che artatamente viene creato e alimentato. Sono atteggiamenti che l’umanità ha già vissuto, che magari non si ripresentano nei medesimi termini, ma sono riconoscibili e non meno dannosi: con questa logica avreste multato anche Giorgio Perlasca! Se ne sono accorti anche quei ragazzi di Palermo – ve li ricordate? – che cito solo per dire a quest’aula che la famosa revoca della sospensione alla docente, promessa a reti unificate, non c’è mai stata!

Siamo bombardati da notizie, spesso false, che ci spingono all’odio: molte di queste notizie sono sparate (non uso parole a caso) dai canali social del Ministro dell’interno, da quel numeroso staff della Bestia assunto al Viminale. Ci sentiamo insicuri perché esiste davvero un pericolo o perché ci convincono a forza di allarmi che c’è un pericolo? Di fronte a un problema è facile trovare un colpevole, molto meno proporre una soluzione. E l’abile propaganda quello ci indica, il colpevole del giorno, coprendo col rumore le reali cause dei reali problemi del Paese. Se in pochi anni dal Sud sono fuggite 2 milioni di persone non è per colpa dei migranti!

Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio”: è l’art. 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948.

Coloro che arrivano sono uomini, donne, bambini che hanno bisogno di aiuto; che scappano da quei campi di concentramento in Libia che dovrebbero essere chiusi OGGI STESSO, anzi IERI, dagli organismi internazionali; scappano con traversate pericolose che dovrebbero essere sostituite da corridoi umanitari: questo sì che interromperebbe traffici e criminali! Al contrario si preferisce perseguitare chi, supplendo al ruolo degli Stati e dell’Unione Europea, si adopera per scongiurare sciagure e morti.

Muri, steccati e sanzioni non funzionano, non aumentano la sicurezza. Chiudere i centri e buttare la gente per le strade non funziona, non aumenta la sicurezza.
Indicare sempre come nemico chi sta peggio, basare il proprio consenso sulla paura dell’altro è un modo di pensare che speravo scomparso dalla mentalità degli europei. Sembra non essere così: su queste basi però il consenso si sgonfierà presto, lasciando macerie sul nostro tessuto civile e umano.

Non vi accorgete anche voi che gli animi sono troppo agitati? Non vi spaventano i video di chi si improvvisa controllore sui treni contro gli stranieri? Le urla sulla banchina a una giovane donna come la capitana Reckete? Gli insulti e le minacce sui social? Le sassate ai lavoratori in bicicletta in Puglia? Questi sono gli effetti che la propaganda del Ministro della paura ha sulle persone!

Il nostro Paese ha sottoscritto convenzioni internazionali dalle quali non si può prescindere. Quanto stabilito dalla Costituzione non si può modificare con un Decreto legge. Soprattutto, in mare vige la Legge del mare: ve l’ha spiegata con parole chiarissime un pescatore di Sciacca qualche giorno fa, se solo aveste la capacità – umana prima che politica – di ascoltarlo:

“Possono fare tutti i decreti sicurezza che vogliono, mettere tutte le multe possibili e immaginabili, sequestrarci la barca. Noi non siamo ricchi, siamo dignitosamente pescatori e sottolineo dignitosamente. Conosciamo una sola legge, quella del mare, e non lasceremmo mai nessuno alla deriva. Lo facciamo perché siamo uomini” e ancora, e voglio che queste parole risuonino in quest’Aula, a futura memoria: “Mi chiedo se uno solo dei nostri politici abbia mai sentito, nel buio della notte, nell’enormità del mare, levarsi delle grida d’aiuto disperate. Noi si”.

Non si può criminalizzare, come si sta tentando di fare, il soccorso in mare. Non si può instillare il dubbio, in persone come queste, che salvare sia un reato. La traversata del mediterraneo su barche di fortuna non è un giro in moto d’acqua, cari senatori!
Il fine non giustifica i mezzi. I metodi che state testando sono senza dubbio efficaci nel breve periodo, e magari farà fare a voi il pieno dei voti – quando avrete il coraggio di chiederli, questi voti, invece di sventolare sondaggi – ma questi metodi non sono quelli di uno Stato civile, di diritto.

La politica è una cosa tremendamente seria. Non è con le minacce e con il varo di norme ad situationem (l’articolo sul caso Diciotti, l’articolo sul caso Sea Watch…) che si affrontano problemi epocali.

Questo Decreto traduce in norme i tweet di Salvini: avete fatto dei post Facebook una fonte del diritto!

Esercitate davvero le vostre responsabilità e magari fate anche le vostre politiche, che non condivido, ma con gli strumenti della diplomazia, del diritto e della normativa internazionale. Altrimenti, se ne avete la forza, cambiate tutto. Ma appena varcate i confini, ormai è evidente anche a voi stessi, con questi metodi non avete alcun peso sullo scacchiere europeo, e siete ridicoli su quello internazionale, come Arlecchino provate a servire tutti i padroni, e come Arlecchino vi presentate sempre col cappello in mano, in Russia, negli Stati Uniti, persino in Marocco.

Questo Decreto, soprattutto i primi articoli, va contro le norme internazionali, contro la Costituzione, contro i principi stessi della Dichiarazione universale dei diritti umani. Se solo vi riprenderete dalla sbornia del consenso, difficilmente riuscirete a prendere sonno.