Caro Ambasciatore Li Ruiyu, caro Senatore Maran, presidente Casini, Autorità, Signore e Signori,
ho molto piacere di potere ospitare in Senato la conferenza stampa di presentazione dell’Istituto per la cultura cinese, nato dall’iniziativa congiunta del collega Maran e dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia per arricchire il dialogo fra i nostri due grandi Paesi in campo culturale e scientifico.
Italia e Cina sono da sempre emblema di Occidente e Oriente, accomunate da una storia antichissima di civiltà intrecciate che ha generato rispetto e affetto reciproci forti e sinceri. Nell’immaginario di ciascun italiano la Cina rappresenta una storia leggendaria. Da ragazzo, se mi è consentita una nota di carattere personale, rimasi letteralmente folgorato dai racconti di viaggio di Marco Polo nella sua famosa opera “Il Milione”: tanto ci apparivano meravigliose le cose che riferiva sulla cultura e organizzazione sociale cinese che si arrivò persino a dubitare che fosse mai stato in Cina, ma poi si accertò che non solo aveva visitato il grande Paese ma vi aveva rapporti molto stretti e vi godeva di un’elevata considerazione. Nel mio corso di un mio bellissimo viaggio in Cina, ho percepito con molta soddisfazione stima e rispetto da parte dei cinesi per quello che l’Italia ha dato nei millenni alla storia universale, al pensiero, all’arte, al diritto.
La ricchezza delle nostre origini comuni e dei nostri rapporti ci vincola ad un futuro insieme e gli strumenti che a questo fine saranno determinanti sono la cultura, il diritto, la cooperazione scientifica e, naturalmente, la cooperazione economica. La recente visita del Presidente Mattarella in quattro città cinesi ha segnato un nuovo capitolo nelle relazioni sino-italiane dopo un ciclo di incontri di alto livello nei due Paesi. Le relazioni fra i nostri Paesi stanno crescendo in qualità e quantità. Già nel corso della mia visita ufficiale del dicembre del 2015 si sono poste le basi per una determinante partecipazione italiana al progetto infrastrutturale lanciato nel 2013 dal Presidente Xi Jinping per una “nuova via della seta”, ribattezzato “una cintura, una via”. L’Italia sarà un anello fondamentale del grande programma ed è senza dubbio nella migliore posizione, geografica, culturale e storica, per agire da ponte fra la Cina e l’Europa. Questo nostro ruolo è accresciuto nel momento attuale, nel quale i cambiamenti che nel commercio mondiale si potrebbero determinare con le politiche della nuova amministrazione americana e il tramonto della Trans-Pacific Partnership, chiamano l’Unione europea ad una relazione economico-commerciale privilegiata con il partner cinese.
Accolgo dunque con molta soddisfazione l’iniziativa di questo Istituto per la cultura cinese e vi auguro ogni successo. Buon lavoro e grazie.