Discorso in occasione della Conferenza del Secondo Forum regionale dell’Unione per il Mediterraneo
Autorità, care colleghe e cari colleghi, Signore e signori,
per prima cosa ringrazio di cuore, a nome mio personale e della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini (con cui condivido la presidenza dell’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo) il Segretario Generale Sijilmassi per l’invito e il Ministro Dastis per l’accoglienza in questo meraviglioso Paese. Saluto i co-presidenti dell’Unione per il Mediterraneo, la Presidente Mogherini e il Ministro Al Safadi. Ringrazio infine, lei, Ambasciatrice Borione per le sue belle parole e le sue sollecitazioni.
Il Mediterraneo, cari colleghi, attraversa un momento molto difficile. In alcuni Stati le istituzioni politiche si sgretolano e lasciano spazio a poteri criminali e terroristici. Le alleanze politiche internazionali e sovranazionali perdono forza e legittimità. Nel nostro quadrante del mondo si aprono linee di faglia geopolitiche, economiche, religiose che generano conflitti, povertà, terrorismo, migrazioni.
Questo momento storico ci chiama ad una responsabilità non più rinviabile e io penso che l’Unione per il Mediterraneo e la sua Assemblea parlamentare siano una di quelle occasioni che non possiamo più perdere. Naturalmente non mi nascondo le difficoltà politiche ma penso che possiamo rafforzare questo foro di dialogo con un metodo che privilegi linee di sviluppo settoriali ed azioni puntuali, su quei piccoli e grandi progetti che possono contribuire ad offrire ai cittadini soluzioni concrete ai problemi quotidiani. In questo senso io esorto tutti, a partire dalle istituzioni della nostra Unione europea, ad impegnarsi di più, con più personale, più progetti e più politica nell’Unione per il Mediterraneo.
Credo che in questo la cooperazione inter-parlamentare possa svolgere il ruolo di camera di composizione di interessi e di istanze diverse in modo da favorire e anticipare decisioni e azioni intergovernative. Poiché nei Parlamenti si coniugano ogni giorno unità e pluralismo, questo consente di superare particolarismi e nazionalismi, e di sviluppare un lavoro più pragmatico e settoriale.
Mi sembra che vada esattamente in questa direzione la scelta del Segretariato dell’Unione di incentrare questo evento nel ruolo dei giovani nel Mediterraneo. Io credo anzitutto che solo con i fatti e le strategie trasparenti ed efficaci la politica potrà superare il pregiudizio diffuso fra i cittadini, particolarmente fra i giovani e talvolta confermato dai comportamenti, della sua compromissione etica. I Parlamenti devono, inoltre, interpretare in modo concreto la necessità dei giovani di avere prospettive effettive di realizzazione delle proprie aspirazioni.
Una priorità è dunque la riscoperta del primato della politica anche nella sua dimensione etica, a partire dalle procedure di selezione e formazione dei rappresentanti del futuro. Per convincere i giovani della necessità di non estraniarsi alla politica così da non lasciare ad altri le decisioni sul loro futuro, bisogna partire dal ruolo dei partiti, sostenendone l’importante funzione di intermediari, di cinghia di trasmissione dei bisogni dei cittadini, soprattutto in termini di crescita e di sviluppo, anche per evitare il formarsi di movimenti anti-sistema.
I Parlamenti devono imparare ad affrontare le priorità politiche con maggiore concretezza, sviluppando una conoscenza diretta della realtà, anche attraverso un contatto più continuo con la società, con le periferie del Paese, con le aree di emarginazione che generano populismo e radicalismi. Spesso per predisporre strategie di azione non servono altre leggi ma basta verificare l’efficacia di quelle esistenti e semmai semplificare quelle esistenti.
Sono certo che la democrazia parlamentare non potrà mai essere soppiantata dalla democrazia deliberativa, attraverso consultazioni dei cittadini sul web, che lascerebbe i diritti delle minoranze privi di rappresentanza e tutela in un mondo senza regole. Se però i Parlamenti non sapranno adattare il loro ruolo alle sollecitazioni provenienti dalla società, particolarmente dei giovani, il rischio è che la loro delegittimazione diventi irreversibile.
Prima di concludere vorrei dare brevemente conto del lavoro svolto in questi mesi dalla Presidenza di turno italiana dell’Assemblea parlamentare dell’UpM. Abbiamo svolto una ricognizione del lavoro dell’Assemblea, condivisa da tutti i membri del Bureau di Presidenza, i colleghi Presidenti dei parlamenti di Egitto, Turchia e del Parlamento europeo, che colgo l’occasione per ringraziare. La Presidenza italiana ha affrontato alcune criticità di carattere organizzativo, operativo e di bilancio. Sul primo versante, abbiamo individuato delle priorità tematiche che vanno dai flussi migratori al contrasto al terrorismo, alla crescita e all’occupazione, all’energia, ai diritti umani, ai diritti delle donne. Abbiamo quindi chiesto alle cinque commissioni in cui si articola la nostra Assemblea di costruire i programmi di lavoro tenendo adeguatamente conto di queste priorità e lavorando in stretta sinergia con l’Unione in modo da sostenere politicamente alcuni progetti di particolare rilievo.
Devo dire che abbiamo trovato nel Segretario Generale Sijilmassi un interlocutore attento e interessato, e di questo voglio ringraziarlo di cuore. Quanto al tema organizzativo il Bureau ha chiesto con la massima determinazione di sbloccare i fondi di bilancio, finora congelati, in modo da consentire il pieno lavoro delle commissioni. Io penso, cari colleghi, che dobbiamo sforzarci di evitare che le complicazioni burocratiche possano pregiudicare la sostanza, l’efficacia e la tempestività del lavoro comune e confido che tutti si adopereranno per questo obiettivo di nel dialogo in corso sulla riforma dell’Assemblea. A quest’ultimo riguardo, la Presidenza italiana crede che la gestione organizzativa per essere efficiente, continuativa e stabile dovrebbe potere contare su uno snello Segretariato permanente. E anche questo richiederà una forte volontà politica. Grazie.
Foto: ANSA/CLAUDIO PERI