Intervento alla cerimonia conclusiva del concorso studentesco
Cari ragazzi, cari professori,
Signor Ministro,
È con viva emozione che presiedo questa seduta dedicata ai vostri lavori sulla Dichiarazione universale dei diritti umani. Cosa vuol dire essere “Testimoni dei diritti”? Credo che ciascuno di voi abbia la propria risposta, io posso dirvi la mia: essere “Testimoni dei diritti” significa proporre un modello di cittadinanza aperto e responsabile, ispirato ai valori della solidarietà, dell’accoglienza, del riconoscimento dell’altro come specchio della nostra e dell’altrui dignità.
I lavori premiati oggi rappresentano lo sforzo di tutta la collettività degli studenti italiani. Voglio sottolineare che i vostri elaborati non sono stati una riflessione astratta dai contesti di vita e di studio di ciascuno.
Parlando di autodeterminazione della persona e dei popoli, di diritto all’istruzione e alla pace, di sviluppo della personalità, persino di riposo e di svago, vi siete calati nella concretezza della vita di ciascuno di voi e di quanti hanno sofferto e soffrono tuttora la negazione dei più elementari diritti enunciati nella Dichiarazione.
C’è un filo conduttore che lega tutti i vostri lavori, che tiene insieme le tante tessere di quel mosaico della cittadinanza universale che state costruendo nelle vostre scuole. Questo filo conduttore, che mi emoziona sempre ricordare, è nel primo articolo della Dichiarazione universale: tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Dignità e diritti danno luce ad ogni essere umano già dalla nascita. La Dichiarazione universale, che voi studiate e soprattutto testimoniate nelle vostre scuole, nelle vostre vite, con i vostri amici e coetanei, non richiede altro se non la nascita! Vedete quale riconoscimento riceve la persona umana in quanto tale al di là di ogni distinzione! Quale ricchezza le viene riconosciuta!
Non possiamo non ricordare come queste parole sono state scritte nella Dichiarazione universale e scolpite nella coscienza di ogni donna e di ogni uomo proprio all’indomani della tragedia della seconda guerra mondiale. Pensate alle decine di milioni di vite spezzate, all’abisso del male raggiunto dalla Shoah, allo scenario apocalittico di Hiroshima e Nagasaki!
La dignità dell’uomo risorge dalle ferite più dolorose del “Secolo breve”, come il grande storico Eric Hobsbawm definì la parte centrale del Novecento, e richiama ciascuno di noi ad agire “verso gli altri in spirito di fratellanza”. Quale messaggio di speranza lancia la Dichiarazione universale ad un mondo che piange ancora per le sofferenze della seconda guerra mondiale!
Ogni vostro lavoro, prendendo in considerazione i diversi passaggi della Dichiarazione, si irraggia da questo principio irrinunciabile, costituisce un monito per ciascuno di noi, risveglia le nostre coscienze di fronte alle tante violazioni dei diritti che si consumano nel mondo.
Merito dell’iniziativa “Testimoni dei diritti” è quello di proporre un percorso condiviso, grazie anche alle visite di rappresentanti del Senato nelle scuole coinvolte e, in particolare, alla piattaforma didattica interattiva presente sul sito web www.senatoperiragazzi.it.
In questo modo le vostre intuizioni diventano stimolo per le Istituzioni, si confrontano con le scuole e i ragazzi di tutta Italia, costruiscono reti di relazioni e di contatti.
Come sapete, da tempo ormai il Senato della Repubblica è impegnato a favorire la tutela e la promozione dei diritti umani. Questo sforzo ha trovato nel corso degli anni un valido interlocutore nelle scuole che partecipano al progetto “Testimoni dei diritti”.
E’ mio auspicio che le Assemblee parlamentari tornino a mettere presto nelle proprie agende il tema dei diritti umani, della loro violazione, del loro riconoscimento sotto ogni latitudine.
Nella mia esperienza di magistrato ho imparato che la lotta contro ogni tipo di illegalità non può limitarsi all’uso di mezzi repressivi, pur necessari. L’illegalità, la malavita, le forme più diverse e più violente di criminalità organizzata fioriscono laddove la dignità della persona viene negata e umiliata.
Nel momento in cui la liberazione dal bisogno viene frustrata, la rivendicazione di diritti si perverte nella richiesta servile di favori. Lo spirito di fratellanza, cui ci richiama la Dichiarazione universale, viene sostituito dall’appartenenza al gruppo chiuso, alla cosca. Il gregarismo diventa il modello di comportamento del cittadino umiliato. Regole e valori della democrazia sono percepite come un peso, come un intralcio e i diritti sono il fumo negli occhi di ogni violento, di ogni prepotente.
Per queste ragioni non smettete mai di testimoniare la Dichiarazione universale dei diritti umani. Non lasciatevi mai convincere che i diritti sono cosa lontana dalle vostre vite, dai vostri progetti, dalle vostre speranze. I diritti ci sono dati dalla nascita. Spetta a ciascuno di noi, a ciascuno di voi difenderli e farli crescere giorno per giorno!
Vi ringrazio. E buon ritorno ai vostri impegni di giovani cittadini.