Borsellino presentato ai ragazzi di oggi

di Carlo Melzi d’Eril e Giulio Enea Vigevani per Il Sole 24 Ore, del 19 luglio 2020

Avere buona memoria significa essere capaci di tenere a mente a lungo e con precisione quanto si è imparato. Ma, forse, più utile e importante è avere una memoria buona, ovvero ricordare quel che è giusto e bene ricordare.

In quest’ottica il libro di Pietro Grasso Borsellino parla ai ragazzi costituisce una operazione riuscita. Ospitata in una collana per bambini e adolescenti, infatti, il libro presenta la vita di Paolo Borsellino, non solo le ultime drammatiche settimane, dopo l’uccisione di Giovanni Falcone, come un esempio, una figura da cui trarre ispirazione. Nel riproporre l’esistenza del magistrato che ha perso la vita nell’attentato di Via D’Amelio a Palermo il 19 luglio 1992, l’autore descrive, con una lingua per giovani adulti, il fenomeno mafioso e, soprattutto, la storia del contrasto ad esso. In particolare, viene raccontata la svolta nella strategia di opposizione alla criminalità organizzata avutasi negli anni Ottanta, che ha portato al primo “Maxi processo”, della cui sentenza di primo grado Pietro Grasso è l’estensore.

Attenzione: non si tratta di un’agiografia, non siamo davanti alla “vita di un santo laico”. Il libro ci restituisce una persona con i propri chiaroscuri e con una qualità, però, straordinaria: un uomo per bene, con un senso del dovere talmente spiccato da fargli sopportare sacrifici quotidiani, fino a quello estremo della propria vita, consapevole del rischio a cui andava incontro.

Qualcuno potrebbe obiettare che alcuni passaggi del testo restituiscano una realtà un po’ semplificata. Il dibattito sull’opportunità di introdurre una legislazione di emergenza nei procedimenti per reati di criminalità organizzata, e sotto quali profili tale legislazione possa derogare alle regole del codice, è molto complesso. E non si presta a essere “liquidato” con formule facili come magistrati volenterosi chiedono regole per “lottare” efficacemente contro la mafia mentre la politica – ignava o complice – li ignora.

Tuttavia, è facile rispondere che vi sarà tempo e vi saranno altri testi per approfondire le questioni spinose. E’ importante però che i più giovani oggi conoscano questa storia e la sappiano interpretare, riconoscendo per lo meno dove sta il bene e dove sta il male e perchè. Questo è il primo passo per avere una memoria buona, di cui una democrazia si nutre per diventare matura.