Intervento nel corso dell’informativa del Ministro Franceschini del 5 maggio 2020
Ministro Franceschini, colleghi,
l’emergenza Coronavirus ha portato alla ribalta, in maniera inequivocabile, il dramma di milioni di cittadini precari del nostro Paese, in settori altrettanto precari.
Oggi abbiamo l’occasione, signor Ministro, di confrontarci con lei su due tra i settori maggiormente colpiti dall’emergenza in corso: quello dello spettacolo e quello del turismo.
In queste settimane, costretti nelle nostre abitazioni, abbiamo apprezzato con maggiore consapevolezza quanto la cultura sia fondamentale nella nostra vita, colonna portante e irrinunciabile del nostro essere, e meritevole della giusta attenzione nelle decisioni politiche.
Si tratta quindi di mettere in campo politiche, materiali e immateriali di elevatissimo impatto pubblico.
Al mondo dello spettacolo, si lega il destino di nomi prestigiosi e non, attori, autori, musicisti, artisti, ai quali non viene riconosciuto il periodo di formazione e di preparazione. Ma vi è anche e soprattutto una vasta categoria di tecnici, assistenti, costumisti, macchinisti, elettricisti: senza questi professionisti non esisterebbe nessuno spettacolo, evento, concerto, commedia, film.
Migliaia di lavoratori, miliardi di euro di Pil in queste settimane di fermo e sappiamo che lo stop sarà ben più lungo.
Lo spettacolo, soprattutto dal vivo, è stato tra i primi a fermarsi e sarà tra gli ultimi settori a ripartire. La stragrande maggioranza dei lavoratori dello spettacolo ha sempre convissuto, ingiustamente, con un futuro incerto. È infatti un mondo con un’alta percentuale di contratti precari (cosiddetti “a chiamata”), con retribuzioni discontinue e non di rado inadeguate, versamenti previdenziali sporadici, calendari imponderabili, copertura assicurativa a intermittenza.
Il problema è quindi strutturale, ma il COVID 19 ha complicato ed esasperato la situazione. L’emergenza sanitaria e il blocco conseguente, hanno cancellato quasi subito le attività dello spettacolo e le forme di sostegno messe in atto si sono rivelate spesso inattivabili proprio per la precarietà delle tipologie contrattuali in essere. Per esempio, in pochissimi possono ricorrere alla cassa integrazione. Altri vedranno rigettate le proprie domande per il bonus da 600 euro in quanto i parametri previsti non tengono conto dell’intermittenza (nella migliore delle ipotesi) dei loro contratti e della precarietà a cui sono condannati da anni.
Il Cura Italia ha previsto, come requisito essenziale, che un lavoratore dello spettacolo possa accedere al bonus se è iscritto al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo per almeno 30 contributi giornalieri nel 2019. Ma molti di questi lavoratori, per la situazione atipica descritta, non solo non soddisfano questo limite, ma essendo costretti a svolgere “secondi” lavori (quasi sempre nel medesimo comparto) a partita IVA, prestazioni occasionali assoggettate alla Gestione separata INPS, sono esclusi anche come liberi professionisti.
Dobbiamo fare uno sforzo, su questo come su altri settori, per metterci nella condizione di “vedere” tutti i lavoratori, perché è emersa la difficoltà delle Istituzioni in questo senso. Noi confidiamo che nessuno sia lasciato indietro. Come gruppo politico abbiamo proposto degli emendamenti che sono stati accantonati nella prospettiva del nuovo decreto.
Vorrei quindi indicare al Governo e al Ministro alcune direttrici di intervento per i prossimi provvedimenti. Nell’immediato servono:
● un reddito di emergenza almeno fino ad autunno, con l’inserimento della prestazione occasionale fra le tipologie di lavoro che danno diritto al bonus;
● la riduzione del limite delle 30 giornate, su cui so che sta già lavorando, per esempio riferendolo agli ultimi due anni;
● la copertura dei contributi che non verranno maturati con i bonus.
Per il futuro occorrerà, finalmente, porre mano a:
● una riforma strutturale del comparto che garantisca tutele e continuità economica ai lavoratori (un esempio potrebbe essere l’indennità di disponibilità);
● l’unificazione della contribuzione (Gestione separata e Fondo) per quanti si vedono costretti a svolgere secondi lavori;
● la copertura assicurativa per tutto il periodo in cui si è sotto contratto, e non solo per i giorni in cui si è impegnati fisicamente.
Ministro,
se il settore dello spettacolo vive una difficile situazione, quello del turismo è probabilmente il più colpito in assoluto: è infatti evidente che ci vorrà molto tempo prima che si possa tornare a vedere le nostre città affollate di turisti provenienti da tutto il mondo. Il comparto turismo è fondamentale sotto tutti gli aspetti per il nostro Paese: occupa circa 4,2 milioni di persone; genera il 13% del nostro Pil (ben oltre 232 miliardi); definisce l’immagine dell’Italia nel mondo, unendo idealmente il nostro passato, il nostro presente e anche il nostro futuro. È per questo che occorre un’azione forte, in grado di rispondere alle immediate e non procrastinabili esigenze maturate in queste settimane di lockdown. Nei giorni scorsi, nell’ambito della conversione del decreto Cura Italia, il Parlamento ha approvato un ordine del giorno della maggioranza che indica la strada all’esecutivo sulle misure indispensabili per far fronte alle richieste del settore.
Ministro Franceschini, ci aspettiamo che – ad esempio – il Governo sia tempestivo ed efficace nell’esonerare le imprese turistico ricettive in relazione al pagamento delle imposte sugli immobili, ridurre i canoni dovuti e prorogare tutti i termini per i versamenti.
Sarà importante anche sostenere i lavoratori stagionali, estendendo le tutele nei loro confronti e anche attraverso incentivi alle imprese.
Da ultimo credo che l’idea di incoraggiare gli stessi cittadini italiani a passare le vacanze qui sia non solo molto utile ma anche assolutamente realizzabile.
Ho apprezzato molto l’attenzione che lei ha dato per evitare che strutture turistico alberghiere possano finire nelle mani di chi, italiano o straniero, ha una liquidità di cui non si conoscono le origini.
Allo stesso tempo il nostro Paese ha bisogno più che mai di una strategia che accompagni le imprese del turismo nei prossimi anni e che le renda capaci di incrociare le sfide del futuro. Nonostante le difficoltà, è bene ricordarlo, siamo un Paese con una ricchezza culturale e paesaggistica senza eguali al mondo: mi auguro che, insieme, noi potremo essere all’altezza di questa bellezza.
Abbiamo molto apprezzato le sue parole di ieri in audizione e di oggi in Aula: sappiamo che ha ben chiari i problemi e le possibili soluzioni, sappiamo che purtroppo il Comitato tecnico scientifico non ha ancora risposto alle sue domande, sappiamo che sarà necessario il sostegno di tutto il Parlamento: noi saremo al suo fianco, e faremo da sprone se necessario, affinché le sue proposte di oggi siano realtà già a partire dal Decreto in discussione.
Io non pensavo oggi che su questi temi, in quest’Aula, si sentisse parlare nei suoi confronti di omicidio colposo, addirittura preterintenzionale. Pensavo che i temi fossero altri, perciò le auguro buon lavoro.
Grazie.