Autorità, gentili ospiti, cari amici
è per me un vero piacere e un onore poter partecipare all’inaugurazione della 30a edizione del Salone Internazionale del libro. Vorrei innanzitutto ringraziare i relatori che mi hanno preceduto e che ho ascoltato con molto interesse e tutti coloro che hanno contributo alla realizzazione di questo evento, i curatori, gli editori, i lettori che oggi sono presenti e quanti verranno numerosi a visitare il salone. Un ringraziamento particolare anche a tutti i librai italiani che, seppur apparentemente nell’ombra, quotidianamente con le loro grandi e piccole librerie, alimentano un’istruzione permanente nel nostro Paese. Il Salone può considerarsi la massima manifestazione in Italia dedicata all’editoria, alla lettura e alla cultura e fra le prime d’Europa. E’ straordinario pensare come un’iniziativa nata quasi per caso nel 1988, anno in cui viene inaugurato il primo Salone, e circondata allora da un certo scetticismo, sia oggi un contenitore energico e vivace di cultura che si è spinto “Oltre il confine”.
“Oltre il confine” è proprio il titolo di questa edizione che, perfettamente reso nell”immagine della locandina dove un libro scavalca il muro, rimarca l’importanza della lettura e della cultura, indispensabili congiuntamente a superare non solo barriere mentali e ideologiche ma anche culturali e sociali. Ma questo tema rende benissimo anche lo spirito e il significato di coloro che si apprestano a visitare questo immenso “Cupolone di libri” come più volte è stato definito. “Oltre il confine” sconvolge il parametro della tradizione per aprirsi ad una nuova programmazione culturale a tutto tondo che va al di là del Salone stesso, con una fitta serie di incontri che fanno della città di Torino e dell’Italia una grande vetrina del sapere.
Nonostante la cultura sia soggetta giorno per giorno a cambiamenti molto veloci, ciò a cui non possiamo assolutamente rinunciare è la ricchezza e la capacità straordinaria della scrittura, il profumo di quella carta stampata che sembra evocare, ancor prima delle parole, immagini e pensieri. La lettura non può considerarsi un semplice svago ma è una porta sull’universo mondo che ci consente di confrontarci con storie e culture diverse, con opinioni ed esperienze lontane e vicine.
Leggere un libro, un buon libro, rende più liberi, più capaci di comprendere la realtà esterna e di valutarne criticamente le dinamiche. Leggere è una ricchezza privata ma nel contempo un bene comune, un ossigeno per la coscienza. Fare cultura vuol dire relazionarsi, mettere insieme, conoscere. Più si conosce, più si è liberi. Una libertà che nasce da un confronto continuo e costante nel tempo, da un momento di riflessione che serve ad ognuno di noi per ascoltarsi, per scoprirsi, per aprirsi agli altri e per crescere. Nonostante l’affermazione galoppante di internet e degli strumenti digitali, strumenti ormai certamente imprescindibili per la circolazione e la diffusione della cultura, questi non potranno mai sostituire l’incontro con il libro che inizia con il sapore della scelta e va oltre l’ultima pagina letta, quella sensazione di un qualcosa in più che ti rimarrà dentro per sempre. La lettura ci offre la possibilità di vivere realtà parallele alla nostra e quindi di decodificare con maggiore consapevolezza ciò che ci circonda.
Gli espositori che fanno vivere questo appuntamento sono il simbolo di una imprenditoria coraggiosa che sa difendere la propria indipendenza culturale ed economica, esplorando terreni innovativi, promuovendo pubblicazioni inedite o di nicchia, scoprendo e valorizzando giovani autori. Un’editoria che contrasta quotidianamente con fermezza e determinazione un fenomeno tanto negativo ma sempre più diffuso: in Italia si legge poco, troppo poco. Nell’era della digitalizzazione la carta stampata si trova quindi ad affrontare una sfida difficile che noi tutti siamo chiamati a contrastare perchè solo la carta stampata ci offre quell’opportunità di approfondimento e di riflessione di cui oggi la società ha bisogno. Qualche giorno fa ho letto un ‘articolo il cui titolo racchiude in due parole l’importanza di questo nostro appuntamento: i libri, finestre sul mondo e farmaci per l’anima.
Una società più consapevole, più matura, più democratica non può prescindere da un dialogo che si alimenta soprattutto attraverso i libri. Sono certo che anche questa edizione del Salone saprà offrire ai tanti lettori l’opportunità di scoprire un libro, un pensiero, un’idea che li accompagnerà nel loro percorso di vita perché come diceva Proust “ogni lettore, quando legge, legge se stesso”.