Intervento al convegno “La politica di fronte alla sfida dello sviluppo sostenibile”
Autorità, colleghi, care ragazze e cari ragazzi,
nel settembre del 2015 ero a New York, con i presidenti dei parlamenti di tutto il mondo, quando sono stati adottati gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: in quella occasione è avvenuta la fondamentale presa d’atto che l’attuale modello di sviluppo non sia più, in alcun modo, in grado di assicurare il benessere e la prosperità al mondo. E’ chiaro a tutti noi che non sarà semplice cambiare rotta ma anche che non vi è alcuna alternativa possibile per il pianeta se non quella di iniziare un percorso virtuoso, sulla base di questi Obiettivi, per realizzare la pace e la giustizia, rafforzare le istituzioni e ridurre al minimo le diseguaglianze che affliggono milioni di uomini e di donne in tutto il mondo e, non dobbiamo dimenticarlo, anche nei paesi più avanzati. È quindi con molto piacere che partecipo a questo convegno, occasione sia per presentare il primo “Rapporto dell’ASviS su l’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” che per riflettere insieme sui cruciali temi che definiranno il futuro dei nostri figli e nipoti.
Il rapporto è stato il frutto del lavoro e dell’approfondimento di decine di esperti delle associazioni aderenti all’Alleanza Italiana e, per questo, rappresenta un prezioso spunto per aprire un confronto di ampio respiro. L’iniziativa, lanciata circa un anno fa dall’Università Tor Vergata e dalla fondazione Unipolis, sta divenendo un punto di riferimento importante che interroga in maniera forte e autorevole i partiti, i movimenti e le Istituzioni. Ringrazio il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini per il lavoro che sta svolgendo e con lui tutte le realtà – davvero tantissime – che hanno scelto di portare il loro contributo e i loro saperi a sostegno dell’ambizioso progetto che l’Alleanza si è dato.
La sfida più grande è quella di orientare tutte le politiche dei prossimi anni – tanto sotto il profilo economico quanto sotto quello dei diritti, dell’educazione, del risparmio energetico e delle infrastrutture – nell’ottica della realizzazione degli obiettivi individuati nell’Agenda 2030. Sfogliando queste pagine abbiamo l’opportunità di comprendere le difficoltà che stiamo affrontando e, allo stesso tempo, possiamo fare tesoro di alcune interessanti soluzioni che potrebbero, perché no, integrare e arricchire la strategia italiana di sviluppo sostenibile attualmente al vaglio del nostro Governo. L’Italia non ha solo il compito di essere all’altezza degli impegni che ha assunto in seno alle Nazioni Unite ma può e deve anche essere protagonista nel processo che dovrà rivedere la Strategia “Europa 2020” alla luce dell’Agenda 2030.
Ciascuno dei 17 obiettivi è fondamentale ma a me è particolarmente caro il tema dell’educazione. Lo considero – proprio come fa il rapporto – “una precondizione necessaria (ma non sufficiente) per il conseguimento dell’insieme delle mete previste”. È infatti evidente che dare a ogni bambina e bambino la concreta possibilità di realizzarsi sul piano professionale, morale, civico sia determinante per avere, nel prossimo futuro, una società più equa, più inclusiva, maggiormente informata sui rischi ambientali e più consapevole che ognuno, in ogni parte del mondo, deve poter godere degli stessi diritti e adempiere agli stessi doveri. Prima di lasciare la parola ai rappresentanti dell’AsviS, che ci restituiranno un quadro più completo dell’analisi che hanno svolto, e ai relatori che animeranno il dibattito su di esse, auguro a tutti voi buon lavoro.
Grazie.