Una strategia contro il terrore. Dialogo e cooperazione per un Mediterraneo di pace

Seminario "Una strategia contro il terrore. Dialogo e cooperazione per un Mediterraneo di pace"

Autorità, gentili ospiti, cari colleghi, cari amici,

a nome mio e della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, desidero augurare il più cordiale benvenuto al Senato della Repubblica a tutti, in particolare alle delegazioni parlamentari che si trovano a Roma per le prime due riunioni del Bureau dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo, in questo termine di presidenza italiana.

Ringrazio gli autorevoli relatori che vorranno offrire alla nostra comune riflessione la propria specifica esperienza e competenza su un tema che tocca profondamente ciascuno di noi, e il giornalista Massimo Franco che ha accettato di moderare l’incontro. Con questa iniziativa e le altre che seguiranno, la presidenza italiana intende offrire al dialogo politico interparlamentare contributi tecnici, scientifici e culturali qualificati, come strumento di comprensione dei fenomeni complessi che dobbiamo affrontare insieme, e come antidoto alla superficialità, al dogmatismo e all’unilateralismo.

Per prima cosa vorrei dedicare un pensiero alle vittime e a coloro che soffrono a causa del terrorismo, di atrocità e di privazioni dei diritti, nell’euro-mediterraneo e ovunque nel mondo. Noi rigettiamo le ideologie abominevoli che perseguono fini egoistici, attaccando persone inermi e trasformandole da individui a numeri, cose, strumenti. Noi crediamo invece che la persona umana con la sua dignità e i suoi diritti debba essere sempre un fine in sé, mai un mezzo, e ci opponiamo con ferma determinazione a ogni forma di violenza, discriminazione e odio. Invito pertanto a osservare un minuto di silenzio.

Il principale carattere della nostra epoca, che ha come sottoprodotto il terrorismo e i fondamentalismi è la frammentazione: si disgregano istituzioni e meccanismi politici interni agli Stati, lasciando spazio a poteri informali, criminali, terroristici; si indeboliscono le alleanze politiche internazionali e sovranazionali, che appaiono incapaci di prevenire e correggere gli squilibri geopolitici; si accentuano le divisioni nazionali, dentro e fuori la regione euro-mediterranea. Ma sono pericoli ancora più gravi il catastrofismo, la drammatizzazione, la retorica apocalittica che inducono i Paesi e le persone a isolarsi e chiudersi, illudendosi di potersi mettere al sicuro, di poter fare da sole. Al seminario è sottesa la convinzione opposta: l’idea che contro il terrorismo serve una strategia condivisa, costruita con lento e paziente dialogo, governativo e parlamentare. Il turbamento delle coscienze e i sentimenti di umana pietà che tutti proviamo di fronte alla sofferenza umana non bastano. Non bastano le dichiarazioni di intenti, che pure noi dobbiamo moltiplicare. Si impongono azioni concrete per favorire la progressiva soluzione delle crisi e dei conflitti che l’assenza di politica e cooperazione nel Mediterraneo ha aggravato. La ricerca di sostenibili equilibri geopolitici e il controllo del terrorismo vanno di pari passo.

La prima priorità strategica dell’Euro-Mediterraneo è costruire nei territori più inquieti un futuro politico favorendo l’emersione di istituzioni pluraliste, che rappresentino gli interessi di tutte le componenti sociali, etniche e religiose. La seconda priorità è porre in campo tutti gli strumenti militari, investigativi, di intelligence e finanziari utili a contrastare la minaccia terroristica, tanto sul piano simmetrico-territoriale quanto su quello asimmetrico degli attacchi contro le popolazioni civili. La terza priorità è di carattere preventivo e sotto questo profilo l’Unione per il Mediterraneo ha la potenzialità, ancora largamente inespressa, di contribuire a un’indifferibile politica di cooperazione euro-mediterranea. La presidenza italiana dell’Assemblea parlamentare intende, in questa direzione, avviare una serrata e serena dialettica con le commissioni e il versante governativo per individuare azioni puntuali per affrontare la cause più profonde del radicalismo ideologico e del terrorismo. Penso a progetti culturali ed educativi nelle scuole e università per favorire la conoscenza dell’Islam, del cristianesimo, dell’ebraismo e disinnescare la pericolosa retorica di un inesistente scontro di civiltà. Penso a progetti per incrementare il pluralismo politico, l’associazionismo, il ruolo dei partiti politici, dei sindacati e dei luoghi in cui la libera manifestazione del pensiero diventa impegno sociale. Penso a progetti per sostenere la vita quotidiana dei cittadini, le piccole e le piccolissime imprese, i servizi sociali nelle zone disagiate e permeabili al fondamentalismo e all’illegalità. Penso a progetti per l’inclusione sociale, politica ed economica delle periferie (mi riferisco a quelle europee in particolare) per assicurare la tutela delle minoranze etniche, religiose e culturali e la riduzione delle aree di marginalizzazione.

Sono certo che il seminario potrà aiutarci a comprendere le ragioni più profonde e strutturali degli squilibri geopolitici, sociali, economici e culturali che sono alla base dei terrorismi, per indirizzare il dialogo e la concreta cooperazione fra i parlamenti euro-mediterranei nella direzione degli interessi dei nostri cittadini e del futuro delle nostre civiltà. Ringrazio ancora tutti e vi auguro buon lavoro.