Commento al discorso di fine anno del Presidente Mattarella
“Tutti siamo chiamati ad avere cura della Repubblica”. L’auspicio migliore e più importante per il 2016 è che questa frase del Presidente Mattarella diventi consapevolezza comune, convinzione profonda, ispirazione e punto di partenza per le nostre azioni. Nel suo discorso di fine anno, il Capo dello Stato si fa interprete delle difficoltà e delle speranze della vita di ogni giorno, invitando alla “comprensione reciproca” e ricordando le doti di coraggio, di spirito d’impresa, di dedizione agli altri, di senso del dovere e del bene comune, di capacità professionali ed eccellenza nella ricerca di cui molti italiani danno prova e testimonianza, non solo nel nostro Paese.
“L’Italia è ricca di persone ed esperienze positive”.
Dobbiamo partire da questi esempi per un rinnovato impegno, senza mai dimenticare, come dice il Presidente della Repubblica, che “la prosperità, il progresso, la sicurezza di ciascuno di noi sono strettamente legati a quelli degli altri”.
“E’ necessario che prevalga lo spirito di collaborazione”, per uscire da una lunga crisi economica che ha lasciato cicatrici profonde nella società. Per difendere la pace, la sicurezza e i diritti fondamentali delle persone, contro le minacce del terrorismo e dei fanatismi. Per accogliere, nel rispetto delle regole, chi fugge da guerre e fame o è alla ricerca di un futuro migliore. Per affermare il valore della legalità, contro mafie, malaffare e corruzione.
“Rispettare le regole vuol dire attuare la Costituzione, che non è soltanto un insieme di norme ma una realtà viva di principi e valori”. Abbiamo tutti bisogno che le parole del Presidente Mattarella non restino inascoltate. Ma questo, appunto, dipende da ciascuno di noi.