Gentili ospiti e colleghi,
sono lieto di aprire il convegno “Il libro e il mercato editoriale: nuove forme e nuove strategie”: si tratta del primo di tre seminari dedicati al libro e al futuro del mercato editoriale organizzati dalla Biblioteca del Senato. Il secondo tratterà del rapporto tra libro, televisione e giornali, mentre il terzo del “libro digitale”. Faccio i miei più vivi complimenti al Presidente della Commissione per la Biblioteca e l’Archivio storico, senatore Sergio Zavoli, per questa utile e interessante iniziativa.
Il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2015, curato dall’Ufficio Studi dell”Associazione italiana Editori, ci offre un aggiornato spaccato sulla situazione del settore nel 2014 e nel primo semestre del 2015, una base di dati e informazioni da cui partire per cercare di individuare nuove strade per la promozione della lettura, per allargare il mercato e per far fronte alle sfide che si presentano agli editori italiani: uno scenario internazionale in continua evoluzione, l’impatto del digitale, una ridotta disponibilità di spesa delle famiglie e, in generale, una propensione alla lettura in costante calo, considerato che, rispetto al 2013, la quota di lettori di libri – che, lo vorrei sottolineare, rimangono sempre in prevalenza donne – è scesa dal 43% al 41,4%.
Il Rapporto ci consegna alcuni dati positivi: una crescita nell’editoria per ragazzi, crescita del mercato digitale, ed e-book in particolare, crescita dell’export. Non mancano, però, per il 2014, anche percentuali negative: una riduzione nel numero dei lettori pari al 3,4%, una contrazione del mercato del 3,6%, una diminuzione del 3,5% del numero di titoli pubblicati.
Una diminuzione è rilevabile anche nel numero delle copie cartacee vendute, pari al 6,4%, ma ciò non va letto in una luce necessariamente pessimistica, poiché rispecchia i cambiamenti in atto nel comportamento dei consumatori, dei quali non è quantificabile il numero download di e-book effettuati poiché il dato non è reso disponibile dal principale fornitore questo tipo di servizio. È un fatto però che nel corso dell’anno corrente, il 10% dell’intero mercato italiano sarà costituito da e-book. È certo, inoltre, che questa tendenza verso il digitale, al momento ancora limitata nelle cifre, è irreversibile e destinata a crescere esponenzialmente, obbligando gli operatori del settore a nuove politiche editoriali, a scelte strategiche innovative, alla diversificazione degli investimenti, all’introduzione di adeguate competenze e professionalità, fino ad una diversa organizzazione del personale.
Un dato interessante che ci dà la misura di quanto le case editrici siano sensibili alla necessità di fare un primo passo per andare incontro al lettore in questi tempi di ridotta disponibilità finanziaria è la nuova politica dei prezzi, iniziata nel 2011 e progressivamente accentuatasi, con una riduzione dei prezzi di copertina del 6,4% per i libri di carta e del 6,1% per gli e-book. Questi ultimi, per essere visualizzati, richiedono PC, e-reader, tablet o anche smartphone, sempre più sofisticati ma al contempo facili da usare. Quindi il cambiamento principale del mercato riguarderà non solo i contenuti ma anche i dispositivi, ed è probabile che il previsto abbattimento dei costi per i lettori elettronici determinerà un ulteriore ampliamento del mercato.
L’editoria ha la necessità di capire come stanno cambiando i gusti e i comportamenti dei lettori, di sapersi adeguare alle nuove tecnologie – anche per evitare una disintermediazione totale con il pericolo che venga distrutta la storia e la tradizione delle case editrici e che siano messe a rischio molte professionalità – e per educare il nuovo mercato digitale che si sta affermando alla cultura della legalità, per ridurre la pirateria digitale come sembra essere riuscita a fare, dopo un primo approccio sbagliato, l’industria musicale. Questi e molti altri sono gli aspetti che approfondirete in questa sede e nei due prossimi incontri. Mi auguro che, con gli interventi da parte degli autorevoli esperti del settore che si susseguiranno, possiate contribuire a trovare le nuove forme e strategie che, con la vera e propria rivoluzione tecnologica e dei comportamenti dei fruitori del bene libro che è attualmente in atto, l’evoluzione del mercato editoriale oggi impone.
Non posso però, prima di salutarvi, non fare un passaggio sentito sul prodotto in se, ovvero sui libri aldilà del loro supporto. Le case editrici, anche le piccole e medie stanno resistendo con tenacia agli anni di crisi economica credendo soprattutto in veri e propri progetti culturali che ne caratterizzano l’identità: penso alle pubblicazioni di nicchia, alla continua ricerca di nuovi talenti, alla diffusione di letterature meno note o forme artistiche meno commerciali. E’ dalla diversità dell’offerta, più che dai numeri e dalle percentuali, che possiamo farci un’idea sul tipo di società che siamo e che vogliamo diventare.
Buon lavoro.