Mi unisco oggi nel ricordo delle 560 vittime innocenti barbaramente trucidate nell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema il 12 agosto di sessant’anni fa, una delle pagine più buie della storia d’Italia.
Donne, vecchi e bambini rimasti nelle proprie case, certi che nulla sarebbe potuto accadere a civili inermi. Il loro sacrificio, come emerso dalle indagini della Procura militare di La Spezia, non fu l’esito di rappresaglia, bensì di un atto premeditato e curato in ogni dettaglio per sterminare la popolazione ed interrompere i collegamenti fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti in zona.
La strage di Sant’Anna di Stazzema, quelle che la precedettero e quelle che la seguirono, hanno lasciato nel nostro Paese cicatrici indelebili. In attesa che la Corte federale di Karlsruhe concluda le proprie indagini e renda giustizia a questo tragico episodio della nostra storia, mi rivolgo soprattutto alle nuove generazioni affinché mantengano vivo il ricordo di questi eventi. In un momento in cui nel mondo assistiamo a simili, terribili stragi, solo la memoria storica, la cultura della tolleranza, della democrazia, della libertà e della giustizia, può preservarci dal ripetersi di tali atrocità.