Gentili ospiti, Cari colleghi,
Con vero piacere vi auguro il benvenuto nell’aula del Senato della Repubblica italiana. Come è ormai tradizione, la Conferenza dei Presidenti degli organi parlamentari specializzati negli affari dell’Unione inaugura i lavori connessi alla dimensione parlamentare del semestre di presidenza; e la riunione plenaria ne segna la chiusura. Un modo, insieme simbolico e concreto, di sottolineare la centralità della COSAC, unico organismo di cooperazione interparlamentare che sia espressamente previsto dai Trattati, che festeggia quest’anno i venticinque anni dalla sua istituzione.
Il semestre italiano di Presidenza interviene in un momento delicato e, direi, definitorio nella storia dell’Unione Europea. Ci troviamo a confrontarci con temi epocali: la crisi economica, le migrazioni, i conflitti e l’instabilità geopolitica alle nostre porte. Dalla consapevolezza con cui affronteremo queste sfide dipende il futuro della nostra Unione e dei nostri cittadini. Dopo la crisi economica e finanziaria più drammatica dal secondo dopoguerra sono stati adottati diversi strumenti comuni di governance, preventivi e correttivi. Misure per “spegnere l’incendio”. Ma come ha bene ricordato il Presidente Juncker, “il percorso non è stato privo di errori. È mancata l’equità sociale. La legittimità democratica è stata messa alla prova”. Ora dobbiamo guardare avanti, rilanciare la crescita con la massima determinazione possibile e rafforzare la fiducia dei cittadini nel meraviglioso progetto europeo attraverso democraticità ed efficienza.
A questo fine dobbiamo concentrare l’azione dell’Unione su quegli obiettivi che solo l’azione comune può consentire di ottenere. Fra questi la gestione solidale e condivisa dei flussi migratori e la lotta alla criminalità transnazionale e al terrorismo che dobbiamo considerare responsabilità comuni e collettive. Voglio dirlo a quei colleghi che non condividono l’iniziativa di una Procura Europea per proteggere gli interessi finanziari dell’Unione: contrapporre sovranità ad azioni comuni è un errore quando si tratta di questioni transnazionali che trascendono del tutto dal controllo dei singoli Stati. Che ci piaccia o no siamo vincolati ad un destino comune e solo insieme possiamo governarlo invece che subirlo. Ma come ha ricordato il Presidente del Consiglio Renzi nel suo intervento al Parlamento europeo, “la vera, grande sfida che ha di fronte a sé il nostro continente è ritrovare l’anima dell’Europa”. Un’anima che pulsa in un nucleo di valori condivisi, declinato nella nostra Carta dei Diritti Fondamentali e ben presente nelle coscienze dei cittadini. La storia dell’Europa unita, ancorché inizialmente spinta da logiche e obiettivi di tipo economico, è anzitutto storia della dignità della persona, della democrazia e dello Stato di diritto.
Per riguadagnare la fiducia dei nostri cittadini nel progetto europeo, dobbiamo rafforzare la legittimità democratica delle istituzioni comuni e le interazioni fra il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali, che sono attori complementari e non concorrenti. Ai parlamenti nazionali il Trattato attribuisce il compito di contribuire attivamente al buon funzionamento dell’Unione, tramite il controllo di sussidiarietà, la partecipazione ai meccanismi di valutazione delle politiche nell’ambito dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, le procedure di revisione dei trattati e la cooperazione interparlamentare. Il nostro Parlamento ha lavorato con grande convinzione in questa direzione, sia nelle procedure di vigilanza sul rispetto della sussidiarietà sia nel dialogo politico con le istituzioni europee, in particolare la Commissione.
La COSAC è da sempre un foro privilegiato di dibattito e confronto sui temi di interesse europeo ed ha il mandato di promuovere “lo scambio di informazioni e buone prassi tra i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo, e tra le loro commissioni specializzate”. La Conferenza nel tempo ha così saputo rafforzare il proprio ruolo, dotandosi di un segretariato permanente e confrontandosi con l’attuazione delle novità dei trattati e le grandi politiche dell’Unione. Insieme ai rappresentanti del Governo italiano e della Commissione europea vi apprestate a dibattere due temi di rilievo cruciale come le prospettive dell’Unione europea dopo le elezioni e le potenzialità insite nei fondi strutturali e di investimento, elemento portante del bilancio dell’Unione per il periodo 2014-2020. Vi auguro dunque una proficua giornata di lavoro, certo che saprete fornire indicazioni preziose per il rilancio e il rafforzamento della nostra Unione, nel segno della crescita e di una rinnovata unità di intenti e di valori.
Grazie.