Convegno “Prima le mamme e i bambini. Storie e protagonisti”

Intervento al convegno: "Prima le mamme e i bambini. Storie e protagonisti". Organizzato dal CUAMM ©Senato della Repubblica

Autorità, signore e signori,

è per me un grande onore essere oggi qui, in occasione del convegno “Prima le mamme e i bambini”, organizzato da Medici con l’Africa CUAMM, per fare il punto sull’omonimo progetto quinquennale, a un anno e mezzo dal suo avvio. È un progetto di particolare significato, non solo medico, ma anche morale e civile, in quanto ha come obiettivo quello di garantire l’accesso gratuito al parto sicuro e alle cure del neonato in quattro Paesi africani che presentano i tassi di mortalità materna tra i più alti del mondo: Angola, Etiopia, Uganda, Tanzania.

Nel corso dei lavori di questa giornata verrà data voce ai protagonisti che operano nell’ambito del progetto, in ruoli tra loro diversi, ma tutti accomunati dall’impegno attivo nelle attività di Medici con l’Africa CUAMM. Sono rimasto davvero impressionato dall’approccio e dai numeri del programma.

Intanto mi ha colpito la dicitura “Medici CON l’Africa”, e non “PER”: indica un approccio, uno stile improntato alla condivisione e non al semplice aiuto. Ci mostra un percorso, non mediatico né emergenziale, basato sui tempi lunghi, sulla volontà di lavorare insieme alle comunità fino a renderle indipendenti. Don Dante Carraro qualche giorno fa mi ha spiegato che i loro programmi sono di sistema, di lungo periodo: 10, 15, 20 anni. Forse è un approccio che non fa notizia, per la famosa indifferenza al rumore di una foresta che cresce rispetto a quello di un albero che cade, ma indica un modello che anche la politica dovrebbe seguire: pensare a lungo termine, avendo come riferimento il futuro, le nuove generazioni e quelle che devono venire, non le prossime elezioni. Occorrono lucidità, coraggio, pazienza, un lavoro duro i cui risultati magari non sono immediati, ma saranno duraturi.

Anche i numeri del programma stupiscono: 4 ospedali, 22 centri di salute periferici, 1.300.000 abitanti coinvolti, circa 91.000 visite prenatali, già 84.718 mamme e bambini salvati, 42.359 parti assistiti, di cui solo 3.180 parti cesarei, meno del 10% del totale e questa percentuale dovrebbe portare a qualche riflessione anche da noi visto che abbiamo una tra le più alte percentuali di parti cesarei al mondo. A questi numeri ne aggiungo uno di cui come paese possiamo essere particolarmente orgogliosi: sono 32 le sedi universitarie coinvolte nel programma, e centinaia i ragazzi che decidono con passione di partire e prestare il loro servizio in questi paesi. Per nostra fortuna questa non è una fuga di cervelli ma un viaggio di cuori coraggiosi e solidali, che poi tornano e da qui continuano a promuovere la realtà del Cuamm.

La partecipazione, in questa giornata, di un così ampio numero di rappresentanti di diverse Istituzioni nazionali ed internazionali, da un lato testimonia il valore del volontariato e l’importanza sociale dell’attività svolta dalle ONG, dall’altro rappresenta il riconoscimento della grande forza di tali organizzazioni e della loro capacità di mobilitare risorse e di intervenire con concretezza ed efficacia nelle realtà – difficili e complesse – in cui operano. Le ONG costituiscono una risorsa fondamentale nell’affiancare gli Stati più ricchi nell’adempimento dei loro doveri di assistenza e cooperazione nei confronti dei Paesi in via di sviluppo, i quali sempre più devono essere sostenuti affinché possano diventare gli artefici del proprio destino. Questo sostegno deve partire dalla tutela dei soggetti più deboli, le donne e i loro figli.

L’Italia – anche in quanto membro dell’Unione Europea – deve considerare la tutela delle donne e dei bambini una priorità programmatica sia nella sua politica interna, sia nel lavoro di proiezione internazionale del Paese. Il nostro dovere di politici, e il mio impegno di Presidente del Senato, è e deve essere orientato in tal senso.

Grazie, grazie davvero.