Discussione generale sul decreto immigrazione e sicurezza, del 18 dicembre 2020
Presidente, colleghi,
finalmente stiamo per realizzare – almeno in parte – uno degli obiettivi che questa maggioranza si era posta quando ha dato vita al Governo Conte bis. Come noto, è stato uno dei motivi per cui Liberi e Uguali ha accettato di entrare in questa maggioranza e sostenere questo Governo.
Con il provvedimento in discussione poniamo finalmente rimedio ai gravi errori che l’Italia ha commesso con i decreti insicurezza e la pretesa di farsi scudo in l’Europa non con la forza delle argomentazioni e della politica ma sulle spalle dei naufraghi, “sospendendo” la cultura giuridica del nostro Paese, ripudiando la sua storia, rinnegando la sua umanità.
Il Presidente della Repubblica fece delle osservazioni su quei decreti che inviò con una ben nota lettera al Governo e al Parlamento, soprattutto in relazione agli obblighi internazionali che il nostro Paese deve sempre onorare: è un bene che con questo provvedimento si ricuciano imperdonabili ferite nel tessuto morale e civile della nostra comnunità.
Nessuno si illuda di risolvere con un decreto il complesso tema della immigrazione. Non lo facevano i Decreti Salvini, non lo fa questo Decreto, per certi aspetti fin troppo timido.
Serve un lavoro paziente e bisogna a mio avviso concentrare i propri sforzi su alcuni temi essenziali: il primo è la revisione del Regolamento di Dublino, di cui tutti conosciamo l’importanza; il secondo riguarda il memorandum con la Libia, una vergogna che non posso omettere di ricordare e che penso vada cancellata; il terzo la ripresa e l’aggiornamento costante dei Decreti Flussi; il quarto il superamento definitivo dell’impostazione della Legge Bossi Fini; il quinto, non meno importante, una nuova e più moderna legge sulla cittadinanza.
Con questo testo facciamo passi in avanti importantissimi, che hanno richiesto un difficile lavoro di sintesi e i cui esiti non erano per nulla scontati. Bene, ma non posso non segnalare almeno un punto sul quale avrei voluto una maggioranza più coraggiosa, più determinata.
In questi lunghi e difficili mesi, le Organizzazioni Non Governative hanno coraggiosamente supplito alla drammatica inazione delle Istituzioni nazionali e comunitarie. Uomini e donne che hanno messo le loro energie e finanche il loro corpo a disposizione di un principio che è alla base della nostra cultura giuridica e della nostra società: quello dell’umanità. Le vite vanno salvate, sempre, tutte. Con il loro lavoro le ONG hanno strappato da morte certa molte persone e sofferto per ciascuna di quelle che gli è scivolata dalle mani. Ricordo a noi tutti le parole di Gaspare Giarratano, armatore di Sciacca che ha avuto problemi seri per aver salvato naufraghi con il suo peschereccio ma che mai si è pentito di averlo fatto: “Mi chiedo se uno dei nostri politici abbia mai sentito delle grida d’aiuto nel buio”.
Anch’io sono stato a Lampedusa. Ho assistito, da Presidente del Senato, allo sbarco di 125 migranti sul molo Favaloro e vi sfido a guardare negli occhi donne, uomini e bambini tremanti che hanno subito violenze indicibili e visto i propri cari morire. Vi sfido a chiamarli invasori. Ho visto anche, dopo l’offerta di un tè caldo da parte di volontari, quello sguardo di paura trasformarsi in una luce di riconoscenza e di speranza, speranza di sopravvivenza.
Per questo ritengo che il punto non sia rimodulare le cifre delle multe previste; si tratta di onorare chi salva vite umane e tornare ai principi e allo spirito della Costituzione, e affermare nuovamente i valori fondamentali della nostra comunità.
Grazie.