Dalla prefazione di PIF al libro “Paolo Borsellino parla ai ragazzi”
Allora: d’ora in poi ogni volta che uscirete da casa bisognerà avere delle accortezze. Non potrete più frequentare con disinvoltura un posto affollato. Suggerisco di evitare
i mezzi pubblici, per sicurezza. Per la spesa è consigliato ordinarla online, ma senza avere troppi contatti con la persona che ve la consegnerà. Sempre per ragioni di sicurezza. Se vorrete andare a mangiare qualcosa fuori, sarà prima necessario controllare che il ristorante abbia tutti i requisiti giusti per potervi accogliere. In caso contrario, vi toccherà cambiare ristorante, anche se è proprio lì che fanno il piatto di pasta più buono del mondo.
Anche bere una birra con gli amici diventerà difficile. Si potrà entrare in un negozio solo quando non ci saranno altri avventori. La stessa cosa varrà per quando deciderete di recarvi dal parrucchiere. Se la sala sarà ampia, forse, si potrà tollerare qualche altro cliente, ma bisognerà valutare volta per volta. In spiaggia non sarà possibile stare sdraiati per molto tempo, anzi è consigliabile evitare. La partita di calcetto settimanale con gli amici, anche quella, è un po’ a rischio. Magari aspettiamo che si calmi la situazione.
Poi valuteremo. Per spostarsi sarà necessaria l’auto, ma i passeggeri dovranno stare seduti sui sedili posteriori per motivi di sicurezza. In palestra non potrete allenarvi accanto a qualcun altro. Anzi, nella sala pesi dovrete stare da soli. È bene, in genere, essere sicuri di chi si ha intorno.
Al cinema bisognerà stare a distanza dagli altri spettatori. La vicinanza potrebbe essere pericolosa. Meglio se state lontani. Solo in questo modo riusciremo a superare questa situazione, ma è fondamentale la collaborazione di tutti, nessuno escluso. È necessario un distanziamento sociale, fino a quando non si calmano le acque. Più o meno è proprio questa, e in passato lo era ancora di più, la vita che vive un magistrato sotto scorta a causa del suo lavoro, specialmente quando ha a che fare con un’organizzazione criminale come la mafia. Ogni giorno si vive come se ci fosse l’emergenza Coronavirus, una perenne “Fase 2”.
Nel febbraio del 1990 il magistrato Pietro Grasso pensò di andare a vedere con sua moglie il film Crimini e misfatti. In attesa che cominciasse la proiezione sentì una signora, seduta a qualche metro di distanza, dire a suo marito: “Guarda chi c’è: il giudice Grasso! Spostiamoci che potrebbe essere pericoloso!”.
Essendo stato il dottor Grasso uno dei giudici del maxiprocesso, la signora temeva un attentato. Il giudice, non trovando particolarmente piacevole la sensazione di essere considerato un “appestato”, decise in un certo senso di passare dalla “Fase 2”, ovvero andare al cinema con cautela, alla “Fase 1”, ovvero non andarci più.
Ora: vivere la “Fase 1” contemporaneamente al resto del paese è dura, ma almeno ci si può consolare pensando che anche se usciamo non troviamo nessuno. Tutti gli amici sono a casa. I cinema, le pizzerie, i bar, è tutto chiuso. Non ci si perde molto. Ma pensate di rimanere a casa mentre il resto del paese, amici inclusi, sono in giro: al bar, in pizzeria o al cinema. Questo perché per tutti è incominciata la “Fase 2” e voi invece siete fermi lì, alla “Fase 1”.
I vostri amici vi manderanno delle foto su WhatsApp mentre sono in spiaggia a divertirsi e voi chiusi in casa, sempre fermi alla “Fase 1”. E magari vivete questa fase mentre studiate per recuperare delle insufficienze in alcune materie. Ogni plin di WhastApp sarà una pugnalata. C’è però un dettaglio fondamentale da sottolineare: il Covid è un virus di origine naturale. Qualcuno ha avuto il sospetto che sia stato creato in laboratorio, ma è stato subito smentito dagli scienziati. È di origine naturale come i tanti virus che esistono nel mondo, più o meno pericolosi.
La mafia, invece, non è di origine naturale. Quando comparve sulla Terra l’umanità probabilmente c’erano già gli alberi, i prati, i mari, le montagne, ma non la mafia, perché quella sì che è stata creata dall’uomo. Infatti abbiamo trovato orme secolari di dinosauri, ma mai di mafiosi. Ed essendo stata creata dall’uomo, la mafia può essere distrutta, ma a una sola condizione: bisogna avere voglia di distruggerla. Il vaccino anti–mafia esiste da tanto tempo. Per esempio, basta leggere e mettere in pratica le parole scritte in questo libro.
Circa ventitré anni dopo quella “mancata” visione di Crimini e misfatti, il dottor Grasso e sua moglie decisero che era arrivato il momento di tornare al cinema. Fu così che ricevetti uno strano invito. Mi chiamò e mi chiese: “Andiamo a vedere un film che è in sala e che hai fatto tu?”. Accettai, nonostante avessi già visto il film. La cosa però mi metteva ansia.
L’ultimo film che era andato a vedere al cinema, il dottor Grasso, era quello di Woody Allen (un collega regista americano). Ripartire con Pif dopo tutti questi anni forse sarebbe stato un po’ traumatico. Seduto accanto al dottor Grasso durante la proiezione, cercavo di cogliere le sue reazioni con la coda dell’occhio.
Provavo a darmi un tono e non volevo mostrarmi preoccupato, ma ovviamente lo ero. Nel film raccontavo cose che lui conosceva meglio di me, poiché erano storie di gente che lui conobbe e con cui lavorò. Persone che si ostinavano a pensare che con la mafia non si dovesse convivere. Che la mafia doveva solo essere combattuta e vinta. E continuarono a pensarlo nonostante le difficoltà: gli insulti, gli sgambetti, la paura quotidiana di essere uccisi e non necessariamente dalla mafia. Non indietreggiarono di un centimetro. Persone grazie alle quali la nostra “Fase 1” contro la mafia è terminata e, lo dico con certezza, non
tornerà mai più.
Dalle mie parti queste persone sono state spesso definite, vogliate perdonarmi il francesismo, degli “scassaminchia”. Sia dalla mafia che dalle persone non mafiose ma culturalmente colluse. Questo perché non si facevano i fatti propri e andavano contro il quieto vivere del paese o della città, era gente che “se le andava a cercare” (cit.).
Concludo parafrasando Bertolt Brecht (un mio collega scrittore tedesco): “Beati i popoli che non hanno bisogno di scassaminchia!”. Io, infatti, vi auguro di diventare nella vita dei grandissimi, ottusissimi e instancabili “scassaminchia”.