Ambasciatore Li Ruiyu, Sottosegretario Della Vedova, Autorità, Cari amici,
Ho accolto davvero con piacere ed entusiasmo la proposta di ospitare nella bella sala Zuccari del Senato la celebrazione del quarantacinquesimo anniversario dello stabilimento di relazioni diplomatiche fra la Repubblica Italiana e la Repubblica Popolare Cinese. Gli illustri relatori che seguiranno tracceranno la storia di questa fertile collaborazione e, come plasticamente descritto dal titolo di questo evento, ricorderanno i risultati raggiunti e prepareranno i prossimi obiettivi.
Il momento storico che viviamo è particolarmente propizio per un ulteriore salto di qualità nelle relazioni fra i nostri due Paesi. Il continente euro-asiatico è scosso da fratture geopolitiche profonde, tra loro convergenti, alimentate da una pluralità di fattori – politici, economici, finanziari, territoriali, etnici, religiosi, nazionalistici – che rischiano di incidere negativamente sulla stabilità e sicurezza dei nostri Paesi, sulle aspettative di vita e i diritti dei nostri cittadini, sul futuro stesso delle nostre società e dei nostri valori. Ebbene, io sono convinto (non è retorica, ma è politica) che per ricomporre questi squilibri dobbiamo ripartire dalle nostre comuni origini per fare rivivere appieno un continente, l’Eurasia, dove vive il sessanta per cento della popolazione mondiale e dove si registra il sessanta per cento degli scambi commerciali globali. Insieme dobbiamo lavorare per abbattere tutti quegli ostacoli, economici, culturali, politici che oggi inibiscono il pieno sfruttamento delle nostre potenzialità comuni. La nostra priorità condivisa è edificare nuovi ponti fra Europa e Asia, fra Italia e Cina. Ponti anzitutto ideali: umani, di pensiero, culturali, politici, accademici, scientifici. Poi, ponti fisici: reti infrastrutturali, marittime, ferroviarie, aeree; reti di comunicazione; reti energetiche; reti migratorie, programmate e virtuose. L’Italia, che in Europa e nel Mediterraneo è completamente immersa, fisicamente, politicamente e culturalmente, è nella migliore posizione per offrire agli amici cinesi una cerniera di accesso, geografica ma anche ideale, per l’Europa, il Mediterraneo e l’Occidente.
Il Parlamento è un attore centrale in questo percorso politico. Le nostre assemblee rappresentative hanno contribuito nel corso di questi anni ad arricchire conoscenza reciproca e cooperazione e a rafforzare la trama delle relazioni bilaterali attraverso una varietà di incontri. I momenti salienti della cooperazione interparlamentare italo-cinese sono stati segnati dalle visite in Cina di Giovanni Spadolini nel 1994 e di Luciano Violante nel 2000, e da quelle qui in Italia dei Presidenti Li Peng nel 1998 e Wu Bangguo nel 2009. Io stesso ho avuto il piacere di ricevere in Senato il Primo Ministro cinese Li Keqiang e il Vice Presidente del Comitato Permanente dell’Assemblea del Popolo Zhang Ping; e di recente di incontrare alle Nazioni Unite il Presidente Zhang Dejiang.
Ho avuto l’onore di ricevere dal Primo Ministro Li Keqiang e dal Presidente Zhang Dejiang l’invito a una visita ufficiale per incontrare le più alte autorità del Governo cinese, della Assemblea Nazionale del Popolo e della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese. E’ un’opportunità che io ho voluto accogliere con entusiasmo, consapevole che sarà una bella occasione per sviluppare le relazioni fra le nostre istituzioni e i nostri popoli. Il dialogo interparlamentare si dimostra sempre più un formidabile strumento di cooperazione politica fra Stati. Nell’esperienza europea in particolare, ma ormai anche in quella globale, la diplomazia parlamentare investe molti settori del dialogo politico: l’economia, la governance finanziaria mondiale, la sicurezza, la giustizia e la difesa, la cultura, i diritti umani, la sicurezza sanitaria e alimentare, il contrasto alla criminalità e più in genere ai fenomeni transnazionali. Il rapporto fra legislatori e fra legislatori e istituzioni di altri Paesi, aiuta a guardare ai problemi comprendendo meglio, direi “dall’interno”, le ragioni, i limiti e i margini dell’azione altrui, con l’intento di individuare insieme le soluzioni migliori.
Concludo rinnovando ai nostri amici cinesi sentimenti di amicizia, stima e rispetto, certo che su questa solida base sapremo insieme fare le scelte più giuste per il bene delle generazioni che verranno.
Grazie