Incontrare Aung San Suu Kyi e accoglierla al Senato è stato un momento particolarmente intenso: è un punto di riferimento importante per tutti, un esempio di forza non violenta, di amore per il proprio Paese e per il proprio popolo, di ferma determinazione, di gentilezza rivoluzionaria. Anche durante gli anni bui degli arresti domiciliari, la sua voce forte, coraggiosa e coerente, è stata per il mondo intero un faro sui diritti umani, sul loro riconoscimento e sulla tutela delle libertà democratiche.
L’impegno del nostro Paese sul tema dei diritti è innegabile ma anche su questo dobbiamo fare di più: penso a Lampedusa e alle migliaia di donne e uomini che sfidano il mare, spesso a costo della vita, per fuggire da guerre e povertà. L’Italia deve essere il motore di una riflessione e di un’azione, anche in sede europea, sulle politiche di immigrazione e sulla tutela dei diritti umani.