In quest’anno ho avuto la possibilità di conoscere donne e uomini che fanno della promozione e della tutela del nostro inestimabile patrimonio artistico una missione, anche se tra mille difficoltà: come Paese, dovremmo essergli profondamente grati. Se non crediamo nel nostro più grande patrimonio siamo destinati a fallire. La ricchezza culturale del nostro Paese era ben rappresentata nel concerto di Natale, eseguito in Senato dal Sistema delle orchestre giovanili accompagnato dal coro delle voci bianche e da quello delle mani bianche. Questi ragazzi hanno emozionato tutti con il loro talento e la loro passione, dando l’immagine di come l’arte e la cultura possano costituire l’anima della rinascita e della riscossa del nostro Paese. Episodi come il mancato accordo per la ricostruzione della città della scienza di Napoli, distrutta un anno fa da un terribile incendio, non devono più accadere: sono il simbolo di un Paese fermo, incapace di affrontare i problemi e di offrire un sostegno ai giovani, ai ricercatori, a chi si impegna per la cultura. Loro sono il nostro futuro e la nostra speranza, dobbiamo averli a cuore più di ogni altra cosa.